Attualita

VERSO GLI OSCAR – “Barbie” visto da Italo Zeus

“Dopo Oppenheimer scelgo di recensire Barbie”.

La scheda di Italo Zeus

Vincitore dei Golden Golobe

Miglior blockbuster

Migliore canzone originale: What Was I Made For? di Billie Eilish e Finneas

Candidato ai premi oscar nelle categorie:

Miglior Film

Miglior attore non protagonista-Ryan Gosling

Miglior attrice non protagonista-America Ferrera

Miglior sceneggiatura non originale

Miglior canzone originale (due) I’m Just Ken e What Was I Made For?

Miglior scenografia

Migliori costumi

Dicevo non ha caso ho scelto Barbie, perchè i due film ad un certo punto sono stati uniti sotto il nome di Barbienheimer.

Perchè? I due film sono i campioni d’incasso del 2023, e su internet si è scatenata una sorta di guerra tra le due pellicole, ovviamente una opposta all’altra per tematiche e per stile. Pare sia stato Cilian Murphy protagonista di Oppenheimer a dire:” vivetelo come un doppio spettacolo e nello stesso giorno guardate prima uno poi l’altro”, tra le star che hanno promosso quet’iniziativa, Tom Cruise, facendolo diventare virale.

Devo dire che avevo dei pregiudizi  nei confronti di Barbie, pregiudizio che ho praticamente sempre verso i blockbuster americani e mentre Oppenheimer l’ho visto al cinema  perchè amo Nolan, Barbie l’ho visto (ma a pagamento) su Prime e devo dire che ne sono stato colpito positivamente. Detto questo andiamo ad analizzare il film.

L’antefatto (prei)storico e che cita 2001: odissea nello spazio di Kubrick è molto divertente ed è un incipit che da subito ti fa pensare “però?”.  Greta Gerwig, per la prima volta alla regia di un film così costoso e rivolto a un pubblico molto ampio, e prima donna ad aver avuto incassi stellari,   cresciuta ovviamente con la bambola per eccellenza nella periferia di Sacramento, riesce nell’impresa che tutti aspettavano da anni: portare al cinema in live-action(cioè con attori e scenografie vere e non animate, progetto in cantiere dal 2009!!!)Barbie.

Siamo a Barbieland,  la protagonista è  “Barbie stereotipo” interpretata da una straordinaria come sempre Margot Robbie( che però non è stata candidata come miglior attrice), che è anche produttrice fra le più significative di quesi ultimi anni.

Barbie vive in un sorriso perenne  insieme alle altre barbie tutte singolarmente significative

Con loro ci sono i ken. Ken “stereoptipo” è interpretato dall’altrettanto bravissimo Ryan Gosling irresistibilmente stupido, autoironico. Al contrario delle Barbie i Ken prendono luce solo se le Barbie concedono loro uno sguardo, cioè assumono rilevanza (minima e derivata)  Ken stereotipo infatti vorrebbe che Barbie stereotipo si innamorasse di lui, ma lei proprio non ci pensa.

Le Barbie occupano posti di potere e la società in cui vivono ci viene racconta dalla voce fuori campo di Hellen Mirrer nella versione originale.

Una narrazione che riprende i luoghi comuni sul mondo femminile, capovolgendoli.

Le giornate si susseguono sempre uguali, in una bellissima e curatissima scenografia, e le trovate narrative sono di tutto rispetto. Le cose che Barbie utilizza, il latte, la doccia, non esistono, perchè essendo appunto il mondo di Barbie finto, la finzione del gioco viene riportata fedelmente. Tutto si sconvolge quando ad una festa tra amiche Barbie dice di aver pensato alla morte. Tutti si bloccano perchè morire non è pensabile come qualunque altro pensiero che possa mettere in discussione la realtà in cui le barbie e i ken si muovono. Barbie si corregge subito ma ormai il gioco è fatto. Eva che mangia la mela insomma.

la perfezione presunta si incrina,  il  piede di barbie diventa piatto e non più incurvato a prova di tacco,  di conseguenza anche tutto il resto. Dalla doccia scende acqua, i toast si bruciano, ecc. Barbie è costretta ad andare da Barbie Stramba, resa tale da una bambina che l’ha maltrattata, che si occupa degli eventuali problemi delle Barbie, ma il piede no, non è pensabile, Barbie ha aperto un portale col mondo reale, con una bambina in difficoltà. Deve lasciare Barbieland ed andare a cercare la bambina.

Barbie on the road accompagnata dal Ken stereotipo.

Questo il plot. E la sceneggiatura davvero bella e anche la regia, portano il film ad un livello notevole. i 150 milioni di dollari, costo del film, certo aiutano, ma il lungometraggio devo dire, ha una valenza originale. C’è addirittura la Mattel e il suo Cda, composto da soli uomini ovviamente.

Dopo queste premesse però ci sono dei ma, e anche tanti purtroppo. Primo tra tutti il film è centrato su un prodotto di consumo, ovviamente non è stato l’unico, ma vuoi per la regia di Greta Gerwin che viene dal cinema indipendente, vuoi per la notevole sceneggiaturea e le prove d’attore, Barbie  mascherà meglio il suo intento che è quello di vendere più barbie “nascondendosi” dietro ragionamenti, temi e questioni femministe molto centrali in questo periodo storico e la bambola Barbie, visto il suo cambiameto, da copro perfetto inragiungibile diventa inclusiva con la varità di modelli, corpi, etnie e professioni che si possono offrire alle bambine. Dall’altra parte Ken scopre nel mondo reale la centralità del maschio cambiando radicalmente ottenendo una personalità che non aveva per poi tornare nel nulla quando il ritorno a barbieland provoca un complotto da parte delle “donne” che si riprendono il potere, salvo poi portare barbie a scegliere di vivere una vita nel mondo reale.

Volutamente ho saltato i personaggi della madre e la bambina perchè li ho trovati totalmente superflui, anche se in molti/e si sono commossi quando vediamo l’infanzia della madre in un filmino in superotto a cui segue un pippotto esistenziale sul dover essere se stessi e non sentirsi in obbligo di piacere agli altri, concetto superato anche dalla psicologia contemporanea, ma  che tuttavia è un clichè che funziona.

Concludo.

Da una parte quindi Oppenheimer intenso potente impegnato, dall’altra Barbie leggero, spiritoso ben costruito. Cosa ci stà nel mezzo? Secondo me la fantasia, la potenza di creare un mondo alternativo, pensabile, possibile, fatto di caos e di incertezze ma anche lontano dalle ideologie e quindi lucido nell’analizzare il mondo. Ripeto, e lo farò ad ogni recensione. “Povere Creature”.

continua…

da leggere

 

 

Redazione Scomunicando.it

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