Le Troiane, vittime di guerra, hanno perso tutto e ora, marchiate dall’infamia, una fascia sul braccio con stampato un codice a barre che le identifica come “merce”, attendono di essere destinate e usate dai nuovi padroni i vincitori.
Anche la scelta di far interpretare Ecuba e Andromaca da più interpreti, che a loro volta facevano anche parte del coro, amplifica il tema della sofferenza a causa della guerra.
Efficaci i costumi e le coreografie che accrescevano la loro forza con le sonorità astratte di Berio e Penderecky, e con le percussioni dal vivo.
Il regista delle “Tesmoforiazuse” ha dato il giusto taglio leggero e divertente alla commedia di Aristofane in cui si prende di mira Euripide e lo si critica per il modo in cui ha rappresentato le donne.
Le Tesmoforiazuse erano le donne che celebravano le Tesmoforie: queste, in occasione di una festa, stavano per condannare a morte Euripide, per le calunnie sul loro conto nelle sue tragedie.
Da qui una serie di brillanti stratagemmi che generano ilarità.
Buoni costumi e scenografia, con qualche piacevole coreografia.
Maria Lucia Lo Presti
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