Categories: Interviste volley

VOLLEY – Cesare Pellegrino e la pallavolo degli anni 80

Amarcord con Cesare Pellegrino, primo calabrese a giocare in serie A1 e con la nazionale italiana agli inizi degli anni ottanta (70 presenze)

– di Saverio Albanese

Reggio Calabria – Il mondiale è anche motivo per rinnovare i fasti di un passato vincente e glorioso come quello di un atleta, Cesare Pellegrino, reggino d.o.c., orgoglio di questa terra spesso discriminata da episodi negativi, che grazie al suo innato talento ha scritto pagine importanti nella storia del volley nazionale. Col tecnico Pellegrino abbiamo parlato di come è cambiata la pallavolo nel corso dell’ultimo trentennio sia in termini tecnici che atletici: “Il nuovo sistema di gioco ha  cambiato tanto la pallavolo rispetto agli anni ottanta, si nota soprattutto negli allenamenti  che sono molto diversi da quelli dei miei tempi. Con il vecchio sistema si assistiva a partite interminabili, col cambio palla, quindi il modo di preparare la partita ed allenarsi era radicalmente diverso”.

Il nuovo sistema però, consente di aumentare le capacità fisiche ma anche i tempi d’esecuzione del gesto tecnico: “E’ tutto vero, si nota soprattutto sulla velocità e sulla potenza fisica degli atleti – ha proseguito Cesare Pellegrino – si cura molto la parte aerobica della squadra, perché essendo una pallavolo più veloce, ci vuole un recupero altrettanto veloce. Si notano infatti,  partite con un ritmo molto più frenetico e con atleti molto più potenti, rispetto alla pallavolo che giocavo io negli anni ottanta. Un’evoluzione importante si è rilevata con l’introduzione del net e la specializzazione in un ruolo cardine della difesa e ricezione, con l’introduzione del libero – ha continuato il sagace tecnico reggino – e questo, soprattutto per rendere ancora più spettacolare questo sport”.

Quest’evoluzione, comunque, ha il classico rovescio della medaglia: “La cosa che mi rattrista parecchio come uomo di sport  e che ai miei tempi si curavano molto i fondamentali di base, infatti gli atleti sapevano fare un po’ di tutto, adesso si è perso quest’insegnamento. Oggi molti giocatori pensano solo ad attaccare con grande potenza e battere con efficacia. Soprattutto nel settore giovanile, si è persa la predisposizione ad insegnare i fondamentali, pensando solo a guardare  quanto sia alto un atleta, badando quindi solo alla sua fisicità”. Naturalmente i nuovi sistemi d’allenamento hanno permesso anche ad atleti con una stazza notevole, di essere più veloci: “E’ vero, prova ne sia la nazionale russa, con atleti sopra i due metri e quindici come i due centrali Alexandre Volkov e Dmitriy Muserskiy, che nonostante la mole sono abbastanza veloci, grazie ai nuovi sistemi di allenamenti.  Mi auguro che i nuovi giovani allenatori non perdano di vista l’essenziale della pallavolo, cioè conoscere i fondamentali di base ed insegnarli ai ragazzi”.

Questo cambiamento lo si è notato a vista d’occhio anche nella generazione successiva (generazione di fenomeni) che ha potuto però, usufruire del contributo mediatico offerto dagli sponsor, dai midia ed economico. “La nazionale di cui facevo parte si è tolta comunque delle soddisfazioni – ci dice sorridendo Cesare Pellegrino – superando avversari blasonati come Russia e Bulgaria, in competizioni internazionali”. All’apice della sua carriera, resta però, un grande rimpianto: “Le Olimpiadi di Los Angeles. Ero stato selezionato tra i 33 preolimpici, ma a causa di gravi problemi familiari, uniti ad un infortunio al ginocchio che mi ha imposto uno stop forzato di tre mesi quando giocavo in  A1 a Chieti, non ho potuto partecipare a quell’evento. Facevo parte della nazionale under 23, che era il principale serbatoio della squadra maggiore”.

L’esperienza col Col di Reggio Calabria lo ha gratificato molto: “I mondiali mi hanno dato molta soddisfazione, fare parte del comitato organizzatore locale per questa tappa di Reggio, mi ha reso felice perché ho dato un contributo alla mia città. Tutto è andato per il verso giusto ed avere due squadre blasonate come i campioni olimpici, gli Usa, e l’Argentina, squadra ricca di grandi tradizioni sportive, è la classica ciliegina sulla torta”.

Foto di gruppo: Nazionale Under 23 – Coppa Europa Occidentale – 1981 – In piedi da sinistra: All. Pavlica, Vecchi, Olleia, Pellegrino, Errichiello, Salomone, Ninfa, Saetti, Baraldi, Venturi, Battisti (2°All.), Berselli. Accosciati da sinistra: Bortolani (mass.) dott.Orlando, Recine, Angelelli, Anastasi, Gobbi, Faverio.

 

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