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VOLLEY PUBBLIEMME PIZZO – La nuova avventura di Cesare Pellegrino

Lo sport è fatto di gesti atletici, tecnici, lo sport è fatto di uomini.

– di Claudia Lentini

Pizzo Calabro 4 settembre 2010 – Nuovo campionato per Cesare Pellegrino, la B2 maschile girone I, nuova società, roster ed obiettivi. Il coach reggino ci ha raccontato senza mai sottrarsi un anno di lavoro con lo sguardo fisso al futuro. A lui il ringraziamento per averci consentito di introdurci anche all’interno di privatissime stanze.

CESARE PELLEGRINO: Head coach Volley Pubbliemme Pizzo

E’ passato un anno dall’ultima intervista, pratica MyMamy archiviata, vorrei però fare con te qualche riflessione. Quello 2009-2010 è stato un campionato di B1 certamente impegnativo, girone C notoriamente ostico specie sotto il profilo del carattere, certamente più stressante degli altri due, campionato anche molto equilibrato, le squadre non hanno regalato niente a nessuno, tranne qualche eccezione

La MyMamy era una nuova realtà, approcciava per la prima volta il campionato di B1, il suo obiettivo era quello di fare una stagione tranquilla e ci siamo riusciti con l’ottavo posto. A parte tutte le problematiche del girone ed i ritiri delle squadre nel corso dell’anno, è stato un campionato abbastanza combattuto, anche come risultato finale, Gela è sembrata la squadra più forte, però ci sono state delle formazioni che, a mio giudizio, hanno mancato l’obiettivo come Chieti e Brolo. Per quanto riguarda la mia squadra, il risultato è stato ottenuto già nella prima parte del campionato, nel girone d’andata. – Per te alla MyMamy una panchina corta, anche difficile da gestire per via di forti personalità in campo – Concordo sulla panchina corta, però non mi è stato difficile gestire, sicuramente c’erano delle personalità forti. Non era la prima volta che allenavo giocatori con un passato importante, vedi Henry Rodriguez, che è stato il più forte giocatore venezuelano, ha fatto la differenza nel nostro campionato di A1 per tanti anni, l’ho allento a Brolo, ma anche Montaruli, Lopis tanta serie A anche per lui, ed altri giocatori.  – avevi un campione in campo intorno al quale organizzare il gioco – un giocatore importante che ha fatto il suo abbastanza bene.
Si poteva ottenere di più in termini di classifica, maggiori soddisfazioni, avete battuto con gran merito le prime della classe, fatta eccezione per l’Eurotec di Rifelli, e perso con squadre di minor valore del vostro – si è vero – è mancata la continuità di gioco – abbiamo avuto dei problemi, vari infortuni e purtroppo la panchina corta ha pesato durante l’anno. Ci siamo tolti anche tante soddisfazioni battendo tutte le prime tranne il Gela come hai detto tu – anche con merito – sì, certamente con merito, 3 a 0 a Molfetta, 3 a 0 al Turi, 3 a 1 all’Alberobello, squadre sicuramente di prima fascia. – Anche belle sorprese, hai fatto giocare da titolare qualche giovane – Ho lanciato Giovanni Di Giorgio, grande soddisfazione mi ha dato Luciano Azzarà fin quando è rimasto, perchè è un ragazzo di Reggio, uno che ha ricoperto tutti i ruoli quando l’ho messo in campo, l’unico rammarico l’aver avuto una panchina corta perché personalmente non ho potuto svolgere il mio lavoro come avrei voluto, non potevo fare degli allenamenti che mi permettessero di provare alcune cose.  – Quanto c’è di coraggioso o di disperato in una scelta così? – Faccio giocare chi merita, ho visto che i ragazzi potevano stare in campo, ho rischiato quando si doveva. Penso d’essere abbastanza esperto col mio vissuto da giocatore e da allenatore per capire in determinate situazioni di gioco quando questi ragazzi potevano stare in campo. – Una scelta consapevole – nello sport non puoi andare a fortuna o disperazione, ho visto che Di Giorgio meritava di giocare al posto di Signorini e l’ho inserito, so che quest’estate ha avuto un buon mercato, è andato a Corigliano, diciamo che la soddisfazione più grande dello scorso anno è stata aver lanciato lui. – Cos’è rimasto al coach di quel campionato? – Una bell’esperienza a Reggio Calabria, la mia città. – Cos’è rimasto a Cesare di quell’esperienza? – …un’esperienza. – Nostalgia di Reggio? – Nessuna.

Pizzo Calabro, c’è una bella energia qui

Sono abituati a vincere, vengono da due campionati dove non hanno mai perso. Hanno molto entusiasmo, si prestano a tutto, sono anche consapevoli d’aver poca esperienza per i campionati nazionali, mi hanno però fatto capire d’essere disponibili a ciò che suggerisco, per il momento le cose stanno andando abbastanza bene. So che hanno un buon progetto, costruttivo – anche ambizioso – sì, ambizioso, probabilmente anche per via della vicinanza di Vibo Valentia, vogliono dimostrare d’essere all’altezza, poi Pizzo Calabro è una cittadina piccolina di 9.000 abitanti. – Voglio soffermarmi proprio su Pizzo, tutt’intorno alla squadra c’è tanto lavoro, tante aspettative, ma anche tanta voglia di fare che sembra però coinvolgere quasi una comunità, non è solo la dirigenza – una cosa particolare è che la gente, diciamo normale, partecipa, viene a vedere gli allenamenti, sono vicini alla squadra, ci sono per strada, ci chiedono quando inizia il campionato, come va la squadra, insomma sono molto interessati, Pizzo poi, ha una tradizione pallavolistica trentennale, lo stesso direttore sportivo Claudio Caruso, trent’anni fa è stato uno dei promotori della pallavolo a Pizzo ed è anche abbastanza aggiornato sui giocatori. – In base alla tua esperienza, vivere lo sport nelle piccole realtà aiuta il coach o lo condiziona? – No, personalmente non mi condiziona – mette sotto pressione o aiuta? – quando faccio un allenamento, quando sto in palestra con i ragazzi, vedo che c’è molta attenzione tra chi assiste, però sinceramente sono molto geloso dei miei allenamenti, soprattutto sul come mi comporto con la squadra, quindi in questo senso, con i giocatori, vorrei stare in una campana di vetro. Capisco che la gente ha bisogno di stare vicino alla squadra, allora mi sto adattando a quest’esigenza, ho già dettato delle regole, però mi sto adattando a questa nuova realtà. – Cesare perché hai scelto la B2? – Veramente non ho guardato la categoria, assolutamente non l’ho guardata. L’anno scorso avevo sposato un progetto con la MyMamy, purtroppo per tantissime cause non è andato avanti, e mi rammarico di questo, moltissimo, perché è la mia città, perché il presidente è un ex compagno di squadra, però purtroppo abbiamo dovuto scegliere vie diverse, abbiamo fatto scelte diverse, soprattutto io ho fatto una scelta diversa perché ero stato riconfermato a Reggio Calabria. Non ho guardato la categoria, ho badato ad una società che mi desse un grande stimolo, è quello che cerco sempre per poter realizzare i miei progetti, i miei sogni, Pizzo si prestava abbastanza bene a questo. Conoscevo già qualcuno, mi sono informato sul loro progetto, sentiti mi hanno proposto determinate cose, mi hanno riferito che si sarebbe fatta una squadra di primo livello per vincere il campionato, non bisogna negarlo, è una squadra che aspira a vincere il campionato, questo mi ha fatto decidere di venire a Pizzo.

Pubbliemme Volley, parlami della tua nuova società. Ieri il Presidente ha dichiarato di voler certamente vincere il campionato, no play off, vittoria del campionato, ed un buon piazzamento in Coppa Italia

Lo so, ho una grossa responsabilità, è giusto accettare le sfide. La prossima settimana inizierà la coppa, so che ci tengono a ben figurare quindi siamo partiti per tempo con la preparazione per poter fare bene anche in coppa. Naturalmente il mio obiettivo è quello di vincere il campionato, vedo iil presidente, i dirigenti, che ci tengono a far bella figura,  a proporre una squadra che dia soddisfazione alla città. – La tua collaborazione con la Pubbliemme è a termine oppure legata ad un progetto di lungo periodo? – Non abbiamo discusso di questo, per abitudine non stipulo mai contratti pluriennali, non mi voglio vincolare a nessuno, poi se ci troveremo bene si può continuare, intanto l’obiettivo è vincere il campionato, poi vedremo, sono cose che verranno dopo, per il momento ci stiamo conoscendo, anche se sapevano chi ero e.. con calma durante l’anno si deciderà, in un anno può succedere di tutto. – Al di là dei risultati che certamente arriveranno, cosa ti senti di suggerire a questa realtà emergente del Volley nazionale – Mi sento di suggerire che sicuramente verranno delle difficoltà, è normale, non può funzionare sempre tutto bene, loro vengono da un periodo molto felice, ma la realtà che si va ad affrontare è ben diversa, si tratta di un campionato nazionale dove ci sono squadre ben attrezzate, formazioni come il Paola, hanno già dichiarato che vinceranno la B2, quindi dobbiamo procedere coi piedi di piombo, c’è tanto entusiasmo, però anche i dirigenti devono capire che dobbiamo giocare partita per partita, vincere sì il campionato, ma pensare che per ottenere questo risultato ci devono essere determinate condizioni. Dobbiamo fare di volta in volta il meglio possibile, ma anche giocare le partite con uno spettacolo degno di una pallavolo d’alto livello, che è quella che sto allenando, che è quella che voglio si giochi. – Sei qui da qualche giorno, forse il futuro ti riserva altri itinerari sportivi, sei però disposto a fare una scommessa con me, una sorta di previsione futura. Nel tempo, dove può arrivare la squadra di Augusto Donato? – Ci sono tutti i presupposti per arrivare in alto, la società è salda, è forte, ha le spalle abbastanza solide da quello che vedo, sicuramente hanno fatto dei sacrifici per allestire una squadra di primo livello come la nostra – ma nel tempo una serie A ce la vedi? – Non so.. tutto può succedere.. da quanto vedo sono solidi sotto ogni profilo – quindi è possibile? – sì, è possibile.

Il campionato 2010-2011, quali difficoltà prevedi di dover affrontare?

Le difficoltà sono sempre tante. Ho una squadra nuova al 100%, dello scorso anno sono rimasti in 5, però stiamo lavorando bene in palestra e sono soddisfatto del gruppo – della tua squadra paliamo dopo. Il campionato, che difficoltà sotto il profilo tecnico, che tipo di gioco, che tipo di squadre t’aspetti – La B2 è difficile, partire per vincere rende tutto ancora più difficile, le squadre sanno che sei di prima fascia, che fai un campionato per arrivare ai primi posti, è normale che gli avversari giocheranno alla morte, dobbiamo essere preparati a questo, i miei giocatori lo sanno, li ho responsabilizzati, sanno d’esser qui per vincere. Le difficoltà stanno nell’affrontare squadre come il Paola, come Tremestieri che ultimamente si sta attrezzando bene, come Lauria, come Giarratana, è necessario poi stare sempre all’erta con le squadre di secondo livello, le partite storte ci possono essere, bisogna cercare di sbagliare meno possibile – ci sono personalità importanti in questo campionato? – Sì, ex giocatori di serie A, Paola ha preso Kunda, Tremestieri ha giocatori che provengono da Gela come Giuffridadall’Eurotec promossa in A2 – hanno Grilli, un giocatore con un passato importante, Zaccareo anche lui Eurotec, quindi giocatori che in questa categoria possono fare la differenza. Il calendario poi ci ha riservato una sorpresa, nelle prime quattro partite becchiamo il Tremestieri in casa e Paola fuori la quarta gara, diciamo che fin da subito si può determinare qualcosa d’importante – può essere un vantaggio o una svantaggio, puoi trovare squadre impreparate o magari esserlo tu – infatti, credo che molto dipenda da noi. – Due settimane di preparazione atletica, mi dici che lavoro hai svolto? – Per la prima parte ho fatto un lavoro di resistenza, di condizionamento fisico perché dopo 3 mesi di stop la ripresa va fatta in modo graduale per evitare traumi muscolari, nella seconda parte stiamo facendo un lavoro di forza, abbiamo iniziato i pesi da qualche giorno, nella terza parte farò un lavoro di sviluppo della forza, sviluppo della velocità. – C’è qualcuno decisamente fuori forma, hai studiato un lavoro specifico per gli atleti su di peso? – Sì, si tratta d’atleti formati fisicamente in modo diverso rispetto agli altri, quindi c’impiegano più tempo per entrare in forma, dopo ogni seduta d’allenamento hanno svolto 30/40 minuti di corsa lenta per dimagrire, stiamo anche provvedendo affinché facciano una dieta appropriata.

Staff tecnico, Saverio Amerato

Saverio Amerato ha portato la squadra in B2, è una persona che stimo molto, esperto, ha lavorato nel settore giovanile della Callipo, ma la cosa che mi ha fatto veramente piacere è sapere che, nonostante avesse deciso di occuparsi dei ragazzi, quando la scelta è ricaduta su di me per la prima squadra, c’erano in lista anche altri allenatori, Saverio ha manifestato il desiderio d’affiancarmi. Questo mi ha reso felice. – Quali sono le sue mansioni? – Cura la parte tattica, quando sta in panchina si occupa della squadra avversaria. – Altri nello staff?Kekko Riga, sarà il nostro scoutman – Kekko ricopre anche il ruolo di Team Manager – Kekko fa tutto, proprio tutto.

Roster Pubbliemme. Che potenzialità può esprimere il tuo roster?

Abbiamo due palleggiatori dalle caratteristiche molto diverse, Neri e Ferraiolo. Andrea Neri è un brevilineo, abituato ad un gioco veloce, giocatore esperto, ha fatto tanti anni in B, anche una promozione alla Callipo dall’A2 all’A1 da secondo. Fabrizio Ferraiolo, (1.96h), è un giocatore che ho sempre seguito, mi è sempre piaciuto perché è molto interessante, bravo a muro, stiamo lavorando sulla velocità della palla, vorrei che mi facesse un gioco anche lui più veloce. – Vorrei soffermarmi sulle potenzialità del gruppo. E’ corretto dire che hai 10 giocatori? – Ne ho 11 anche 12, ogni tanti si aggrega Peppe Defina, team manager della Callipo, mi piace molto perché è un atleta modello – vedendo la squadra ho avuto l’impressione che, fatte salve le caratteristiche individuali, tutti i tuoi giocatori possono avere spazio in campo – Come no, certamente, poi sono un allenatore che da spazio a tutti – non hai atleti allenanti, tutti potenzialmente da parquet – si è così, ho cambiato il ruolo a Marco Mafrica, sto provando ad impostarlo come secondo opposto, credo mi possa dare di più in quel ruolo, stiamo lavorando anche su questo, e comunque sì, sono soddisfatto dell’organico – Guardiamo insieme i ruoli. Mi ha detto dei palleggiatori, cosa vuoi che facciano in più? – Stiamo lavorando su una palla veloce, mi piace il gioco veloce, soprattutto per le bande, ho degli attaccanti con determinate caratteristiche utili per certi palloni, sono veloci sia di gambe sia di braccia, quindi stiamo lavorando per aggiustare soprattutto questa palla. Come ho già detto l’organico è nuovo, si stanno conoscendo, stiamo lavorando su che tipo di palla attaccare, ripeto amo il gioco veloce. Dal punto di vista tattico proveremo delle soluzioni, ci regoleremo in base agli avversari. – Procediamo con gli altri ruoli – Ali, posti quattro, Kiossev, Sacco e Butera, i primi due sono giocatori esperti, specie Kiossev, mi da garanzia soprattutto nel cambio palla, in ricezione vedo che è una sicurezza per la squadra, i ragazzi si affidano molto a lui, è venuto per fare la differenza. E’ un attaccante potente, ha diversi colpi, sa ricevere nella sua zona, sa murare, è un giocatore abbastanza completo. Sacco predilige la palla veloce, ha un braccio molto veloce, quindi predilige una palla super veloce, è dotato di una ricezione abbastanza importante, una battuta che mette in difficoltà gli avversari, mi auguro continui così. La terza ala è Butera, ragazzo interessantissimo, l’ho voluto proprio perché è molto interessante – è del ’90 – è un ragazzo lamentino con un passato in B1 un paio d’anni fa, poi ha avuto problemi familiari, quando l’ho visto a luglio sono rimasto subito colpito, è un ragazzo che segue, che giocherà parecchio, devono stare attenti i suoi compagni di ruolo. I centrali, Presta, è stato più o meno in questa categoria, ha fatto qualche anno di B1, è alto 2.02, predilige la palla spostata, non vicino al palleggiatore, una palla a C, stiamo lavorando su questo, lui mi può dare tanto sia a muro che in attacco, è un centrale che in questa categoria fa la differenza. Andrea Calabrò è l’altro centrale, un ragazzo che ho voluto io, di Reggio Calabria, con un passato in B1, l’ho allenato a Palmi, a Reggio Calabria nella Dacca, mi dà sicurezza sia a muro sia nel primo tempo, molto agonista quindi mi piace molto, anche come mentalità, mi può tirare la squadra, insomma, tecnicamente molto valido. In questa categoria Andrea è uno dei migliori centrali insieme a Presta. Il terzo centrale, D’Agostino, era un titolare dell’anno scorso, anche lui ha un tempo un po’ più lento rispetto agli altri, quindi stiamo lavorando per velocizzare, però come prima scelta di cambio per me è una sicurezza. – In quanto tempo prevedi di armonizzare la squadra? – C’è ancora molto da lavorare, spero prima dell’inizio del campionato – il 17 ottobre – un mese può essere il giusto tempo anche perché adesso i carichi di lavoro sono pesanti, abbiamo iniziato i pesi, insomma ci vuole ancora un po’. – Libero ed opposto – il libero è una garanzia per questa categoria, Checco Defina ha fatto tanti anni di serie A, tanti di B, dotato di buonissima tecnica individuale, dà sicurezza alla squadra sia in ricezione sia in difesa. Secondo opposto Mafrica, è stato adattato in questo ruolo da 15 giorni, prima era centrale, penso che troverà molto più spazio a fare il secondo opposto, naturalmente se dovesse servirmi come centrale lo userò in questo ruolo, potente, prende la palla alta, stiamo lavorando per migliorare la tecnica, il braccio, la mano, come indirizzarli, è un grande lavoratore e segue molto. Il primo opposto è Luca Ballico, ancora non sta bene fisicamente, è 2.00h, massiccio, più pesante degli altri, un fisico molto diverso dagli altri ed ha bisogno di più tempo per entrare in condizione. Luca deve fare la differenza, l’opposto in questa categoria è quello che fa la differenza, lo sto aspettando, lavoriamo molto per metterlo nella miglior condizione possibile sotto il profilo fisico, è molto tecnico, ha buoni colpi, fino allo scorso anno ha giocato in B1, anche lui ha scelto di scendere di categoria perché il progetto di Pizzo è importante. Mi aspetto molto da lui. – Difesa, ricezione hai in mente di fare un lavoro specifico? – Ci sono dei giorni prestabiliti dove lavoro di più sulla ricezione e sulla difesa, soprattutto sulle ripetizioni della difesa, della battuta e ricezione, è risaputo che se una squadra batte bene riceve anche bene – questo è un campionato che si vince in ricezione? – No, secondo me si vince a muro, per quanto riguarda la ricezione, ho degli atleti preparati, esperti in questo fondamentale, che mi garantiscono un determinato cambio palla – in termini generali il campionato – No, penso che questo campionato si vinca a muro, i punti si fanno a muro. La nostra squadra è comunque più forte in attacco che in difesa, essendo dotati di attaccanti molto alti e grossi, magari dietro potremmo avere qualche difficoltà, stiamo quindi lavorando per la prima fase cioè il muro.

Descrivimi in una battuta i tuoi giocatori, personalità e tecnica

Checco De Fina.. il saggio. E’ un ragazzo molto tranquillo, anzi vorrei fosse più vivace soprattutto per il ruolo, è anche uno dei consiglieri della società che, insieme a me, cerca di indirizzarli su quel che c’è da fare.

Veliza Kiosev.. non discuto la sua tecnica, è bravo, mi piace, è un giocatore grintoso, molto grintoso, è uno che devo calmare, ecco Grintoso.

Andrea Neri.. Esperto. E’ un giocatore esperto.

Andrea Presta.. è un giocatore che va sempre stimolato.

Fabrizio Ferraiolo.. lo vedo giocarsi il posto con Neri – possiamo definirlo l’antagonista? – Si. L’antagonista

Marco Mafrica.. L’animale. E’ un animale da palestra.

Andrea D’Agostino.. Si deve svegliare un po’, specie per gli orari, arriva sempre in ritardo, è un bravissimo ragazzo, però si deve svegliare, deve essere più professionale. Ritardatario

Giovanni Sacco.. Mi ha sempre detto che gli sarebbe piaciuto essere allenato da me, lo conosco da anni, ha avuto sempre tanta stima di me – un tuo estimatore – si, vada per estimatore.

Andrea Calabrò.. Non voglio offendere nessuno, ma Andrea è “il mio figlioccio”, lo chiamo sempre così, lui lo sa. E’ uno che non si tira mai indietro, come carattere posso dire che.. rispecchia me da giovane – ti rivedi in lui – ruoli diversi ma stesso carattere. Il figlioccio.

Vittorio Butera.. E’ un ragazzo molto serio per la sua età.. deve prendere sicurezza, lo vedo ancora molto insicuro, credo che dipende dal fatto che ha giocato poco.

Peppe De Fina.. Lo stimo molto, per la sua carriera e come atleta. Lo scorso anno ha dato una grande mano alla squadra adattandosi in più ruoli. Tiene alla forma, cura molto il fisico, ed anche se non lo avrò sempre a mia disposizione, è un giocatore che mi può dare tanto, specie sotto il profilo morale.

Luca Ballico.. settentrionale meridionale.

Nelle ore precedenti la gara cosa fai? Ti isoli, hai bisogno di star solo con te stesso, esegui un qualche rituale scaramantico.. o cosa?

Sono abbastanza tranquillo, tutta la settimana si lavora per preparare al meglio la partita, quindi so d’aver fatto tutto per mettere la squadra a suo agio, so d’aver dato le indicazioni necessarie per affrontare l’avversario nel miglior modo possibile. Ai ragazzi dico sempre che quando entrano nello spogliatoio prima della partita, è già iniziato il primo set, li voglio belli carichi e concentrati.
Facciamo un ripasso generale delle indicazioni date dal video, poi pronti per il riscaldamento.
Il dopo gara.. mentre il pre gara è quasi sempre lo stesso, il dopo gara naturalmente rispecchia molto l’andamento della partita. Sicuramente mi vede molto stanco, vivo molto la partita, come se avessi giocato io stesso, l’adrenalina si abbassa, mi viene quasi voglia d’appisolarmi. Guardo subito i riferimenti della partita in tutti i casi ed analizzo immediatamente sia le cose positive sia quelle negative, comunque non sublimo mai una vittoria importante, come non mi abbatto per una sconfitta pesante.
Mi ricordo sempre di una cosa, me la diceva l’allenatore della nazionale juniores, il mitico Prof. Anderlini, padre è maestro della nostra generazione: “Cesare ricordati, l’allenatore è solo nel bene e nel male”. Parole sante, grande Prof !!!!!!!

Cesare Pellegrino, un ragazzino calabrese che è riuscito a realizzare un sogno, girare il mondo grazie alla sua passione, al suo talento, allo sport che ha praticato. Parlami di quel ragazzino

… forse mi è rimasto un rammarico… però, sono le cose della vita… penso che avrei potuto dare di più.. più di quanto io abbia fatto.

Sono andato via da casa molto giovane, purtroppo ho avuto la disgrazia di subire la perdita di un genitore.. che ha condizionato molto il mio cammino professionale. Sono dovuto tornare a Reggio Calabria quando ancora giocavo in serie A1, ho fatto una scelta, ho preferito la mia famiglia ad una carriera aperta davanti a me. Ero nel giro della Nazionale, ho perso questa possibilità. Quando scendi di categoria, anche se sei nel giro, ci sono altri giocatori che vengono chiamati.

.. E’ stata una scelta. Nonostante sapessi ciò cui andavo incontro, non ci ho pensato neanche un momento a tornare a casa.

E’ stata una scelta di vita. – E’ stata una scelta – Purtroppo quando succedono queste cose.. diciamo che le responsabilità mi sono piovute addosso quand’ero molto giovane, avevo quattro sorelle più piccole, una mamma vedova a quarant’anni.. non è una cosa facile.

Sono tornato per stare vicino alla famiglia, ho ripreso a giocare nella mia città, dopo è venuta pure la serie A, a Reggio, però.. tanti treni sono passati, come quello delle olimpiadi.. e li ho persi… però.. va bene così.

Questa la parte di rammarico. La gioia, le emozioni? – Giocare contro tantissimi campioni stranieri, insieme a campioni stranieri, essere stimato come giocatore e come persona. Le soddisfazioni sono tante quando si gioca in serie A.. anche le partite vinte, una finale di Coppa Europea.. a diciott’anni, diciannov’anni sono cose che ti restano.
Penso d’aver lasciato qualcosa nel mio piccolo, qualcosa d’importante perché tantissima gente ancora si ricorda di me, mi stima, ci sentiamo..  diciamo che.. forse la mia città mi ha dato meno di quanto avrei sicuramente meritato… dico in generale.

Competenza, esperienza, che però, mi a sia permesso, potrebbe portare maggiori frutti, penso ad esempio a quanto potresti dare di te alla tua terra, ai giovani, calabresi e non, alla Fipav. E’ una questione di politica distratta o semplicemente politicante?

Politica politicante.
Sono poi uno molto riservato, non so vendermi, non mi sono mai venduto bene, non sono mai andato a chiedere a destra o sinistra.. pensavo d’essere apprezzato per il mio vissuto però.. purtroppo non funziona così.

Cesare Pellegrino, membro del Col di Reggio Calabria, vero campione, alle spalle tante stagioni in serie A, in Nazionale, da allenatore poi hai girato l’Italia in lungo e largo, per lo più in campionati di B1 maschile e femminile, ma anche tante importanti, forzose rinunce in più fasi di vita. Casa sogni, speri, progetti per il tuo futuro professionale?

Purtroppo nella pallavolo degli ultimi anni, soprattutto a causa delle difficoltà economiche, ci sono state poche società in grado di lavorare serenamente. Spero d’incontrare società che abbiano buoni progetti – Oggettivamente, ritieni di poter ben fare fin dove? Man mano cresciamo anche professionalmente. A questo punto cosa ti senti di poter fare con serenità? – Tutto!

Casa sogna, spera, progetta l’uomo Cesare Pellegrino?

La mia più grande aspirazione, sono un allenatore, è migliorare, allenare sempre in categorie superiori.. anche se ho rinunciato tante volte come hai detto prima, per varie situazioni familiari infelici che mi sono capitate, soprattutto negli ultimi anni.. ho rinunciato alla carriera per stare vicino alla famiglia.

.. Da questo punto di vista, magari, sono stato sfortunato.. però.. penso ci sia un periodo per alcune cose ed uno per altre.. l’importante è essere soddisfatti di ciò che si fa, io do sempre il massimo, sia che mi trovi ad allenare in C, in B o in serie A… ho la coscienza pulita da questo punto di vista.

Mi interessa dell’uomo, sapere cosa sogna, cosa spera Cesare – Che sogna l’uomo?… sono una persona onesta, sogno che gli altri si comportino con me di conseguenza – sogni un mondo migliore? – tutti sognano un mondo migliore, però.. sono onesto, sempre disponibile.. ho preso tante fregature.. in generale.. non imparo mai!.. spero che gli altri si comportino con me come io faccio con loro.

Vuoi aggiungere qualcosa, un messaggio da inviare?

Fin dal primo giorno ho detto ai miei ragazzi che voglio massima chiarezza e trasparenza perché io sono così. Voglio che le cose possano essere discusse, risolte tra noi – quindi cosa dici ai tuoi ragazzi? – massima chiarezza e trasparenza nel nostro rapporto – pretendi un rapporto leale, dove ci si possa dire tutto in faccia e che rimanga lì – Sì,  perché sono una persona leale.

Lo sport è fatto di gesti atletici, tecnici, lo sport è fatto di uomini, solo guardando dentro, indagando le loro anime, si può comprenderne il significato autentico.

Buon lavoro coach!

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