Zona Fabliaux – Enza Miele, psicologa

Cosa saresti voluto diventare da piccola?

Notaio

Perché?

Piaceva l’idea che con una firma avrei risolto tutto.

Quale piatto offriresti al tuo peggior nemico?

Trippa con patate.

La tua foto più bella?

Sulla costiera amalfitana, in moto.

Doccia o bagno?

Doccia in settimana, bagno nel weekend.

Topolino o Paperino.

Topolino.

Perché?

Perché è più intelligente.

Pirata o signore?

Signora con un che di pirata.

Guardia o ladro?

Guardia.

Ti dispiace esserlo?

In effetti a volte sÌ.

Un studioso sopravvalutato?

Bion.

Il sottovalutato?

Adler, uno psicologo sociale.

L’uomo più bello?

Il direttore della mia scuola di psicoterapia.  A detta di tutti brutto, per me bellissimo.

Se tu fossi un animale?

Una pantera.

Perché?

Per gli occhi.

L’animale che rappresenta meno?

La lince, astuta e poco affidabile.

Se fossi un frutto?

L’anguria, pienotta ma con semi che infastidiscono.

Il momento più appagante che hai vissuto?

Il riconoscimento della specializzazione, non il pezzo di carta in sé.

Come avresti voluto vivere?

Con più spensieratezza.

Una tua virtù?

Affidabile.

Un vizio?

Cerco sempre il perché delle cose.

Cosa ami nel prossimo?

L’altruismo.

Lo sport preferito?

Ju-Jitsu.

Sei una donna d’amore o di libertà?

Di libertà, in tutti i sensi.

Una definizione per Freud?

Sviluppo psicosessuale.

Troppo sesso di mezzo?

Sì, in parte troppo ridondante.

Per Thomas Harris?

OK.

Per Jung?

Coinvolgente fino all’estraneazione… Fino a poter visualizzare cosa ti comunica.

Una scusa per dare buca?

Il lavoro, visto che non è solo d’ufficio.

Una città dove ti piacerebbe perderti?

New York.

Un miracolo a cui hai assistito?

Resistere tre anni a Zurigo.

Il miracolo che hai fatto?

In terapia vedo sempre i miracoli che faccio.

Come immagini Dio?

Luce, calore, accoglienza.

Il film preferito?

Beautiful mind.

Il libro?

L’autobiografia di Jung.

Bianco e nero o a colori?

A colori, ma prima ero più in bianco e nero.

La tua bugia più assurda?

Lavoravo in discoteca al bar, ma dicevo a mia madre che stavo all’entrata a staccare i biglietti.

A cosa rinunceresti delle cose che ami se fossi obbligato a scegliere?

A ballare la salsa.

Il tuo ricordo più bello?

Le immersioni nel Mar Rosso.

L’ultima scazzottata?

In palestra facendo Kick boxing.

Una battuta, una frase che non si dimentica…

Non fa male! (dal film Rocky)

Cosa fai appena sveglia?

Il caffè.

L’errore che non ricommetteresti?

Avrei dovuto dedicarmi di più al tempo libero.

La scelta più felice?

Lasciare il mio ex ragazzo.

Che fai quando sei arrabbiata?

Faccio sport.

E quando sei euforica?

Posso anche saltare sui tavoli.

Il personaggio celebre che hai ammirato?

Renzo Arbore.

Quale canzone avresti voluto presentare tu a Sanremo? E dettando con chi?

Trottolino amoroso, dettando con mia sorella.

Di petto, alle spalle o la fuga?

Di petto.

Quella volta che non saresti dovuta partire?

Andare in vacanza con la persona sbagliata.

Cosa detesti nel prossimo?

L’avarizia.

Odio…

Razzismo, menefreghismo, arroganza, perbenismo.

Amo…

Buona cucina, buona compagnia, famiglia.

Come ti piacerebbe morire?

Una morte immediata.

antravim@gmail.com