– di Corrado Speziale –
In tre spettacoli andati in scena al teatro Clan Off di Messina, l’opera del giovane autore, regista e attore messinese ha riscosso un grande successo di pubblico.
“82 Pietre” per abbattere i pregiudizi e accendere gli animi e la sensibilità sulla condizione umana del nostro tempo. Un fragore forte dall’effetto dirompente, che paradossalmente ha per protagonisti il silenzio di una donna e la semplicità di una storia scritta e recitata con cura che ha prodotto applausi ed emozioni. Parole d’ordine: dignità e verità, in antitesi alle omologazioni e ai pregiudizi, con notevoli spunti di riflessione. “Riflessioni”, appunto, è la sezione in cui lo spettacolo è stato inserito nella stagione del teatro Clan Off, dov’è andato in scena con successo con tre recite in quest’ultimo week end.
“82 Pietre” è teatro di impegno civile targato Messina, produzione Maurizio Puglisi per Nutrimenti Terrestri, regia di Simone Corso e Adriana Mangano, protagonisti anche in scena al fianco di Antonio Alveario in un’ottima interpretazione in cui la storia, intensa e profonda, ha lasciato a volte spazio a momenti di leggerezza con battute di quest’ultimo che hanno appassionato il pubblico. L’effetto è quello di una storia dall’ambientamento semplice che porta con sé un argomento dai toni forti. Elementi ben veicolati dal progetto delle luci dal taglio inconfondibile di Renzo Di Chio, dall’allestimento scenico di Mariella Bellantone e dai costumi di Cinzia Preitano. Assistente alla regia, Stefania Catalfamo.
“82 Pietre” a giugno era risultato vincitore della sesta edizione della rassegna “I Teatri del Sacro”, per la categoria Spettacoli inediti, incentrata sulle “Opere di Misericordia”, in particolare, “Vestire gli ignudi”, con prima nazionale ad Ascoli Piceno.
“82 Pietre” svela gli atteggiamenti che caratterizzano una società che fugge dalle proprie paure e responsabilità. Una tranquillissima stazione dei carabinieri di un paese sperduto di montagna diviene teatro della vicenda con comportamenti e visioni totalmente differenti tra il comandante e un giovane brigadiere. È la società di oggi che si rispecchia nei ruoli dei due carabinieri intorno alla difficoltà oggettiva dettata dal ritrovamento di una ragazza nuda in strada, sconosciuta, in mezzo alla neve, con le ovvie deduzioni e considerazioni che ne conseguono. In quell’ambiente ristretto si incrociano differenti visioni e comportamenti, premure e affanni, giudizi e pregiudizi, modi di pensare e di operare al cospetto di una donna che resta misteriosamente nel silenzio. E ad un certo punto in scena cadrà un buio profondo…
Sullo sfondo, una storia reale ma di genere differente, vissuta altrove, a distanza anche di tempo. Ma fin dove può arrivare la spettacolarizzazione di una violenza disumana? Cosa può suscitare la nudità di un’incolpevole donna dinnanzi ad un mondo pervaso dall’indifferenza verso un dramma personale? Allora, fermarsi e riflettere, compenetrarsi nella storia è un atto necessario. Così come lo è scrutare fuori dal protocollo di una caserma dei carabinieri per concentrare piuttosto le proprie attenzioni dentro l’animo umano.
L’atteggiamento della ragazza, che rimane zitta, nuda e immobile davanti ai carabinieri è una risposta durissima alla società. Le parole che non dice, le reazioni che non ha, sono un ammonimento esemplare. Corpo nudo, ma coperto da verità che l’uomo non vuol vedere e dalle quali è solito fuggire. È una presenza fragile e forte al tempo stesso, il cui silenzio assordante disegna nell’aria un tormento che lascia spazio prima al mistero, poi ad una dura realtà. Cosicché metaforicamente è la società a svestirsi, in attesa di ritrovare la propria umanità.
Da qui, il messaggio: vestire gli ignudi del nostro tempo, dare soccorso, restituire dignità e integrità all’essere umano.
“82 Pietre”, al cospetto di una società che ha tanto su cui interrogarsi e riflettere, è uno spettacolo da vedere e divulgare.
Prossima tappa, il 15 dicembre allo Spazio ZŌ di Catania, mentre il 10 marzo dell’anno prossimo lo spettacolo andrà in scena nell’ambito del deSidera Festival, al Teatro Oscar di Milano.
Foto di scena Giuseppe Contarini
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