E’ infatti in fase di definizione il progetto ”Ricerca dei limiti ambientali, alieutici e di filiera allo sfruttamento del gambero” realizzato nell’ambito del programma ”Innovazione dei Distretti” e promosso dalla Regione siciliana e dal ministero dello Sviluppo Economico.
”Il gambero rappresenta il 21% del nostro pescato – ha spiegato il presidente del distretto produttivo della pesca, Giovanni Tumbiolo – e il 40% del nostro fatturato, ma possiamo fare di piu’.
Subiamo la concorrenza dal Sudamerica, Cina e dai mari del nord”. Il progetto, di cui il distretto della Pesca e’ capofila, ha il supporto scientifico dell’Ispra, del parco Scientifico e tecnologico della Sicilia, l’universita’ di Palermo e l’istituto zooprofilattico. L’obiettivo e’ stato quello di identificare i limiti ambientali della pesca del gambero nonche” la resa, il danneggiamento degli attrezzi e i limiti commerciali e di filiera come la temperatura di congelamento, il packaging e lo stoccaggio.
Dopo questa fase, si e’ proceduto alla formulazione di linee guida e la messa a punto di nuove attrezzature come i dispensatori automatici di metabisolfito o altri batteriostatici per evitare l’annerimento del gambero.
”Sono dei passi fondamentali – prosegue Tumbiolo – per la creazione di un marchio Dop attraverso il disciplinare.
Cio’ per dare la giusta dignita’ al prodotto siciliano”.
(ANSA).
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