Cronaca

ALLA SBARRA – Vicini ad Antonio Mazzeo

Ancora una volta vicini e solidali con il giornalista Mazzeo, reo di aver “diffamato” il ruolo della Brigata Aosta per la presenza dei militari nelle scuole.

la solidarietà della rete, forte e vicina a lui
Antonio Mazzeo, insegnante, giornalista, attivista pacifista e antimilitarista sarà processato per aver stigmatizzato il Sì all’Esercito in una scuola primaria “contro gli assembramenti anti-Covid”.
I giornalista oggi ringrazia e “racconta” l’inizio del processo.
Un grazie di cuore!

“Siete state/i in tante/i ad esprimermi solidarietà e affetto per il processo iniziato martedì 13 e che mi vede imputato del reato di “diffamazione a mezzo stampa”. Non ho avuto modo di ringraziare/vi personalmente e vi chiedo davvero scusa. Consentitemi di farlo da qui: ve ne sono immensamente grato! Vi ho sentito davvero vicini!”

All’udienza in cui ha preso il via il processo Mazzeo ed i suoi legali hanno consegnato una lunga lista di testimoni che saranno chiamati, nei prossimi mesi, per ricostruire dettagliatamente quella che lo stesso giornalista definisce “l’oscena vicenda dell’invio dei militari della Brigata Meccanizzata “Aosta” dell’esercito – due anni fa – per “contrastare” gli assembramenti di alunni e genitori in una scuola elementare di Messina”.
martedì 10 gennaio 2023
Il giudice del Tribunale peloritano ha disposto che i primi tre testimoni siano sentiti nella prossima udienza fissata per martedì 10 gennaio 2023.
Per Mazzeo ora, torna a dire, che è importante mantenere alto il livello di attenzione sul processo: “Vi terremo aggiornati perchè sarà importante che ogni elemento di quanto accaduto sia noto a tutte e tutti affinché non possa mai più accadere che i militari siano inviati – armati – in una scuola per svolgere operazioni di “ordine pubblico” contro bambini e genitori”.
E aggiunge: “Credo che sia davvero importante di continuare a monitorare i processi autoritari e di militarizzazione in atto nella scuola italiana, stigmatizzandoli e denunciandoli subito. Impedire la presenza delle Forze armate nelle scuole di ogni ordine e grado, boicottare l’alternanza scuola-caserma e le “visite” alle strutture militari, diffidare i dirigenti che si prestano a queste illegittime operazioni di propaganda bellica devono diventare la pratica quotidiana di educatori, insegnanti, genitori e studenti”.
Antonio Mazzeo, pacifista militante, è deciso ed afferma “Noi continueremo il nostro impegno di denuncia e controinformazione. Orgogliosi di farlo con coerenza ma soprattutto grati per la vostra straordinaria solidarietà. Vi voglio un mare di bene.”
per ricordare i fatti

Mazzeo Antonio è imputato del reato di cui all’art. 595 comma II e III del codice penale perché, in qualità di autore dell’articolo pubblicato il 21 ottobre 2020 su alcune testate giornalistiche, dal titolo A Messina Sindaco e Prefetto inviano l’esercito nelle scuole elementari e medie con il plauso dei Presidi, commentando la circostanza che, per evitare assembramenti, erano stati inviati militari dell’esercito a presidiare l’ingresso dell’istituto scolastico, offendeva la reputazione della dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo Paradiso

Mazzeo ancora oggi non comprendere come e perché una valutazione di ordine meramente politico e pedagogico possa aver “offeso la reputazione” della dirigente scolastica e rimane profondamente amareggiato per un procedimento penale che ritiene del tutto ingiusto, “credo sia doveroso ricordare quanto accadde a Messina in quella giornata dell’ottobre 2020: erano quelli i giorni in cui con enormi difficoltà e fatica, insegnanti, studenti e genitori tentavano di ricostruire la normalità nelle attività didattiche dopo la lunga e drammatica chiusura delle scuole di ogni ordine e grado con lo scoppio della pandemia da coronavirus. Il 21 ottobre 2020 davanti all’ingresso della scuola primaria di Paradiso, i bambini e i loro genitori si trovarono di fronte due militari della Brigata Meccanizzata “Aosta”, in uniforme da combattimento, armi alle cintole e manganelli in mano. I due militari erano stati inviati a scuola (ancora oggi non si sa esattamente da chi) per impedire “pericolosi” assembramenti. La loro presenza generò scene di terrore e pianti tra le bambine e i bambini; i genitori protestarono vivamente; furono informati gli organi di stampa cittadini che prontamente rilanciarono con evidenza quanto accaduto nell’istituto comprensivo. In poche ore si moltiplicarono le note di protesta di politici e consiglieri di maggioranza e opposizione, fu presentata un’interrogazione urgente al sindaco di Messina e il Garante dell’infanzia, il dottor Angelo Fabio Costantino, rivolse un accorato appello pubblico: A tutto c’è un limite, i militari armati dentro le scuole no!”,

Che dire…. vicini ancora ad Antonio

Redazione Scomunicando.it

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