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CEFALU’- Il “Centro Storico” secondo Rosa Maria Testa

 

 

Ancora una volta, come già per la Rocca, “valorizzare” per noi significa rispettare la naturalezza di ciò che già ricava il suo valore dalla propria particolare identità.

Occorre un piano di restauro del Centro storico che ne scrosti tutte quelle superfetazioni e manipolazioni che ne mortificano i più significativi tratti storici ed estetici, alla luce e – se il caso rivedendo – il Piano Particolareggiato  del Centro  Storico, mai applicato.

Occorre creare un qualificato corso che abiliti artigiani e ditte ad intervenire nel Centro storico rispettandone la storia, i materiali e le tecniche esecutive.

Occorre un piano per la concessione del suolo pubblico, che non può essere concesso sempre e comunque, ma nel rispetto dei valori spaziali urbanistici, architettonici e della sicurezza (intralcio al passaggio dei mezzi di soccorso).

Il problema della sicurezza torna ad intrecciarsi con quello estetico nel caso della rete aerea  della distribuzione elettrica che l’Enel avrebbe già dovuto porre “sotto traccia” qualche decennio fa.

Nel  Piano di “restauro” (da sostenere con l’apporto di finanziamenti pubblici) deve essere prevista la graduale abolizione delle parabole TV e dei climatizzatori esterni e l’abolizione della ”insegna e della vetrina selvaggia”.

Il Centro Storico deve diventare un laboratorio di “qualità di vita”; ciò non implica soltanto la sua pedonalizzazione (nel rispetto delle legittime esigenze di chi vi abita) ma anche la ricerca di soluzioni che riducano i rumori prodotti dai locali commerciali e da varia impiantistica di servizio.

È scontato che il Centro Storico debba essere sempre pulito ed adeguatamente illuminato;che debba essere animato, specie nelle ore serali, da intrattenimenti “in scala” con i suoi spazi e le sue suggestioni.

Ma la maggiore ricchezza del Centro Storico è quel monumento vivente rappresentato dal tessuto sociale dei residenti; si deve regolare l’attività ricettiva  affinché la sua destinazione d’uso prevalente non cessi d’essere residenziale; in tal senso occorrono oculate iniziative (per esempio:sostegno agli affitti, contributi alle ristrutturazioni) che incoraggino la permanenza della popolazione già residente, degli anziani, dei bambini e soprattutto  della nuove coppie.

Un Centro Storico senza il suo naturale humus umano sarebbe un involucro privo di anima.

Nessuna ipotesi di valorizzazione di un Centro Storico può concepirne l’involucro (la sua forma) come separato dalla sua linfa vitale (i suoi cittadini).

Rosa Maria Testa

 

 

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