EMERGENZA CASA – Sostegno del Partito Comunista all’occupazione dell’ex Caserma di Messina

La sezione di Messina del Partito Comunista esprime la propria solidarietà e sostegno politico alle decine di famiglie popolari e ai compagni e compagne dell’Unione Inquilini che sabato 10 ottobre hanno occupato lo stabile in via Gesù e Maria in San Leone adibito in precedenza a Caserma dei CC, così come con le altre occupazioni in essere in città. Questa nuova occupazione afferma prepotentemente un bisogno fondamentale che si moltiplica quotidianamente nella nostra città, dove la situazione è fortemente critica, come in gran parte d’Italia, interessando centinaia di nuclei familiari e singoli in attesa per l’assegnazione di alloggi popolari, mentre migliaia di case e immobili pubblici e privati sono chiusi, inabitati e in stato di abbandono da anni. L’esistenza da un lato di un numero enorme di edifici sfitti e dall’altro di un gran numero di proletari senza casa o con grandi difficoltà a pagare affitti spropositati, che vengono sfrattati e costretti a vivere per strada o in case non adeguate dall’altra, è una delle contraddizioni più evidenti del capitalismo, la cui crisi si fa sempre più acuta e colpisce i settori popolari negli aspetti fondamentali della vita quotidiana: il lavoro e, di conseguenza, la casa.

Sono sempre più i nuclei familiari o i singoli che licenziati o da anni senza lavoro sono senza reddito, così come sono sempre più i lavoratori che ricevono bassi salari, ingrossando le fila di coloro che non hanno una casa o rischiano di essere sfrattati per morosità. Affermiamo pertanto, senza retorica alcuna, che occupare vuol dire prendersi un diritto necessario e vitale che questo sistema e le sue istituzioni non sono in grado di garantire servendo gli interessi di mercato, delle fondazioni bancarie e assicurative, delle gerarchie ecclesiastiche e dei grandi proprietari privati, trattando la questione solo come un problema di ordine pubblico in nome di una presunta “legalità” che è solo protezione della rendita immobiliare e dell’accumulazione capitalista. Si sta lottando alla luce del sole per il diritto alla casa, rifiutando la passività, il clientelismo, la sottomissione e i ricatti, affermando che è un bisogno primario di tutti e non una merce su cui speculare in modo parassitario da parte di pochi. Respingiamo pertanto ogni forma di criminalizzazione di queste pratiche di lotta, adeguate e necessarie, e ci opponiamo fermamente contro ogni eventuale azione repressiva e di sgombero contro gli occupanti da parte delle forze dell’ordine.

Il diritto alla casa è una questione sociale primaria e un diritto fondamentale della persona che deve essere garantito a tutti e tutte, con politiche di riqualificazione dell’edilizia popolare pubblica, affitti commisurati al salario percepito, la requisizione e destinazione ad uso abitativo dei grandi patrimoni immobiliari sfitti pubblici e privati, il blocco degli sfratti per “morosità incolpevole” così come il blocco del taglio delle utenze per contingente impossibilità di pagamento di cui deve assumersi l’onere lo Stato. Sosteniamo tutte quelle occupazioni di stabili sfitti che rispondono a un bisogno reale con pratiche di autorecupero e autogestione che combattono il degrado, il disagio e l’esclusione sociale di fronte al vuoto da parte dell’amministrazione. Rifiutiamo l’art.5 del “Piano Casa” che è un attacco al diritto di esistere negando i diritti basilari e ne chiediamo la sua disapplicazione per quanto riguarda la residenza e gli allacci di luce, acqua e gas.

La lotta per la casa non è un fronte di lotta isolato né una mera rivendicazione assistenzialista. E’ parte di un unico fronte con le lotte per il lavoro, il salario e i diritti sociali e lavorativi, contro i tagli dei servizi, della sanità, trasporti, la scuola, contro tutte le misure anti-popolari che colpiscono sempre più le famiglie proletarie e popolari. Per questo ci stringiamo intorno agli occupanti e ai militanti in lotta, e chiamiamo ad estendere e rafforzare la solidarietà e cooperazione di classe per costruire un cambiamento reale delle cose in città attraverso la lotta organizzata della classe lavoratrice e dei settori popolari.

 

 

 

 

Redazione Scomunicando.it

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