Similitudini, come tessere di un mosaico, associano l’episodio nell’agosto del 1943 con quanto scrisse Tomasi di Lampedusa, che si trovava già a Ficarra, nella sua opera “Il Gattopardo”. Così le coincidenze tra la morte del militare tedesco e quella del soldato borbonico, così centrale nella Parte I^ del Gattopardo, sono troppe numerose per rimanere circoscritte a un piano di pura casualità.
Un episodio che unisce e rafforza il connubio tra Ficarra a Tomasi di Lampedusa.
La scultura è stata realizzata dell’artista Mario Roberto Valenti, nel 2017, all’ingresso del paese, diventa, nelle settimane dello sbarco degli americani a “Malpertuso” un spunto meditativo, ma anche l’occasione per far visita ad uno dei paesi più affascinanti di questo spazio dei nebrodi.
Il soldato morto rientra tra le opere che caratterizzano strade, slarghi e piazze di Ficarra, e che disegnano un percorso artistico-sociale unico, realizzato nel tempo dall’intensa progettualità, voluta per l’identificazione anche artistico-culturale del paese dal professore Mauro Cappotto.
La scultura è realizzata dell’artista Mario Roberto Valenti, ispirato al tragico episodio del soldato tedesco morto a Ficarra nell’agosto del 1943.
Nei primi giorni dell’agosto 1943, l’orrore della guerra raggiunse anche Ficarra. Gli Alleati e le milizie tedesche si fronteggiarono. E, durante uno di questi scontri violenti, avvenuto nei pressi della contrada di Rinella, un giovane soldato tedesco fu colpito gravemente al ventre.
I compagni se lo trascinarono dietro, sino al quartiere di Santo Mauro, dove però giunse morto. Tenendo a distanza, con i mitra spianati, i pochi abitanti del luogo, scavarono allora in fretta una fossa. Nel tentativo disperato di ricongiungersi ad altri reparti vicini, dovevano infatti riprendere subito la via della fuga e non potevano curarsi di tumulare bene il cadavere. I tragici accadimenti di quei giorni impedirono anche ai ficarresi di dargli un’adeguata sepoltura.
Il morto rimase così, quasi adagiato contro un ulivo, il corpo martoriato visibile sotto la stretta coltre di pietre, esposto alle intemperie e facile preda degli animali.
Il Gattopardo e la similitudine con il soldato borbonico
Tomasi di Lampedusa si trovava già a Ficarra, mentre si consumava o era ancora molto forte l’eco di quest’episodio. È impensabile che non ne abbia avuto notizia. D’altra parte, le coincidenze tra la morte del militare tedesco e quella del soldato borbonico, così centrale nella Parte I del Gattopardo, sono troppe numerose per rimanere circoscritte a un piano di pura casualità.
Al pari delle tessere di un mosaico, tanti aspetti dei due eventi combaciano invece perfettamente tra loro. Nell’uno e nell’altro caso ritroviamo, la giovane età del militare sconosciuto; la sconsolata dimensione di solitudine in cui si situa questa morte; l’albero tomba (o culla?) contro cui il militare viene addossato; lo squarcio mortale al ventre; il tanfo; le offese patite dal corpo. Il fatto stesso che il cadavere rimase per alcuni giorni quasi insepolto e che, a causa di ciò, alcune parti riaffiorassero dal terreno.
Maria Antonietta Ferraloro, Tomasi di Lampedusa e i luoghi del Gattopardo, Pacini, Pisa, 2014
“Ricordava il ribrezzo che le zaffate dolciastre avevano diffuso in tutta la villa prima che ne venisse rimossa la causa: il cadavere di un giovane soldato del 5° Battaglione che ferito nella zuffa di S.Lorenzo contro le squadre dei ribelli era venuto a morire, solo , sotto un albero di limone.”
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