Occorre però che questa sensibilità manifestata dal governo sia corrisposta dalle regioni per raggiungere l’obiettivo della proroga, chiamate a fare la loro parte.
La copertura finanziaria dovrà, infatti, essere individuata dalle stesse regioni attraverso la riduzione e razionalizzazione della spesa, certificata dagli organi di controllo interno.
Le relative spese sostenute, sono integralmente valide ai fini del calcolo di stabilità, ed inoltre si prevede che nel caso in cui le Regioni decidessero di procedere ad assunzioni dovranno dare precedenza ai lavori interessati dalla disposizione stessa, ovviamente a condizione che ne sussistano i requisiti.
Si palesa così l’attenzione che il Governo centrale riserva alle regioni e, sempre in ossequio e nel rispetto della loro autonomia decisionale, vengono garantiti e concessi gli strumenti ma dovranno comunque essere le regioni stesse, a stabilire e porre in essere le misure concrete che ritengono più opportune al fine di dare effettiva attuazione alla disposizione, trascendendo dall’astratto e adottando un “modus operandi” ispirato ad un rigoroso realismo ed al più severo pragmatismo.
In ragione del critico e atipico quadro accidentale e contingente, in cui sono relegati i lavoratori precari siciliani, la proroga offre loro garanzie “ad hoc”, ponendosi come priorità quella di adeguare e uniformare l’impianto del precariato con le norme poste a tutela del lavoro e al libero esplicarsi delle proprie attitudini e competenze.
Il Governo vuole responsabilizzare le regioni, offrendo una possibilità che il Presidente Lombardo dovrà cogliere e sfruttare, rifuggendo dalle tipiche e anacronistiche logiche clientelari, in cui la Sicilia è invischiata e coinvolta, che bloccano il percorso di crescita e sviluppo, e soprattutto abdicando al più volte proclamato progetto di derogare al Patto di Stabilità. Il Presidente Lombardo deve ribaltare la sua abituale condotta e retrocedere dalle sue intransigenti posizioni di improduttiva opposizione al Governo centrale che, invece per l’ennesima volta, sta cercando di rispondere alle istanze che provengono dai cittadini siciliani, attraverso l’implementazione di politiche improntate a favorire il superamento delle problematiche connesse alla condizione lavorativa, senza alterazioni o mistificazioni.
Rivolgo quindi, un esplicito invito al Presidente della Regione Sicilia di adottare un atteggiamento produttivo, improntato al dialogo, desistendo dalla ricerca di soluzioni che percorrono vie traverse, come appunto le modifiche proposte al Patto di Stabilità, e procedere alla formulazione di una manovra interna, che sia in grado di risanare un bilancio catastrofico, ridurre la spesa, abbattere gli sprechi e tagliare le clientele.
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