I Decreti Assessoriali emanati nella Regione Sicilia, si pongono in totale antitesi rispetto alle previsioni contenute nella legge 157/1992 posta a baluardo della protezione della fauna selvatica omeoterma e del prelievo venatorio, è infatti necessario il riferimento normativo poiché, ai sensi del combinato disposto dell’Art.1 comma 5 e dell’Art.21 comma 2, si evince che il divieto di caccia lungo le rotte di migrazione riguarda espressamente ed esclusivamente alla fascia costiera del Continente e delle Isole maggiori, Sicilia e Sardegna, e non può quindi essere altresì esteso alle Isole minori, visto che una siffatta arbitraria, anomala e ingiustificata estensione, non solo sta impedendo l’esercizio venatorio da parte di tutti coloro che hanno già corrisposto la tassa per la selvaggina migratoria in uno o più ambiti territoriali di caccia corrispondenti agli Arcipelaghi, ma è anche foriera di un’illecita disparità di trattamento ai danni dei residenti negli Arcipelaghi stessi che si scontreranno quindi sia con l’impossibilità di differenziare l’attività di prelievo venatorio, sia con un consistente ridimensionamento del calendario e restringimento della stagione venatoria.
Porgo il mio totale e incondizionato avallo alla diffida presentata dall’Associazione ed indirizzata all’Assessore regionale per le Risorse Agricole ed Alimentari, perché voglio lottare contro l’ennesima ingiustizia perpetrata ai danni dei cacciatori siciliani che, a fronte della loro correttezza e puntualità nell’erogazione della tassa di concessione, si sono visti opporre l’abituale ostruzionismo della Regione, alla quale peraltro con l’intento di trovare una soluzione condivisa, sono state avanzate due richieste, in primis quella di rimborso dell’intero ammontare della tassa regionale già versata dai cacciatori non residenti, in secundis la restituzione della metà dell’importo della tassa di concessione regionale ai residenti negli Arcipelaghi siciliani.
La causa dei cacciatori è anche la mia causa, dettata non da un mero spirito di appartenenza e un senso di comunanza, ma anche e soprattutto dalla volontà di arginare lo strapotere e porre fine alle vessazioni del Governo regionale che continua ad abdicare al suo ruolo di Super partes proprio di ogni amministrazione che deve rendere e mettersi al servizio del cittadino, e che invece si ostina in una condotta fondata sul perseguimento di interessi particolaristici e personalistici, ed è abbarbicata sulla franosa e rovinosa parete dell’ineguaglianza.
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