Pertanto l’Aula si riuniràil 24 Novembre alle ore 11.00 aprendo il dibattito sul punto n. 83 dell’Ordine del giorno del Consiglio presentato da oltre venti Consiglieri Provinciali il 20/11/2008, e valutando la proposta di delibera che vi alleghiamo, condivisa all’unanimitàdai Capigruppo oggi presenti a Palazzo dei Leoni.
Gli Autonomisti presenti alla provincia Regionale di Messina, si augurano, dopo le aspre polemiche dei giorni scorsi, che gli intenti emersi dalla conferenza dei Capigruppo di oggi, possano effettivamente rappresentare quel momento di rivincita e rilancio, rispetto a vecchi sistemi non rappresentativi di quel cambiamento tanto atteso dalla popolazione che rappresentiamo.
Il Consigliere Provinciale
Roberto Cerreti
Capo Gruppo M.P.A.
Copia proposta di delibera                 ÂÂ
Al Signor Presidente del Consiglio    Provinciale di Messina
Oggetto: Proposta di deliberazione conseguente la richiesta iscritta al punto 83 dell’Ordine del giorno del Consiglio Provinciale, che cosi recita: “Proposta di intervento del Presidente della Provincia Regionale di Messina, presso il Presidente della Regione Siciliana affinché si salvaguardino competenze, diritti e prerogative territoriali regionali in merito alla vendita ed il consumo dei prodotti coltivati nei terreni confiscati alla mafiaâ€Â:
Premesso,
l’emendamento alla Finanziaria approvato dal Senato il 12 c.m., che impone la vendita dei beni confiscati alla Mafia in caso di mancata assegnazione entro 90 giorni;
ritenuto,
Che giànel dimenticatoio del Parlamento giace il testo della Finanziaria del 2006, con una norma di cui si sono perse le tracce da oltre tre anni, come in questi giorni ha ricordato Don Ciotti, che prevedeva “il riutilizzo a fini sociali dei beni confiscati ai corrottiâ€Â;
rilevato,
Che legge Rognoni-La Torre del 1982, introduce nell’ordinamento il reato di associazione mafiosa, stabilendo anche l’istituto del sequestro dei beni alle persone indiziate, qualora esista una sproporzione evidente con il reddito dichiarato, fino alla confisca, nel caso in cui l’interessato non sia in grado di dimostrare la provenienza lecita di tale bene;
Che la legge 109 del 1996, che consente l’utilizzo a fini sociali dei beni confiscati alle mafie, ha creato – dalle cooperative di Libera Terra (il marchio che contraddistingue i prodotti biologici coltivati e lavorati sui terreni sottratti alle organizzazioni mafiose) fino alla casa del Jazz di Roma – centinaia di piccoli e grandi capolavori che alle tasche delle mafie hanno fatto molto male;
inoltre,
che i beni immobili confiscati alla criminalitàorganizzata sono quasi novemila, di cui oltre la metàgiàdestinati a Stato e comuni per essere restituiti alla cittadinanza sotto varie forme;
che una piccola parte (313) sono usciti dalla gestione del Demanio per revoca della confisca;
che ne rimangono oltre tremila ancora da assegnare;
.
Considerato,
che non esistono stime precise riguardo ai beni giàassegnati, ma nel novanta per cento dei casi (se non di più) sono sempre trascorsi ben più di novanta giorni tra la data della confisca e quella dell’assegnazione, così come confermato da Davide Pati di Libera;
l’indubbia validitàe credibilitàdell’opera portata avanti dalle varie associazioni tra cui Libera nel sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della legalità, come la realizzazione nel 2006 dell’iniziativa “La Bottega dei Sapori†inaugurata dall’ex Presidente della Provincia di Roma, Enrico Gasbarra, e dal Presidente dell’associazione Libera, Don Luigi Ciotti, che si occupa della vendita dei beni prodotti dalle cooperative assegnatarie dei terreni confiscati alla mafia;
Gli accordi giàfatti nel 2005 con la grande distribuzione, per la commercializzazione dei prodotti coltivati nei terreni confiscati alla mafia ed assegnati a cooperative sociali.
Ed inoltre
che l’emendamento suddetto, oltre al rischio totale di disinnesco della Legge 109, può instaurare nell’opinione pubblica sentimenti di mal’essere se non addirittura di disprezzo di tutto il popolo siciliano per una decisione, che accomunerebbe in un unico destino vittime e carnefici, senza consentire di fatto, ai cittadini delle comunitàinteressate dalle confische, il dovuto e doveroso rilancio della propria immagine sociale e territoriale.
Impegnano
1.Il Presidente della Provincia Regionale di Messina, ad intervenire presso la Deputazione Nazionale Messinese affinché esprimano il proprio dissenso al Parlamento Nazionale, per il suddetto inaccettabile emendamento alla Finanziaria.
2.Ed altresì, si impegna il Presidente on. Ricevuto, a richiedere l’intervento del Governatore della Regione Siciliana, affinché si salvaguardino competenze, diritti e prerogative territoriali regionali in merito all’utilizzo dei beni patrimoniali confiscati alla Mafia ed alla vendita ed il consumo dei prodotti coltivati nei terreni confiscati, così come previsto dalla L. 109/96â€Â.
Messina lì, 17/11/2009
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