Categories: Cronaca Regionale

Lo scippo delle autostrade

Decade il Cas, la Regione siciliana non gestirà più le principali arterie dell’isola per conto dell’Anas. Lombardo: “Atto illegittimo e privo di fondamento”. La replica di Matteoli: “Il presidente conosceva perfettamente la pesante e gravissima situazione gestionale dell’azienda”. Attacca Castiglione (Pdl): “La solita miopia politica del governatore”.

Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti e il ministro dell’Economia hanno adottato un provvedimento che stabilisce la decadenza della concessione al Cas, da parte dell’Anas, per la gestione delle autostrade Palermo-Messina, Messina-Catania e Catania-Siracusa. “È un atto illegittimo – commenta il presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo – nonchè privo di fondamento. Rappresenta un vero e proprio scippo fatto con grande destrezza ai danni della Sicilia e dei siciliani”.
“Sin dall’insediamento – sottolinea Lombardo – il Governo ha assunto, tempestivamente, iniziative forti e incisive, impegnando cospicue risorse finanziarie del bilancio regionale per contrapporre, ad ogni precedente attività spesso rivolta all’occupazione di poltrone e allo sperpero di risorse pubbliche, un’azione costante di riqualificazione straordinaria del patrimonio autostradale siciliano”.
“Un patrimonio realizzato con risorse destinate alla Sicilia – spiega – che oggi viene sottratto per presunte inadempienze del Consorzio ampiamente e reiteratamente contestate dalla Regione e dal Consorzio. Solo nell’ultimo anno sono state destinate risorse per 100 milioni di euro per interventi di manutenzione straordinaria. Reagiremo in tutte le sedi, anche giurisdizionali, contro questo scippo ingiusto che, ancora una volta, vuole relegare i siciliani al ruolo di sudditi”. Il presidente della Regione, inoltre, ha dato atto di indirizzo all’assessore alle Infrastrutture, Luigi Gentile, di sospendere ogni negoziato per la definizione del contratto di servizio per il trasferimento delle risorse all’Anas destinate agli investimenti stradali in Sicilia.

LA RISPOSTA DI MATTEOLI. Il ministro delle Infrastrutture, però, precisa che la decisione non è arrivata del tutto inaspettata e che il presidente Lombardo conosceva bene sia la situazione di cassa sia il provvedimento che intendeva prendere il governo nazionale. “Il presidente Lombardo ha seguito passo passo, avvertito da consulenti di sua fiducia inviati a Roma, le questioni legate al Cas e conosceva perfettamente la pesante e gravissima situazione gestionale dell’azienda”. A giudizio del ministro, inoltre, Lombardo “sapeva che anche gli sforzi compiuti dalla gestione commissariale non sono stati sufficienti a risanare il gravoso pregresso per cui la dichiarazione di decadenza della Concessione è stata inevitabile”.

SOSTEGNO DEL PD SICILIANO. “È una prevaricazione intollerabile che va contrastata con tutti i mezzi, un clamoroso esempio di federalismo alla rovescia che mortifica la Sicilia” sottolinea Filippo Panarello, deputato regionale del Pd. “I ritardi e le inadempienze delle precedenti gestioni del consorzio – prosegue – non giustificano un provvedimento così drastico che non risolve alcun problema di quelli denunciati, ma mette a rischio i posti di lavoro dei dipendenti ed apre la strada a possibili ulteriori aumenti dei pedaggi, determinando un danno per l’economia siciliana e per i cittadini. Al presidente Lombardo, che si oppone a questo provvedimento, va assicurato il pieno sostegno, ma al tempo stesso è necessario dimostrare maggiore determinazione nell’assicurare una gestione del consorzio che affronti adeguatamente i i problemi accumulati negli anni”.

L’ATTACCO DI CASTIGLIONE. “La miopia politica del presidente Lombardo ha portato alla revoca della concessione. La sostituzione del consiglio con Zapparrata è stata devastante – dichiara il coordinatore regionale del Pdl, Giuseppe Castiglione – I bandi in corso di espletamento al momento di scioglimento del consiglio erano pari a 75 milioni. Molte gare erano già alla valutazione delle offerte anomale. Il commissario ha di fatto bloccato tutto per 6 mesi, pregiudicando così la realizzazione di quei lavori che avrebbero contribuito ad evitare la revoca”.

Foto e Fonte lasiciliaweb.it

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