Non si può che attingere ai fondi strutturali. C’è il fondo sociale che ha anche requisiti rigorosi per essere utilizzato. La gente continua a lavorare lo stesso e il bilancio della Regione si alleggerisce.
Quella della formazione professionale è una grande emergenza, forse più complicata da risolvere di quella della sanità perché gli interessi sono più diffusi e coinvolgono tutte le forze politiche. Interessi a controllare una formazione che costa 300 milioni l’anno di cui un terzo per spese di gestione.
E’ necessaria una riforma radicale che, mi auguro, veda d’accordo tutti, anche coloro i quali possono avere un interesse a non cambiare le cose.
Una riforma per tutelare i lavoratori, per dare una formazione migliore ai nostri figli e per risparmiare. Bisogna utilizzare al massimo i fondi strutturali e investire i pochi soldi della Regione, piuttosto che per pagare stipendi e spese di gestione, per aiutare lo sviluppo in modo che questi soldi servano per fare lavorare quei giovani e non solo per formare migliaia e migliaia di disoccupati.
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