– di Corrado Speziale –
I partecipanti al primo Pride dello Stretto si raduneranno a piazza Antonello alle 16,30, con partenza della parata alle 17,30. Il corteo percorrerà corso Cavour, via T. Cannizzaro, via Garibaldi, e si concluderà in piazza Unione Europea.
“Quest’occasione storica per la città rappresenta un momento di arricchimento e accrescimento, poiché rivendicare l’orgoglio del proprio orientamento e identità sessuale contro ogni discriminazione e alienazione dei diritti si trasforma in opportunità per accendere un faro su tutti i diritti negati e che interessano ogni persona trasversalmente, indipendentemente dal genere, colore, etnia, status sociale, culturale ed economico”.
Si manifesta a Messina, ma i ricordi simbolicamente viaggiano lontano, oltreoceano: l’occasione è il cinquantesimo anniversario dei moti di Stonewall del 1969. Un abbraccio planetario ai gay d’America, da parte dell’Onda Pride che sta attraversando l’Italia.
Oggi pomeriggio, circa 2500 – 3000 persone, senza distinzione alcuna, unite da un comune senso e desiderio di libertà, attraverseranno le vie di Messina per il primo Pride dello Stretto.
“Sarà un Pride intersezionale che abbraccia l’istanza per i diritti di tutti e tutte. Non dobbiamo dimostrare niente di più oltre l’essere noi stessi, rimarcando la nostra voglia di vita e di libertà”, ha sottolineato Duca. E ancora su ipotesi e pregiudizi: “Il Pride scandaloso? Se rivendicare diritti è uno scandalo, allora avranno lo scandalo… I diritti, se non sono di tutti, sono privilegi”. I motivi politici della manifestazione: “Stiamo vivendo un momento di deriva democratica alla quale noi risponderemo con la gioia, con la libertà, con la voglia di vivere. Facendolo insieme agli altri, possiamo andare avanti e vincere”.
A temi cosiddetti “caldi”, coincideranno precise istanze: “La nostra battaglia ammiraglia è sempre il matrimonio egualitario. Abbiamo ottenuto le unioni civili, ma non sono la stessa cosa. Il tempo di dividere diritti civili da diritti sociali è finito. Finché si andrà in piazza per rivendicare diritti, non la potremo definire festa. Sarà festa quando avremo ottenuto tutto. E questo ancora come comunità LGBT non è avvenuto. Sarà un Pride gioioso e allegro ma il messaggio univoco è che noi siamo qui perché vogliamo conquistare la festa di tutti”. Oltre all’ottenimento dei matrimoni egualitari, si potrà gioire: “Quando avremo ottenuto la fine del bullismo nelle scuole, della violenza sulle donne; quando non si farà più differenza per il colore della pelle; quando nessuno vorrà chiudere più la bocca alla stampa”.
Tra gli storici attivisti nazionali in difesa dei diritti LGBT+, ha annunciato la sua presenza al Pride Sergio Lo Giudice, messinese che vive a Bologna, per nove anni, dal 1998 al 2007, presidente nazionale Arcigay e già senatore Pd, partito nel quale ha ricoperto la carica di responsabile del dipartimento dei Diritti civili. La sua testimonianza su Facebook: “Sono partito da Messina 35 anni fa, e allora l’aria per gay e lesbiche non era proprio friendly. Poi ho avuto il piacere di tornarci, fra l’altro, per un convegno all’Università sui diritti LGBT, per la concessione ad Arcigay di due spazi confiscati alla mafia da parte del Comune guidato da Renato Accorinti e, più di recente, per celebrare due emozionanti unioni civili.
Madrina dell’evento sarà Ottavia Voza, architetto e professoressa dell’Università di Salerno, da anni in prima linea contro le discriminazioni nei confronti della comunità LGBT+ e membro della segreteria nazionale Arcigay con delega ai diritti delle persone trans.
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