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MESSINA, UN’ALTRA STORIA – “Subito interventi contro dissesto territorio”

“Riteniamo necessario che, in merito ai 100 milioni di euro che la Regione ha dichiarato di voler investire nelle zone del Messinese colpite dall’alluvione per far fronte al dissesto idrogeologico, si apra un tavolo tecnico tra la stessa Regione, la Provincia e i comuni interessati per garantire che i finanziamenti non vadano dispersi. Serve una maggiore partecipazione degli enti locali nelle scelte del governo regionale.

E serve anche che si avvii, con la collaborazione delle forze dell’ordine, un maggiore controllo sulla destinazione e l’utilizzo delle risorse comunitarie”. E’ quanto si legge nella lettera che Teodoro Lamonica, referente provinciale di Un’altra Storia, l’associazione guidata da Rita Borsellino, ha inviato questa mattina al presidente della Regione, Raffaele Lombardo.  “Molti paesi dei Nebrodi sono in ginocchio – si legge ancora nella missiva -. Ci sono realtà, come quella di Brolo, dove intere frazioni sono state dichiarate ad alto rischio dalla Protezione civile. Insomma, la situazione è grave e negativi sono i riflessi anche sullo sviluppo socio-economico. Perché la crisi economica (si pensi al settore tessile e a quello turistico) è anche conseguenza dello stato del territorio. Per questo, è necessario agire subito”.
Di seguito il documento

Alla cortese attenzione del Presidente della Regione Siciliana Raffaele Lombardo;
del Capo di Gabinetto Dr. Antonino Scimemi;
del Capo di Gabinetto Vicario Avv. Gianluca Galati Casmiro;
del Capo Segreteria Tecnica Dr.ssa Maria Grazia Nicoletti;
del Capo Segreteria Particolare D.ssa Maria G.ppa Bonanno;
dell’ Assessore all’ Economia e al territorio ON. Roberto Di Mauro;

Molti paesi dei Nebrodi sono in ginocchio. Le colline si sbriciolano e le strade diventano ogni giorno di più impraticabili. Le frane devastano il territorio e i cittadini pagano il prezzo per l’indifferenza delle istituzioni, a tutti i livelli.
Ci sono realtà, come quella di Brolo, dove intere frazioni (Iannello e Lacco) sono state dichiarate ad alto rischio dalla Protezione civile. E l’Eurispes ha ricordato che negli ultimi tempi, solo nel territorio messinese “si sono riconosciuti oltre 700 eventi, che hanno interessato sia i versanti interni dei bacini idrografici che sversano nello Ionio, sia i rilievi direttamente prospicienti la costa”.
Insomma, la situazione è grave e negativi sono i riflessi anche sullo sviluppo socio¬economico. Perché la crisi economica (si pensi al settore tessile e a quello turistico) è anche conseguenza dello stato del territorio. Per questo, è necessario agire subito.
Come ha suggerito l’Unione europea dopo la tragedia di Giampilieri e Scaletta Zanclea, per far fronte al dissesto idrogeologico la Sicilia può e deve utilizzare al meglio i fondi strutturali per il periodo 2007¬2013.
Purtroppo, nella prima tranche della programmazione, ci si è dimenticati di investire somme in tal senso. Ma la stessa Regione ha comunque fatto sapere che nella rimodulazione della programmazione, “che sarà esitata entro il mese di giugno, è già previsto il finanziamento di un pacchetto di progetti per la rinascita delle zone del Messinese colpite dall’alluvione: per un intervento stimato intorno ai 100 milioni di euro”.
Ci sembra un primo importante passo. Ma è bene chiarire che anche in passato sono state destinate ingenti somme per contrastare il dissesto del territorio, senza però ottenere risultati di rilievo.
Per questo, riteniamo necessario che, in parallelo con la destinazione degli investimenti, si apra un tavolo tecnico tra Regione, Provincia e comuni interessati per garantire che i finanziamenti non vadano dispersi. Serve, insomma, una maggiore partecipazione degli enti locali nelle scelte del governo regionale, in modo da intaccare i principali nodi del territorio. E serve anche
che si avvii, con la collaborazione delle forze dell’ordine, un maggiore controllo sulla destinazione e l’utilizzo delle risorse comunitarie.
Oggi, siamo tutti chiamati ad assumerci delle responsabilità. Non si può più aspettare e rimandare. Bisogna uscire dai luoghi comuni, dal sistema delle clientele ed investire realmente per una seria tutela del territorio e per uno sviluppo che sia reale e adeguato alle caratteristiche dei territorio.
Il referente di ambito provinciale
Teodoro Lamonica

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