Dopo l’incidente drammatico di Luca Abbà, apprendiamo che in Val di Susa nella notte tra il 29 febbraio ed il primo marzo, la brutalità delle forze dell’ordine si è inasprita bersagliando con lacrimogeni cs, bastonando manifestanti indifesi e con sprezzo della dignità hanno picchiato anche signori e donne inermi. Esprimiamo la nostra solidarietà ai fratelli Valsusini e urliamo il nostro profondo sdegno non solo per i fatti accaduti, ma anche per l’operato di questo Governo che con l’appoggio di tutte le forze parlamentari mette in campo un vero e proprio apparato repressivo e avanza come un camion a rimorchio calpestando le ragioni di un popolo che resiste alla costruzione di un’opera inutile, pericolosissima ed estremamente costosa.
Noi non solo contrastiamo quest’operazione schierandoci com’è noto al fianco del popolo della Val di Susa, ma diciamo con convinzione che il movimento NO TAV come il movimento NO PONTE si fonda su tre punti fondamentali: a) porre al centro il rifiuto delle grandi opere che per i potentati economici e politici sono la cornucopia della felicità b) l’elaborazione di un piano alternativo di sviluppo sostenibile c) il sostegno attivo reciproco, mantenendo sempre viva la saldatura tra queste due realtà e tutte le altre che si oppongono al saccheggio del territorio.
Ieri anche a Messina abbiamo manifestato la nostra solidarietà ai compagni picchiati – tra i quali la nostra compagna Nicoletta Dosio leader storico del movimento – bloccando per quasi un’ora il treno per Siracusa. Incontrando i lavoratori dei treni notte è sorta la necessità di unificare le vertenze cittadine e mantenere alta l’attenzione sul tema della repressione.
Due temi importanti: il primo perché coagularci ci sembra vitale per rispondere adeguatamente alla portata dell’attacco che si sta facendo contro i lavoratori e le classi disagiate, il secondo perché nessuno è al sicuro! Noi non ci fermeremo qui, saremo pronti in ogni momento a raccogliere altri appelli che vengono dalla Valle. Stanno agitando lo spettro dell’insurrezionalismo e del brigatismo rosso perché temono il “contagio”, si esibiscono gli scalpi di qualche arrestato e si adombrano le manette per spaventare e far desistere, ma non ci riusciranno anche perché come ci ricordava qualcuno, potranno recidere tutti i fiori che vogliono, ma non fermeranno la Primavera.
Antonio Currò – Direttivo Circolo
P. Impastato – PRC Messina
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