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PDCI – Volonta’ testamentarie di Nino Pino Balotta: il Rettore si dimetta

L’Università di Messina è sconvolta da scandali giudiziari e paralizzata dall’inerzia,  incapace persino di sistemare le carte ereditate da Pino Balotta. Le forze sane diano una nuova, autorevole guida all’ateneo.

Mentre sta per spirare il centenario di Nino Pino, sono tutt’altro che concluse le manovre, imbastite attorno al materiale documentario da lui lasciato all’Università di Messina, ad opera del Comitato “Pro Nino Pino Balotta”, sorto a Barcellona P.G.. Infatti dall’ultimo numero del foglio «Sicilia Libertaria» (dicembre 2009), organo del gruppo degli anarchici di Ragusa, che del suddetto variegato comitato fanno parte, apprendiamo che sarebbe stato raggiunto un “accordo” tra un non ben definito esecutore testamentario (dov’era nei ventidue anni che ci separano dalla morte dello scienziato barcellonese, durante i quali le volontà contenute nel testamento dello stesso non sono state certo attuate?) e l’Università di Messina, tendente a consentire “il recupero degli archivi e la fruizione degli stessi da parte degli studiosi”.
Tale operazione, se fosse confermata, si configurerebbe come una sanatoria di tutto quanto di arbitrario e di illecito è stato sin qui compiuto ai danni dell’Università, della memoria e della volontà di Nino Pino, in aperto dispregio della legge.
E’ urgente che il Rettore Tomasello chiarisca i termini della questione e dica soprattutto se è stato attuato quanto da lui stesso annunciato in una nota pubblicata dalla «Gazzetta del Sud» il 25 ottobre 2009, secondo la quale il Senato Accademico, nella seduta del 12 ottobre 2009, avrebbe deliberato, dopo la rinuncia della “Corda Fratres” di Barcellona P.G., che l’Università avrebbe proceduto essa stessa alla “ripulitura” ed alla “classificazione del materiale presente nella casa” di Nino Pino, “con oneri a proprio carico”.
Ove questo non sia avvenuto e si sia invece assecondata l’opera di rapina messa in atto da anni ad opera di soggetti estranei all’Università, questa Federazione provinciale del PdCI torna a chiedere che si dimetta o venga rimosso l’attuale Rettore, già implicato peraltro in indagini giudiziarie e in processi penali di gravissimo profilo, che hanno contribuito a creare un’immagine tutt’altro che positiva dell’ateneo messinese agli occhi dell’intera comunità nazionale.
Dev’essere chiaro una volta per tutte che l’Università di Messina non è un feudo personale o di determinati gruppi, ma è un’istituzione che appartiene a tutti e che deve funzionare nell’assoluto rispetto delle regole e nell’interesse dell’intera collettività.
La Federazione provinciale del PdCI infine si attende una rapida e tempestiva decisione su tutta la vicenda da parte della magistratura barcellonese, già da tempo investita della questione.

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