dei clandestini, quella di utilizzare per l’accoglienza “ex ante”, dei presidi mobili costituiti da navi temporaneamente inutilizzate o in disuso, da riconvertire a tal scopo, ed eviterebbero spese aggiuntive e l’esborso di risorse da destinare alla costruzione di nuovi ed accessori Centri di prima accoglienza, dietro i quali, purtroppo, si celano macroscopici interessi speculativi che, molto spesso, si concretano nell’aberrante strumentalizzazione del clandestino.
Occorre una valutazione di efficacia ed efficienza condotta mediante l’analisi costi/benefici, ma la soluzione prospettata dal deputato messinese, potrebbe rivelarsi vincente ed adeguata anche in termini di sostenibilità economica.
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