Sfumate le opere compensative tanto sbandierate dal sindaco Buzzanca, sfumati i finanziamenti della comunità europea adesso sfuma anche il consenso dell’organo sovrano dello Stato italiano. Al Matteoli furioso ricordiamo candidamente che la Repubblica Italiana è ancora, per fortuna, una Repubblica parlamentare e quindi ha poco di che lamentarsi, la funzione esecutiva di ministro impone di seguire i dettami del Parlamento.Come Rifondazione Comunista esigiamo adesso che si dia il colpo di grazia a tale farsa facendo ciò che l’ex-ministro Antonio Di Pietro non fu in grado di fare, cioè sciogliere definitivamente la “stretto di Messina S.p.A.” per poter destinare le ingenti risorse ad essa destinate alla messa in sicurezza di un territorio italiano in evidente dissesto idro-geologico.
Gianluca Pini, Segreteria provinciale – Partito della Rifondazione Comunista (FdS)
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