In un territorio come questo – schiacciato tra disoccupazione e lavoro nero – i luoghi di lavoro sono diventati delle caserme, in cui regna la paura e la prepotenza datoriale. E’ la città tutta a pagare l’imbarbarimento del mercato del lavoro: le periferie soffocate dal degrado, migliaia di senzatetto a fronte di altrettante case sfitte, trasporti e servizi pubblici nel caos, sprechi per inutili mega opere come il Ponte sullo stretto, manifesta incapacità delle amministrazioni locali. A pagarne le conseguenze più gravi sono sempre gli stessi: giovani, donne, immigrati e precari. A tutte/i vogliamo dire che è il momento di ribellarsi.
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