“E’ preoccupante come la nuova programmazione stia ricalcando gli stessi identici errori della fallimentare esperienza di Agenda 2000”, dice Rita Borsellino, deputato del Parlamento europeo e presidente di Un’altra Storia. Scorrendo l’elenco dei beneficiari, infatti, ci si imbatte ancora in quelle che sono state le criticità oggetto di ammonimento da parte dell’Unione europea e della Corte dei conti, come i contributi tra i 5 mila e i 20 mila euro (per un totale di 1,3 milioni di euro) erogati a una novantina di ditte tra copisterie, gelaterie, officine meccaniche, negozi di giocattoli, laboratori odontotecnici. E questo a fronte di una programmazione che, ad oggi, ha previsto poco o nulla per lo sviluppo dell’imprenditoria e assolutamente nulla per la ricerca.
Un paradosso che si ripete allorché si guarda agli impegni presi nell’ambito dell’asse 2, ”Uso efficiente delle risorse naturali”.
Ci sono 7 milioni di euro destinati all’Ato 5 Enna e al comune di Misterbianco (Ct) per lavori di manutenzione straordinaria della rete idrica: una goccia nel mare rispetto ai 70 comuni siciliani ad oggi privi di sistemi di depurazione a norma. “Un’emergenza per la quale siamo finiti sotto i riflettori dell’Ue”, dice la Borsellino, ricordando la procedura d’infrazione aperta in merito da Bruxelles. Tra i paradossi, ci sono poi i 17 milioni che la Regione ha impegnato per la fornitura di veicoli, corsi di guida e schede carburante alla protezione civile, quando non è stato investito neppure un euro per la messa in sicurezza del territorio.
Sul fronte rifiuti, infine, gli unici interventi riguardano progetti per la promozione della raccolta differenziata (2,8 milioni di euro in totale) e lavori di “messa in sicurezza” per alcune discariche abbandonate (9,2 milioni nel complesso). “In Sicilia ci sono più di 600 discariche da bonificare – attacca la Borsellino – E invece si procede ancora con lavori che non incidono sui rischi ambientali connessi a questa situazione”.
Alla presentazione del dossier, Alberto Tulumello, responsabile del Cantiere sviluppo, ha detto: “Vogliamo denunciare i ritardi e le criticità della spesa, ma allo stesso tempo fare proposte. Per questo abbiamo avviato un osservatorio popolare per controllare e rimodulare la spesa dei Fondi strutturali. Un osservatorio costituito da comuni e parti sociali, che ha già coinvolto più di trenta amministrazioni siciliane”.
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