Riceviamo e pubblichiamo quanto inviatoci dai dirigenti del centro studi “Autonomie Popolari” Roberto Cerreti, Dario Restuccia e Salvatore Mercadante. Ovviamente la nostra testata pubblicherebbe con piacere le altre tesi sull’argomento.
Ecco il testo
La nostra esperienza politica ed istituzionale, sempre più spesso, ci porta a scontrarci con una tristissima realtà che inevitabilmente traumatizza un sistema politico già compromesso da seri ed evidenti traumi gestionali, dovuti anche alle cosiddette logiche dei “SOTTOGOVERNI”.
Purtroppo è oramai evidente la pressione che i nostri esponenti politici regionali e nazionali, devono subire costretti a ricambiare le attenzioni elettorali, fornendo ed inventando ruoli per i diffusi “professionisti dei sottogoverni”, che sempre più spesso, inseriti in meccanismi partitici e politici compressi, non hanno più neanche la necessità di confrontarsi elettoralmente, consentendosi il lusso di sopravvivere lavorativamente ed istituzionalmente in taluni casi, addirittura anche ai propri referenti politici o padroni occasionali.
La storia di coloro che hanno deciso nelle ultime competizioni elettorali regionali di votare per Fortunato Romano, ovviamente al di là dei militanti del MCL, vuole che i principi traenti ed ispiratori di ciò, fossero conseguenza della necessità di rivolgersi in maniera differente alla popolazione, traendo ispirazione dalle origini cattoliche e sociali delle nostre diverse esperienze.
Mai, nonostante le disavventure che hanno portato Romano fuori dall’ARS, abbiamo pensato ad una compensazione, e non vorremmo che oggi, la grande spinta emotiva e politica nata dietro la sua candidatura, venisse mortificata da qualche incarico di secondo ordine, di gratificazione esclusivamente economica, concesso dai “Giganti della Politica Regionale”.
“La politica è una cosa nobile”, ha sempre dichiarato Fortunato Romano, ed in virtù di tale ispirato concetto, che lo invitiamo formalmente, in nome di tutti coloro che hanno creduto nella sua candidatura, a desistere dalla tentazione di accettare un “sotto governo di accomodamento” ed a non svendersi, come altri hanno già fatto in condizioni analoghe, rispetto alla più alta e nobile opportunità che ancora ha, di rappresentare e difendere i propri amici, al di là dell’appartenenza al Movimento Cristiano Lavoratori, continuando quel grande progetto iniziato nel 2005 con la lista “città per l’uomo”, che ci ha visto sempre e unicamente protagonisti ed interpreti dell’esigenze dei messinese.
I Dirigenti del centro studi “Autonomie Popolari”
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