Ha imbottigliato dieci litri di olio d’oliva extra vergine di produzione propria per farlo assaggiare ad alcuni amici ed è stato multato dal Ministero per le politiche alimentari per non aver indicato il lotto di provenienza. Ed oltre il danno la beffa … altri mille euro di multa perché nell’etichetta ha messo la Triscele, simbolo della Sicilia antica, dell’autonomia e del separatismo siciliano.
Questo è quel che è capitato ad un insegnate di Castroreale, Domenico Cassata, che avrebbe voluto iniziare l’attività di imbottigliamento del proprio olio d’oliva extra vergine che produce nel suo oliveto.
Ma come ha fatto il Ministero a scoprire l’ “imbroglio”?
Presto detto; il caso ha voluto che alcune delle bottiglie incriminate sono finite in un ristorante a cui è stato fatto un controllo. Risultato: al signor Cassata gli sono state recapitate a casa le due contravvenzioni da parte del “Ministero delle politiche alimentari e forestali, dipartimento ispettorato centrale della tutela qualità e della repressione frodi dei prodotti agro-alimentari ufficio territoriale Sicilia, via della Regione siciliana 7275 Palermo”, con la precisazione che potrà inoltrare “scritti difensivi” agli uffici della Regione siciliana assessorato Attività produttive, dipartimento Attività produttive servizio 5, via degli Emiri 45, Palermo.
“Ancora non riesco a crederci – dice Domenico Cassata -. Avrebbero potuto chiamarmi per spiegarmi come si imbottiglia, invece mi hanno appioppato due contravvenzione assurde. Ho prodotto le prime dieci bottiglie perché, da quest’anno, avrei voluto iniziare a imbottigliare l’olio di oliva extra vergine che, da tanti anni, produco con i miei quattro ettari di oliveto. Non l’avessi mai fatto! Dieci bottiglie di olio extra vergine che mi costeranno oltre 4 mila e 200 Euro”.
“Mi sembra un brutto sogno, ma purtroppo è la realtà. Da anni ricevo complimenti dai miei amici per il mio olio fatto con una mescolanza di varietà: Ogliarola messinese, Biancolilla, Nocellara del Belìce e Nocellara messinese. Così ho preparato le prime dieci bottiglie d’assaggio. Per carità, ammetto di aver sbagliato. Ma ho fatto tutto in buona fede. E me ne sono amaramente pentito. Infatti non ho alcuna intenzione di continuare. Esperienza conclusa. Dico soltanto che, in Sicilia, così facendo, si scoraggia qualunque tipo di iniziativa imprenditoriale”.
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