L’incontro è stato organizzato dal Liceo Classico La farina di Messina ed ha avuto come tema principale un dibattito su un libro di Savatteri dal titolo “I Sicliani”, libro che è stato pubblicato nel 2005 ma che colpisce per la sua attualità.
In questa sua fatica, lo scrittore di origini iblee, mostra tutti i lati della sua educazione sciasciana, che ne hanno condizionato fortemente la formazione, decsrivendo in maniera accurata tutti i lati della sicilianità siano essi positivi o negativi. L’influenza di Sciascia verso Savatteri la si comprende nella letterarietà con cui viene descritta la Sicilia e che non fanno de “I Siciliani” uno dei tanti libri sull’indole e la mentalità, certamente non facile da descrivere, dei siciliani.
Per lo stesso Savatteri la sicilianità non è solamente un dato anagrafico o logistico, ma è un vero e proprio modus vivendi molto complesso che deve essere analizzato sotto ogni punto di vista, anche quelli negativi “Mi interessava scrivere episodi di vita, spaccati della nostra terra che ne rappresentino la propria anima – ha dichiarato Savatteri – infondo non si può negare che Riina insieme a Falcone e Borsellino siano le due facce della stessa medaglia. Io ritengo che non basti solo essere nati in Sicilia per rappresentare la sicilianità perché questo è un concetto molto più ampio. Nella nostra isola ci sono tante realtà ognuna differente dall’altra, ma si ritrovano comunque ad essere parte integrante di un sentimento molto più grande che sovrasta l’appartenenza alla singola microunità”.
Molto tecnico, invece, l’intervento dell’assessore regionale all’istruzione Centorrino, che affronta l’argomento riappropriandosi del ruolo di docente e di economista “certamente bisogna capire l’evoluzione che ha avuto il sentimento di appartenenza verso la Sicilia -ha spiegato l’assessore Centorrino – dobbiamo partire dall’altro ieri, cioè dopo la seconda guerra mondiale quando c’era fermento e l’idea di una Sicilia indipendente; poi c’è stata la Sicilia di ieri, cioè quella delle stragi di mafia e del clientelismo politico. Infine – ha continuato – c’è la Sicilia di oggi e di domani con le sue difficoltà e le sue contraddizioni”.
Il sindaco Buzzanca si è focalizzato invece sul rapporto un po’ di amore e odio con la sua appartenenza “il siciliano adesso ha fame di sapere – ha dichiarato Buzzanca – io stesso mi sono spesso confrontato con comunità di siciliani sparse in tutto il mondo, dalla Cina all’Australia, dove mi sono potuto confrontare con persone che sentono la mancanza della nostra regione. Invece quotidianamente, vedo e sento nostri giovani conterranei che invece non vedono l’ora di emigrare altrove”.
Antonio Macauda