Un articolo, amaro, crudo, dove l’ironia lascia spazio all’analisi, ma certamente vero, lucido e reale che interpreta perfettamente gli stati d’animo di un ambiente, non conforme, dove si rispecchiamo ambienti eterogenei, a tratti anche differenti e distanti tra loro, e dove, un po tutti con un minimo di onestà intellettuale, quelli che hanno vissuto storie, fatti, percepito odori e serrato i ranghi, si possono riconoscere. Certamente un bel punto di partenza. A scriverlo è stato Gabriele Adinolfi, pubblicato oggi su http://www.noreporter.org/
Festeggeremo. Magari in camicia nera ben presto unta di sugo.
Festeggeremo. Con l’occhio esaltato di chi sa come stanno le cose e come starebbero invece se ci fosse ancora Lui.
Festeggeremo. Ammiccanti, dicendoci che commise solo l’errore di allearsi con i tedeschi (sono ancora a bizzeffe quelli che raccontano questa fregnaccia).
Festeggeremo. Magari scaricando indignati su missini e dirigenti d’area le colpe dei tradimenti.
Festeggeremo. Dandoci di gomito per dirci che sì il popolo, che sì l’euroscetticismo, che ci vorrebbe una Marine Le Pen.
Festeggeremo, innalzando al cielo le nostre camicie unte, i nostri tatuaggi, i nostri orpelli, le nostre maschere del carnevale nero dietro le quali, con rigoroso cipiglio, impersoniamo il ruolo dei fascisti.
Mugugneremo, ci lamenteremo, invocheremo salvezze dal basso o da fuori. Da popoli senza guida che dovrebbero rivolgersi a noi (a noi? Perché?), da statisti stranieri che dovrebbero liberarci per procura, non si sa bene da che e per proporre cosa al suo posto.
Ci giureremo di difendere la Costituzione scritta dagli antifascisti e difesa dall’Anpi, quella “Costituzione più bella del mondo” che ci ha privati dei poteri politici e ci ha inchiodati nelle retrovie rispetto a chi ha invece esecutivi efficaci, rendendoci schiavi in Europa e nel Mediterraneo.
Ci diremo quanto sono bravi gli inglesi. Sì, loro, i nemici di sempre. Bravi perché odiano l’Europa, come sempre; dimentichi che in concreto odiano noi.
Ci diremo quanto sono bravi gli israeliani perché combattono gli arabi. E al tempo stesso diremo quanto sono cattivi gli israeliani perché armano gli arabi.
Ci diremo, forse un po’ meno oggi, quanto sono bravi gli arabi perché combattono gli israeliani. E ci diremo, forse un po’ più oggi, quanto sono sciocchi gli arabi perché combattono per gli israeliani.
Risolveremo tutto condannando l’Islam, che diventerà artificialmente il sinonimo d’immigrazione.
C’indigneremo per le masse di stranieri che invadono l’Italia ma, invece di esprimere un razzialismo fiero e consapevole, ripiegheremo in una xenofobia non razzista, se non socialmente parlando.
Grideremo che non li vogliamo più! Non li vogliamo più, meno la badante di papà, meno la moglie straniera che ci ha sposati per diventare italiana e che facciamo finta che sia innamorata di noi, meno quei dipendenti su cui risparmiamo un pochino.
Ci domanderemo, sorpresi, indignati, un po’ brilli, allorché sulla nostra camicia anche il vino si sarà aggiunto al ragù, quand’è che gli italiani voteranno “bene”, dimentichi che lo hanno fatto più volte ma sono stati ripagati da vergognosa incompetenza.
Alzeremo i calici brindando alla Marcia mentre ci esaltiamo soltanto per cose marce.
Qualunquisti, democratici, barcollanti per l’alcool, torneremo a casa per indossare le pantofole con l’effigie del Duce e forse addirittura gli slip con la sua faccia e la scritta “Boia chi molla”. Prima di crollare nel coma etilico ci riprometteremo di procurarcene un paio con la faccia di Trump.
Poi andremo a dormire aspettando la prossima occasione di Fascio-show.
Fascisti? Noi? Ma per favore! Nemmeno all’altezza dell’asino che porta le Reliquie.
Fortuna che le Reliquie sono più forti e che lasciano il segno anche quando gli asini sono ormai putrefatti.
Quest’interessantissimo punto di vista che prende spunto da una data simbolo, la nascita di Benito Mussolini, per un ambiente la “fascisteria” ed è certamente non conforme
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