Sono passati tre anni da quando la notizia della sua morte sconvolse tutti.
Oggi saranno in tanti tra amici e colleghi della Polizia di Stato a soffermarsi a pensarlo.
Noi oggi lo vogliamo ricordare semplicemente come amico, come un professionista in divisa, serio, preparato, responsabile che amava la sua terra e che aveva il senso dello Stato.
Oggi non vogliamo rammentare quei dubbi, le paure, quei retroscena disegnati e legati alla sua morte – ma anche a quella del collega Rino Todaro – che ancor oggi non sappiamo spiegarci, non accontentandoci della casualità dei fatti. Siamo fatti così!
Tiziano ha lasciato importanti punti fermi a partire dall’importanza della tutela dell’ambiente, della salute, del rispetto delle regole, della correttezza.
Aveva intuito, con la squadra di amici-colleghi, quella dei “vegetariani”, i nuovi flussi criminali che ramificavano e avvolgevano il territorio dei nebrodi. Lui si era posto in prima linea alla lotta contro le agromafie e le ecomafie. E forse questa è stata la su condanna a morte.
Oggi, va così.
Possiamo solo ricordarlo, rammentarne il suo sorriso, e sperare che il tempo, sempre galantuomo, possa regalarci quelle verità che lui aveva sicuramente già intuito.