30, 60 o 120 giorni? – A Brolo c’è aria di modifiche delle ordinanze di demolizione
Cronaca Regionale

30, 60 o 120 giorni? – A Brolo c’è aria di modifiche delle ordinanze di demolizione

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Mentre intanto quasi tutti i soggetti che hanno ricevute le ordinanze tra sgombero, demolizioni e ripristino dei luoghi hanno già parlato con i loro legali e si preannuncia una pioggia di ricorsi, a Brolo diventa un “giallo” i termini per adeguarsi su quanto disposto sia per fare i ricorsi o le opposizioni.
Che sarebbe stato un bel casino questo non c’era bisogno di essere scienziati o andare da un oracolo per metterlo  in conto o preventivarlo.
Così è stato.
La notizia, che era circolata con largo anticipo, poi erano arrivare le notifiche, aveva e continua a farlo sollevato un vespaio prima ancor di essere certezza.
Più di cento ordinanze di demolizione, quasi tutte riguardanti case e ville concentrante lungo l’arenile, tra la strada “Brolo ovest” e il lungomare da est del paese, avevano messo in subbuglio un paese.
In quanto tutti, direttamente o indirettamente ci si sono ritrovati invischiati.
Anche perchè nel gruppo delle ordinanze c’erano anche fabbricati vari, da quelli rurali alle tettoie sino ai piccoli insediamenti industriali.
Tutto quello non sanato o insanabile degli anni passati era stato passato a setaccio e messo a nudo dal lavoro dell’Ufficio Tecnico che, pressato dall’assessorato al territorio di Palermo e dalle stesse disposizioni impositive di questo, con il fiato sul collo della Procura e con un carico di responsabilità immenso, aveva messo nero su bianco dopo che negli anni su ogni pratica si erano accumulati ritardi, ricorsi, sentenze, ordinanze inevase o disattese.
Un problema  per Brolo non di poco conto.
Politico; in quanto investe direttamente l’amministrazione comunale, che proietta la sua ombra anche sul passato del paese, non solo quello recente e che ora potrebbe approdare in consiglio comunale.
Sociale; in quanto la casa, pur se non in regola, per alcuni è prima abitazione.
Economico; ci sono investimenti, risparmi, aspettative su quelle abitazioni alcune che da più di trent’anni punteggiano il litorale.
Occupazionale; molti soggetti interessati alle ordinanze in questi siti, non in regola, ci lavorano, danno lavoro, producono reddito, creano occupazione.
Pratici; chi dovrebbe affrontare i costi e con quali fondi , di eventuali demolizioni?
Del ripristino dei luoghi, dello smaltimento dall’eternit dell’accantanamento del materiale di riporto … si calcola migliaia di euro, e certamente il comune, oggi, non ha queste disponibilità.
E non ultimo di Ordine Pubblico.
Ma torniamo a noi.
Si gioca ora sui termini.
L’ufficio tecnico diretto da Basilio Ridolfo, ingegnere, competente, attento, qualificato, al centro anche di una polemica e di accuse poco consone e opportune, aveva dato a taluni 30 giorni ad altri 60 per ottemperare a queste disposizioni, notificate nella scorsa settimana dai messi comunali.
Ora c’è chi si oppone, per vari motivi, da quelli procedurali a quelli prettamente tecnici,  altri vanno sull’istituzionale: “al presidente della regione – affermano – ci si può opporre in 120 giorni, come mai a Brolo i tempi sono ristretti?”.
Ma pare che stiamo emergendo altre incongruenze, piccoli errori, ma importanti  per i legali, per determinare la “morte” in quanto annullabile, di un atto.
L’ufficio tecnico sembra, ma nessuno dà certezze, stia valutando l’opportunità di dare a tutti nuovi termini, per  agire, per predisporre ricorsi a tutela dei beni, presentare certificazioni o sentenze  in questi mesi ottenute, pervenute, emesse, o per demolire e abbandonare i luoghi.
Potrebbe esser un termine unico. 60 giorni per tutti, ma anche quello di 120 giorni non è da escludere.
Ridolfo prende tempo. Non vuol sbagliare.
Ma bisogna anche dire che ogni pratica ha un lungo iter alle spalle, c’è stato tempo per ricorsi e deduzioni, sentenze e sanatorie.
Pochi cadono dalle nuvole come vorrebbero far credere.
Quello di oggi è solo un atto procedurale, non sostanziale, sul quale ci si può appigliare.
E viene fuori anche l’arcano su alcune notifiche non fatte.
Nessuno è stato escluso, si precisa, al piano terra del comune. La sintensi di tutto potrebbe condensarsi così: Quelle pratiche escluse da questa prima fase delle notifiche sono gravate da un giudizio pendente davanti al tribunale, sono state richieste verifiche all’ufficio legale dell’ente per sapere la loro effettiva posizione, poi in base a questo responso si agirà di conseguenza.
Quindi alla luce di ciò potrebbe, nei prossimi giorni allungarsi l’elenco delle notifiche, mentre il clima politico a Brolo rimane teso.
C’è aria di delazione.
Nel più classico, quanto idiota “ muoia Sansone con tutti i Filistei”, c’è voglia di scoprire le carte del vicino che ha eluso i controlli, far saltare le “coperture” del passato, voglia di rivedere anche antiche pratiche di sanatoria, da monte a valle, da frazioni e zone centrali, quelle vistate positivamente, in quanto predisposte – usando fantasiose astuzie e muri posticci al bisogno di cui sono piene le leggende metropolitane – proprio per indurre all’errore, ma che ora potrebbero riservare delle sorprese.
foto tratta da facebook

 

31 Marzo 2015

Autore:

admin


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