Nino lo Iacono tuona e dice, racconta e illustra, documenta e insegna, sulla Patti che c’era e sulla quella che c’è, su storie e trame perse nei tempi. Risponde così al post della signora Margherita, che su facebook, senza appello, dipingeva questa Città così:”paese invivibile….insignificante, incolto, indolente. Nullo”. Non è una difesa d’ufficio, ma una semplice puntualizzazione sulla Storia…. senza far storie
La nota di Nino Lo Iacono.
Ieri su un gruppo Pattese di Fb è stato pubblicato un commento che nulla aveva da condividere con il post nel quale è stato inserito.
L’autore del commento è stata una certa Margherita Ceribella di origine veneta, e da quel che si legge sul suo profilo, sembrerebbe abbia conseguito la laurea in lingue presso l’università di Padova.
Il commento postato dalla signora Margherita offende profondamente la città di Patti ed i suoi abitanti.
Da Pattese DOC, sento il diritto-dovere di difendere la mia terra, martoriata forse, con tanti difetti, ma colma di pregi, bella come nessuna, e non certo come questa signora, infettata da atavici pregiudizi, l’ha definita.
Cara Signora Margherita Ceribella, non la conosco e non voglio avere questo dispiacere, ma visto che lei, invece, pensa di conoscere tutto e tutti di questa illustre città di Patti, mi corre l’obbligo morale di rettificare i suoi ingenerosi, cafoneschi e inopportuni giudizi.
Tengo a precisare che sono Pattese nel sangue, nella mente e con il cuore, e sono Siciliano alla stessa maniera. Lei non conosce né la cultura né la storia di questa Nobilissima e Magnanima Città, né, deduco, conosca la storia della Sicilia.
Posso però supporre che quando nei nostri siti, 2500 anni fa, si studiava la filosofia e la matematica, quando Archimede sbalordiva il mondo con i suoi studi di fisica, nelle zone da cui lei proviene, probabilmente si abitasse nelle grotte o sulle palafitte.
La mia educazione di persona nata e cresciuta in questa terra, mi impone il rispetto delle persone in genere, ma ancor più di quelle che reputo ospiti, turisti, semplici forestieri.
La stessa educazione mi suggerisce che tale rispetto vada quantomeno, se non ricambiato, certamente riconosciuto.
Da quel che leggo,lei non ha la minima idea di queste regole civili, nè ha avuto la prudenza di fare rilevare alcune problematiche di cui soffre il nostro territorio, con il garbo che un buon ospite dovrebbe avere.
Cara signora, noi Pattesi non siamo ne ipocriti, né ciechi, e nemmeno stupidi, come lei ha dimostrato di pensare.
Quando si va a vivere in luogo che ha tradizioni e cultura diverse dal territorio della propria origine, bisogna accettarli, l’alternativa è tornarsene a casa propria.
Noi Siciliani e noi Pattesi, abbiamo sempre avuto una debolezza, che ci ha fregati: il senso dell’ospitalità, del rispetto del forestiero. Lei ha goduto di queste debolezze, ma non le confonda con la stupidaggine ;farebbe un gravissimo errore !
La mia città di Patti è stata ed è un faro di cultura, non solo per le numerose scuole che sempre ha avuto, per esempio il liceo- ginnasio compie quest’anno 150 di vita, ma sopratutto per le testimonianze di arte e cultura che risalgono a 4000 anni fa. Nel 1500 aveva due ospedali e i suoi conventi erano fucine d’insegnamento.
Non so se abbia sentito parlare di Salvatore Quasimodo… Non cerchi sul web, glielo dico io…
Quasimodo era un poeta Siciliano, un geometra come il sottoscritto, un poeta Italiano cui è stato assegnato il premio nobel per la letteratura.
Ebbene questo signore era un uomo che frequentava i posti più acculturati della Sicilia, i posti che più lo ispiravano, quelli che riteneva più belli in assoluto. Quasimodo a Patti era di casa, con la sua “allegra brigata”, fra cui Saggio, Pugliatti, Mancuso, girava per questa città che lei, improvvidamente ha giudicato “paese invivibile..insignificante, incolto, indolente, nullo”.
Quasimodo discuteva all’antico caffè Galante, pranzava nel suo ristorante preferito che era in piazza Giardina ( oggi Marconi). Tralascio di parlare di Francesco Magretti, Beniamino Joppolo, Francesco Nachera e tanti altri uomini della società civile e della Chiesa il cui Vescovado ha 1000 anni di storia, fra i più antichi d’Italia, che hanno dato lustro a questi lidi e alla Sicilia Intera.
Con tutto rispetto io, mi fido più della sensibilità di un poeta premio Nobel, che di una persona prevenuta,che non sa apprezzare nemmeno ciò che quotidianamente le passa davanti agli occhi.
Per giustificare le sue affermazioni ha cercato di precisare, ponendo altre domande sulle condizioni di alcuni servizi e sui comportamenti di certi automobilisti. Con tutta sincerità, non mi pare che certi rilievi possano valere solo per Patti, da quel che sento ogni giorno dai generosi midia, tutto il mondo è grossomodo uguale. Non è certo una consolazione ma, nemmeno Patti può essere additata quale unica detentrice di simili “negligenze”.
Qualche tempo fa ho letto ed ho visto pubblicate su Fb foto di una Padova sporca ed abbandonata a se stessa, in mano alla delinquenza comune e nel più triste degrado, nonostante tutto, mi sono guardato bene da commentare con giudizi negativi o, peggio, offensivi.
La sua cecità collima esattamente con il suo essere “padana”, nel senso più volgarizzato del termine, così ridotto da certi ambienti politici che nell’area dalla quale proviene, sono rimasti imbrigliati nel fango del razzismo, dell’egoismo e di un egocentrica politica che tanto danno sta arrecando all’Italia.
Mi consenta una domanda: ma lei da quando vive qui, è sicura che abbia conosciuto questa città, che abbia frequentato cittadini Pattesi?
Leggendo ciò che ha scritto credo che abbai visto posti sbagliati e che non abbia frequentato le persone “giuste”.
Infine le confesso una mia debolezza: – quando un posto non mi piace, non vedo l’ora di lasciarlo !
Ci pensi, forse uscirebbe da questa sua angoscia.
Cordialmente,
il Pattese Nino Lo Iacono
Ovviamente per non essere tacciati a di esser talebani, del dagli all’untore a tutti i costi, di sbattere il mostro in prima pagina, di condannare prima di sentir le parti, saremmo bel lieti di ospitare un pensiero più articolato, definito, che vada al di là del semplice quanto stringato post della signora Margherita, per comprendere meglio e capire… se la sua era una “provocazione”, se era un disagio, se era o voleva aver la pretesa di essere un punto di dibattito… La redazione resta in attesa!
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