di Corrado Speziale
Il commissario Salvatore Jervolino, chiamato a sostituire il decaduto Cda, e il sovrintendente Egidio Bernava hanno annunciato in conferenza stampa le prime mosse per attuare la spending review dettata da una situazione “economicamente disastrosa”. Secondo i numeri forniti, nella stagione 2015/2016 ci sono state perdite per 1 milione e 200.000 euro, più altrettanti debiti fuori bilancio. A fronte di tali cifre ne fanno le spese innanzitutto i direttori artistici Ninni Bruschetta e Giovanni Renzo, cui andavano 32 mila euro ciascuno lordi l’anno. Somma quasi irrilevante rispetto al resto, tant’è che la mossa sa più che altro di “punizione”. La stagione da loro programmata non subirà comunque variazioni. Previste economie anche nei fitti passivi e nelle utenze, rispettivamente 110 mila euro per due depositi e 12 mila di spese telefoniche. Jervolino, già presidente del Collegio revisori dei conti dell’Ente, ha tre mesi di tempo per raggiungere i tre obiettivi prefissati: riqualificazione del personale e rinegoziazione del contratto di lavoro; attuazione dei nuovi regolamenti in materia di bilancio e contabilità; modifica dello statuto. Bernava: “Non siamo qui per cambiare pagina, ma per cambiare libro. Guardiamo al passato e riprendiamo ciò che nelle vecchie gestioni aveva funzionato”.
Per Messina e la sua attuale storia politico amministrativa, quello di ieri è stato un venerdì dai segnali forti, che difficilmente non lasciano traccia: a Palazzo Zanca i consiglieri raggiungono le 17 firme che suggellano la richiesta di sfiducia al sindaco; succede anche di più a poche centinaia di metri da lì, al Teatro V.E., dove viene ufficializzata la scelta di revocare le nomine dei direttori artistici Ninni Bruschetta e Giovanni Renzo, alla guida rispettivamente delle sezioni prosa e musica dall’ 8 luglio 2014, con contratto rinnovato il 12 aprile 2016 e in scadenza nel 2018. Causa, la famigerata spending review che sta portando spesso i giornalisti al teatro a sentir parlare solo di numeri e debiti, tanto da ritrovarsi dinanzi a un “ragioniere”, già presidente del Collegio revisori dei conti, nominato commissario straordinario dell’ente, che sostituisce l’intero Cda sciolto dal Governo regionale lo scorso 28 dicembre. Così, Salvatore Jervolino si è presentato in conferenza stampa assieme al sovrintendente Egidio Bernava con due delibere sotto braccio, pronte ad essere rese pubbliche: con la n. 1 del 17 gennaio dà il benservito a Ninni Bruschetta, con la n. 4 nella stessa data fa altrettanto con Giovanni Renzo. Il motivo? Risparmiare 64 mila euro lordi l’anno per pagare il totale dei loro proventi. “Briciole, rispetto a quanto sono pagati i loro colleghi nel resto d’Italia. Questo teatro con loro aveva ripreso vita. Con 500 mila euro hanno messo su un cartellone quando solo un’opera ne costa il doppio”, fa presente Gigi Giacobbe, autorevole giornalista e critico teatrale. Ma il ragionier Jervolino non fa una piega. “Li ringraziamo, ma ho deciso di tagliare”. Risultato: “Revoca dell’incarico con decorrenza immediata e sospensione dei pagamenti non ancora maturati”. Le motivazioni: “Stagione 2015/2016 economicamente disastrosa nelle programmazioni artistiche. Oltre a loro venivano pagate delle società per fare spettacoli con affidamenti diretti. Su questo sta indagando l’Autorità giudiziaria”. L’alternativa: “L’amministrazione provvederà nel breve periodo a predisporre e pubblicare un avviso di manifestazione di interesse a titolo gratuito. Nelle more il sovrintendente assume le funzioni ricoperte dai direttori artistici”. Nella stagione 2015/2016 la perdita è stimata in 1 milione e 200 mila euro. “Quando si bruciarono quei soldi – dice Jervolino – scrissi in un verbale che sarebbero potuti servire per il personale, dai tecnici agli orchestrali”. Ma chi ha seguito gli spettacoli in quella stagione ha avuto modo di vedere e apprezzare quanto Renzo abbia fatto lavorare l’orchestra con successo in tanti spettacoli di qualità. Evidentemente, i “numeri” che contano sono altri. Gli altri tagli: “110 mila euro l’anno per l’affitto di due capannoni utilizzati come depositi”. Uno si trova alla Zir, l’altro a Tremestieri. Qui Jervolino ringrazia Nino Interdonato, vice presidente del Consiglio comunale per essersi prodigato, attraverso una lettera al sindaco e agli altri organi competenti, nella richiesta per ottenere gratuitamente un immobile comunale al fine di eliminare quegli affitti. Per il commissario, questo atto altro non è che una ricompensa per fondi non versati al Teatro da Palazzo Zanca, consistenti in 100 mila euro. Altro risparmio: 12 mila euro in bollette telefoniche dalle precedenti 24 mila. Ma la fetta più grossa è sicuramente quella delle parcelle degli avvocati, tutti creditori inseriti nel maxi debito da saldare: “Sono circa trenta – precisa Jervolino – e li incontrerò tutti, ad iniziare da uno che vanta un credito di 150 mila euro”. Queste le cifre in dettaglio, secondo il commissario, quantunque i conti non siano tanto facili da elencare: “Il consuntivo 2015 si è chiuso con un disavanzo di 330 mila euro, quando tre anni prima c’era un avanzo di 4 milioni di euro”. Ma viene indotto ad una precisazione: furono gli anni senza stagioni teatrali. Ancora cifre: “Nella stagione 2015/2016 ci sono state perdite per 1 milione e 200 mila euro. Il Cda ha poi stimato e riconosciuto circa 1 milione e 100 mila euro fuori bilancio, mentre a noi (come revisori dei conti, ndr) ne sono pervenuti circa 1 milione e 350 mila”. Le conseguenze: “Abbiamo una schiera di creditori, tra poco arrivano i pignoramenti”. Questi i tre punti su cui si articola l’incarico a Jervolino conferitogli lo scorso 10 gennaio dall’assessore regionale al Turismo e Spettacolo, Barbagallo: riqualificazione del personale e rinegoziazione del contratto di lavoro; attuazione dei nuovi regolamenti ai sensi del D.L.vo 23.6.2011 n. 118 in materia di bilancio e contabilità di un ente pubblico; modifica dello statuto dell’Ente che prevede la riduzione dei componenti del Cda. “Non verrà fatto alcun taglio al personale che rischia il posto di lavoro per la situazione degli anni precedenti. Anzi, va incoraggiato”, ha garantito Jervolino.
Il sovrintendente Egidio Bernava affida alla gestione commissariale il prossimo destino dell’Ente. “Non siamo qui per cambiare pagina, ma per cambiare libro. Siamo in una situazione culturale ed economica gravissima. La Regione non ci può più supportare perché la crisi economica porta a un decremento degli spettatori in teatro”. Nel corso della conferenza, ha poi annunciato le proprie strategie. “Guardiamo al passato e riprendiamo ciò che nelle vecchie gestioni aveva funzionato”, pensando ai tempi di Magaudda, Ordile, etc. “I risparmi – ha proseguito – ci consentiranno di ripartire con la Laudamo e di dare risposte alla città. Le risorse, o le ritroviamo nei nostri ambiti o non le ritroviamo”. Alla fine, dopo tanti numeri e aggettivi, finalmente un po’ di programmazione. “Quest’anno, per la prima volta, usciremo con Anfiteatro Sicilia, assieme ai Beni culturali, Turismo e Economia, in un progetto unico, per la rivalorizzazione dei siti culturali. Questa estate porteremo in scena a Taormina Pierino e il Lupo, con la nostra orchestra e con Nino Frassica, regia di Rocco Mortelliti. E’ un progetto totalmente nostro che andrà in giro per la Sicilia e spero per l’Italia”.
Intanto, sulla decisione sicuramente forte ma non certo imprevedibile sui direttori artistici, si attendono reazioni che non tarderanno ad arrivare.
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