MEMORIE – 5 anni fa andava via Benito Paolone, Re del Rugby catanese
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MEMORIE – 5 anni fa andava via Benito Paolone, Re del Rugby catanese

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5 anni fa moriva Benito Paolone. “Era un fantastico matto… figlio di un’altra epoca e grande personaggio -scrive oggi Fabio Granata – manca a Catania e a tanti di noi cresciuti in antiche battaglie ” la foto è di  Andrea Sessa. Uno scatto dove c’è tutto Benito!

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Rugby, botte e sentimento. Così poteva sintetizzarsi la figura di Paolone, uono simbolo del Msi catanese.

Andava via, a gennaio, nel 2012, era stato deputato nazionale dal 1994. Amici e nemici politici lo ricordano ora come ieri come un combattente. L’avvocato Enzo Trantino nel giorno della sua morte disse: «Per uomini come lui diventa inconciliabile il senso statico della morte»

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Figura storica della politica etnea, conosciutissimo in città, era nato nel  ’33, originario di Campobasso, trasferitosi a Catania, iniziò a fare politica con l’Msi passando dal consiglio comunale a quello regionale per arrivare alla Camera della Repubblica italiana nel 1994.
Ma nel cuore di Paolone batteva oltre la “fiamma” anche il rugby,  prima giocatore, poi allenatore quindi presidente dell’Amatori Catania.
Quando morì, tra le bandiere ammainate e listate a lutto chiuse anche il sito della società sportiva «Il sito è chiuso in segno di lutto per il nostro primo tifoso»
Oggi ci piace ricordarlo come un leone ruggente. Un uomo capace di far fronte ad ogni avversità. Uno di quelli che come scriveva Francesco Merlo sul Corriere nel 1994, raccontando di una rissa alla Camera con Paolone protagonista assoluto, ti dice «io ti mangio il cuore», ma poi ti abbraccia.
Sempre Trantino ricordando l’’amico dice «ci sono uomini, e Benito appartiene a questa ristretta schiera, per cui diventa inconciliabile il senso statico della morte, perché in ogni manifestazione, sia impegnata che ordinaria, mostrava una tempra da combattente. Credeva intensamente in quel che faceva, nello sport, nella politica e nella vita». E o stesso avvocato in quella circostanza aggiunse, «tutta la città perde il suo grande cuore che non conosce riposo».
Pippo Pignataro ex dirigente del Pci- quindi avversario politico, di lui ebbe a dire: «Lo stimavo molto e credo lui stimasse me. Era un politico leale e senza furbizia. Faceva politica con un alto senso dello stato, per passione e non per i privilegi».
23 Gennaio 2017

Autore:

redazione


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