GAGINI & SINAGRA – Un recupero artistico – religioso che dà il senso della Civitas
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GAGINI & SINAGRA – Un recupero artistico – religioso che dà il senso della Civitas

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Il recupero artistico di un’opera importante, significativa, che a Sinagra rappresenta anche altro.

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Un’opera che identifica e che dà il senso della comunità e che ritorna ad unire un intera collettività, in un momento importante – quando ci si appresta a vivere i 500 anni dalla fondazione della Parrocchia San Michele -.

Un paese, dato da sottolineare e non fatto marginale, che intorno a quest’importante azione di restauro e conservazione di un bene artistico importante, in questi giorni i si ritrova, si guarda dentro, e sta dando vita ad una forma di stretta collaborazione che unisce i rappresentanti delle aggregazioni laicali,  i pii sodalizi, tecnici, esperti, e restauratori che con le loro abilità stanno rendendo merito alle eccellenze scultoree e pittoriche del passato presenti all’interno della Chiesa Madre.

Sinagra quindi è un paese che ospita, accoglie, si dona e dona per il restauro di un “simbolo” aggregante.

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Così c’è chi ospita, c’è chi rifocilla, chi dona come “l’anonimo” – un’azienda del territorio che vuol mantenere celata la sua identità – che ha fornito colori, stucchi e prodotti specifici per ridare lustro all’opera gaginiana.

Ecco: l’attenzione ed il sostegno. Il lato bello di una comunità, che, se non distratta da beghe politiche prettamente locali, dà il meglio di se unita alla parte “bella” della Politica, quella che davvero in maniera disinteressata, dovrebbe essere attenta al territorio.

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Quest’intervento di restauro può essere l’avvio di una grande opera di recupero dei pregevoli beni artistici di Sinagra, l’avvio di un grande progetto di recupero di un patrimonio che diventa poi attrazione e attrattivo, come ha sottolineato l’architetto Salvo Gentile che con l’archeologa Enza Cilia hanno, disinteressatamente, messo a disposizione esperienza e professionalità insieme al Dott. Salvatore Burgio, Restauratore BB.CC. di Gela che ha recentemente restaurato gli intonaci parietali, mosaici pavimentali, reperti ceramici e metallici, dell’Area Archeologica di Gerace (Enna), nell’ambito degli scavi condotti dalla  University of British Columbia di Vancouver, e prestato la sua esperienza per preziosi recuperi nell’Area Archeologica ex Villa San Pancrazio di Taormina, nell’ambito delle campagne di scavo condotte dall’Università di Messina.

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La stessa dottoressa Cilia in diversi contesti, parlando di questo importante restauro, ha sottolineato il grande ruolo e la disponibilità dei rappresentanti della Chiesa di Sinagra che in padre Fulgenzio trova un attento interlocutore.

Ma andando all’opera.

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Questa è un retablo in marmo realizzato da Giacomo Gagini nel 1542, per la Cappella del S. Sacramento della Chiesa di S.Nicolò ,che a seguito di un evento calamitoso nei primi decenni del XIX sec. fu nel 1860 collocato nell’abside della nuova Chiesa Madre, dedicata a S. Michele Arcangelo.

Il manufatto, posto in posizione elevata e inglobato nella muratura, presenta una Madonna con bambino in braccio, al centro della composizione e due statue di santi ai lati della Madonna: a sinistra  San Michele Arcangelo e a destra San Giovanni Apostolo.

Enza Cilia

Le tre statue sono collocate all’interno di un apparato architettonico, anch’esso in marmo, che serve da supporto delle opere statuarie e da una elaborata cornice che impreziosisce la composizione. Come in tutte le opere realizzate dai Gagini, la composizione è impreziosita da parti di superfici a rilievo con dorature.

L’opera d’arte necessitava di interventi di manutenzione ordinaria, consistenti in pulitura e consolidamenti.

In particolare nei riscontri che hanno preceduto l’avvio dei lavori si è  notato che l’intonaco che ricopriva  le nicchie laterali era in gran parte distaccato dal supporto murario e collassato in quanto sottoposto in passato a fenomeni di umidità per via di infiltrazione d’acqua;  il complesso artistico era a tratti inscurito per pregressi attacchi di popolazione biologica. La figura di San Michele Arcangelo risultava lacunosa di parte del braccio e della mano destra nonchè di alcune falangi della mano sinistra, ma forse l’aspetto più inquietante era rappresentato dal fatto che ampie aree decorate in oro erano state tinteggiate in tempi recenti da diversi strati di vernici dorate che oggi, essendo ossidate, risultano annerite.

 

 

 

Da scoprire

ITINERARIO GAGINIANO TRA   Raccuja, Ucria, Sinagra, San Piero Patti, Ficarra e Gioiosa Marea.

 

 

 

7 Aprile 2017

Autore:

redazione


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