Può annoverasi la prima strage in Italia dell’era post fascista. Il 19 ottobre del ’44 l’esercito uccise a colpi d’arma da fuoco 24 manifestanti, che a Palermo protestavano contro il caro-vita.
Teatro dei tragici fatti fu via Maqueda, proprio di fronte palazzo Comitini, qui 24 persone, la maggior parte giovani, che manifestavano pacificamente contro il caro vita, furono uccise a colpi di arma da fuoco dall’esercito, nella cosiddetta “Strage del pane”.
Una pagina tragica del nostro passato ricordata con una lapide posta nell’atrio di Palazzo Comitini,
“Non c’è futuro senza memoria –ha detto in una commemorazione negli anni passati Musotto – La strage del pane è una delle pagine più amare e al tempo stesso significative della prima metà del ‘900 in Sicilia.
Solo conoscendo il passato si può capire il presente e leggere i suoi eventi sotto la giusta prospettiva. Il nostro appello, dunque, è rivolto soprattutto ai giovani: le testimonianze dirette non dureranno in eterno, ma con la volontà di capire e di indagare tra le pieghe della storia potremo preservare quel patrimonio prezioso che è la memoria collettiva”.
A sparare sui manifestanti fu un plotone di militari dell’Esercito italiano, dell’Italia del Sud, appartenenti al 139° fanteria della Divisione “Sabaudia”.
Il drammatico bilancio dell’eccidio fu di 24 morti e ben 158 feriti, tra cui donne e bambini.
Gli Indipendentisti du Frunti Nazziunali Sicilianu – “Sicilia Indipinnenti” hanno celebrato il mesto anniversario della “strage del pane”,ed è giusto reicordare che la lapide finalmente posta, anche grazie all’ostinazione du FNS, a ricordo dell’eccidio dimenticato dalla stampa del regime e dallo stesso Stato Italiano.
Fu la prima strage nell’Italia liberata dal fascismo.