ARTE A MESSINA – La “sinfonia di forme” di Marta Cutugno
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ARTE A MESSINA – La “sinfonia di forme” di Marta Cutugno

“Mad’Ama”, prima mostra personale dell’artista messinese, in corso al Nebe CoffeeBook di Torre Faro, sarà aperta fino al 1° agosto.

 

 

Al vernissage di venerdì scorso si è registrata un’importante presenza di pubblico, tra amici dell’artista, esperti e semplici appassionati, incuriositi dalle opere di Marta Cutugno, nota fino ad oggi per le sue attività nel campo della musica.

Marta Cutugno è un’artista, pianista e musicologa messinese, insegnante di Musica e giornalista culturale di “Carteggi Letterari”, con la passione per l’opera lirica, la poesia e la pittura.

Il suo commento sulle motivazioni che l’hanno indotta alla pittura: “E’ diventata una necessità. Continuerò su questo sentiero, vedremo dove mi porta…”

L’entusiasmo dopo l’apertura della mostra: “Il mio primo tuffo in questo nuovo mare. Tante persone intorno a me e tanto affetto, un calore incredibile”.

Al vernissage è intervenuta la giornalista e critica Laura Donato: “Questi quadri danno una sensazione di libertà. In alcuni si avverte un intreccio di onde del lago di Ganzirri sotto vari colori e tonalità. Una sorta di leitmotiv acquatico”.  

All’evento era presente, tra gli altri, il maestro Stello Quartarone: “Complimenti a Marta. Una bella serata immersa nell’arte.”

“Marta Cutugno…! Ma non suonava il piano?” Così una passante esprime sorpresa leggendo la locandina di “Mad’Ama”, che in questi giorni campeggia sulla vetrata del Nebe CoffeeBook sulla via Nuova di Torre Faro, accogliente ritrovo che ospita la mostra che resterà aperta fino al primo agosto.

E’ anche questo il senso della “prima” di pittura di Marta Cutugno: lo stupore. Lei, musicista e storica della musica, insegnante, giornalista di “Carteggi Letterari”, critica musicale e teatrale, non pone limiti nel liberare le proprie idee e passioni di una vita. E’ l’artista in sé che attrae per il rigore nella cura, il senso del gusto e la creatività che le appartengono. Fattori che potrebbero attecchire su qualsiasi forma espressiva. Stavolta, al debutto, sipario aperto sui suoi dipinti. Così, per Marta, dalla tastiera del pianoforte a quella del computer per una recensione attenta di un’opera lirica, di prosa, o di un concerto seguito in teatro la sera precedente, passando dalle lezioni a scuola, fino a cimentarsi con pennelli e colori sulle tele, il passo è breve. Infatti, se si ha talento, passione e forza di volontà, le porte dell’arte si aprono su ogni campo.

La mostra di pittura, già prima del vernissage, lasciava presagire un successo. E così è stato. Lo si notava sui social, tra i contatti dell’artista. E’ un fatto di conoscenza personale, di stima e di fiducia ad ogni livello nei confronti dell’autrice. Di curiosità: una musicista che dipinge. L’arte in questo caso è terreno di incontro, di condivisione, dove la visione del mondo, i valori umani, gli interessi in comune e le sensibilità giocano un ruolo determinante. Così il vernissage si è rivelato un evento leggero, fatto di parole e sorrisi, anche tra gente che si ritrovava fianco a fianco per la prima volta. Specchio fedele delle opere dell’artista che contornavano la sala, facendo per la prima volta sfoggio di sé.

Al Nebe CoffeeBook di Torre Faro si respira un’aria sobria che sa di mare e d’amicizia. I dipinti, con tratti e sinuosità avvolgenti, portatori di colori e forme variegate, si stagliano meravigliosamente sulle pareti bianche del locale, offrendosi allo sguardo del visitatore.

L’immaginazione di chi osserva si perde nella magia dei luoghi del Mediterraneo con colori che evocano essenze come bouganville, oleandro, gelsomino e lavanda, con innesti dell’azzurro del mare e del cielo. E’ il caso di “Mad’Ama”, opera 100 per 70 del 2014, che dà il titolo alla mostra, dove il verbo oltre l’apostrofo, più che un imperativo, indica un auspicio, una luce di speranza. Nessuna opacità. L’opera è solare, significativa delle sensibilità dell’artista.

Nelle tele sulle pareti convivono, si innestano e si intrecciano forme in movimento. Il richiamo alle visioni e suggestioni del mare non tarda a manifestarsi: i gorghi dello Stretto, la sua profondità nelle densità del blu, le onde che trascinano con sé emozioni.

Musica e pittura: un incrocio contemporaneo di ciò che la cultura storica considera unità delle arti in un piacevole dialogo tra spazi, forme e colori. “Tano”, 65 per 90 centimetri di bellezza, racchiude in sé tutto quanto si attendeva da Marta, la metafora di una vita con il senso del mito dal luogo incantevole in cui essa risiede: la prua della barca, lo strumento musicale, i giochi inquieti, imprevedibili e affascinanti delle acque dello Stretto nel loro continuo, perenne mutare.

I colori vanno in comunione, dialogano tra loro, esprimono in pieno gli stati d’animo dell’artista, fugaci, unici. Tutto è immortalato. Ogni tela rappresenta ciò che resta di quei momenti, e contiene in sé una sequela di suggestioni. L’insieme delle opere è una narrazione ricostruita in una breve antologia, dal 2014 ad oggi.

Alcuni titoli, particolarmente evocativi, lasciano margini al visitatore che può liberare le proprie fantasie scegliendo affinità e abbinamenti: le evoluzioni in “Blu Bird”, ne sono un esempio. Già solo il titolo richiama passioni e pulsioni: il quadro potrebbe stare benissimo in una copertina o locandina di jazz.

Con “Maretta”, invece, si manifesta chiara la scelta verso un esplicito status del mare, affibbiandolo a quello, pressoché quotidiano, delle relazioni umane. I movimenti, dal bianco al nero, passando per varie tonalità di blu e azzurro, confermano tali percezioni.

“Magnolia”, a sua volta, ci regala la bellezza di figure colorate di speranza, con un occhio dal carattere forte, da cui scaturisce una fronda, sinonimo di prosperità. Ciò tuttavia non evita che dallo stesso cada una lacrima: sia questa voluta o casuale, leggiamola come commozione.

Prendono l’occhio e la mente del visitatore, con analogo interesse, anche “Ansimo”, titolo bellissimo per un caleidoscopio di umori e sensazioni; “Darsena” e “Calamaio Lern”: su quest’ultimo emerge l’artista insegnante. Anche le opere senza titolo, in linea con le altre per taglio cromatico, struttura e stile, lasciano di sé un’impronta che conferma la “sinfonia di forme che spesso risultano in continuo Mutamento”.

Così Marta Cutugno, al vernissage, sulle motivazioni che l’hanno indotta alla pittura: “E’ diventata una necessità. Continuerò su questo sentiero, vedremo dove mi porta…”

L’entusiasmo dopo l’apertura: “Il mio primo tuffo in questo nuovo mare. Tante persone intorno a me e tanto affetto, un calore incredibile”.

Al vernissage è intervenuta la giornalista Laura Donato, critica musicale, teatrale e d’arte, amica dell’autrice. Il suo commento: “Questi quadri danno una sensazione di libertà. In alcuni si avverte un intreccio di onde del lago di Ganzirri sotto vari colori e tonalità. Una sorta di leitmotiv acquatico”. A Capo Peloro, lo Stretto e i laghi costituiscono un unico contesto, dove la distesa d’azzurro viene appena spezzata da una lingua di terra, cosicché anche le increspature si contagiano. Non c’è che dire: lettura ampiamente condivisa.

All’apertura della prima mostra di Marta Cutugno era presente anche il maestro Stello Quartarone, classe 1947, profilo forte con oltre mezzo secolo d’attività, una “pietra miliare” dell’arte messinese. Il suo commento sull’evento: “Complimenti a Marta. Una bella serata immersa nell’arte”.

Corrado Speziale

 

Mad’Ama_MartaCutugno_Art.Scomunicando19.7.2018

19 Luglio 2018

Autore:

redazione


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