IL FESTIVAL VISTO DA ITALO ZEUS – Seconda serata. Scorre tutto meglio e sale di grado
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IL FESTIVAL VISTO DA ITALO ZEUS – Seconda serata. Scorre tutto meglio e sale di grado

Sembra che una corsa estenuante ieri si sia conclusa. Il fiatone della prima serata scomparso. L’amplificazione corretta. Interpretazioni più piene. Si sentiva il bisogno di una pausa.

 

C’erano 12 big in pausa, Bisio e la Raffaele con spazio per poter far vedere quanto valgono, (Bisio era rilassato anche al dopo festival).

E ultimo, ma non ultimo, due comici senza reti: Pio e Amedeo, liberi di fare battute su tutto e su tutti.

Tra le elezioni dell’anno scorso e varie polemiche, è sembrato quasi anomalo.

Scorre tutto meglio e sale di grado. Noi (noi no) possiamo cercare di entrare nel merito dei testi delle canzoni.

Achille Lauro – Rolls Royce-

Adesso che Achille Lauro si è sottoposto al massacro post esibizione, possiamo dire che ne è uscito rinforzato.

Pubblico e critica dalla sua. Centra ancora di più il pezzo (cosa che hanno fatto quasi tutti). Il testo: un elenco di simboli, da Miami Vice a Van Ghog, da Amy Winehouse alla Ferrari creando un mondo. Ma lo fa crollare tutto, con un effetto notevole chiudendo con “Dio tienici da parte un posto e segnati sti nomi”. 8

Einar – Parole nuove-

Ancora imbarazzante, se non di più. Ho capito da dove viene il brano. Sembra l’inedito, il primo, che i giovani studenti della scuola di Maria De Filippi, presentano all’inizio.

Credo che la colpa sia del suo staff, che lascia questo ragazzo in balia di se stesso in un festival molto importante. 3

Il Volo – Musica che resta –

Non aggiunge molto all’esibizione della prima sera, se non il sentire meglio il testo della Nannini. Il punto è: essere dentro un amore vero, sentito, forte. Un pò poco. 6

Arisa – Mi sento bene –

Nonostante alcuni sbagli, anche di tempo, ieri sera Arisa ha brillato; anche al dopo festival. Il pezzo è molto difficile tecnicamente, sia dal punto di vista melodico che dal cambio totale di tempo che entra bruscamente. C’era però una gran gioia in Arisa, ed è arrivata tutta.

E il brano non è poi così buonista.

Intanto parte dal presupposto di “cosa resterà quando il tempo sarà finito”, e non è proprio il massimo dell’allegria, ma soprattutto parla di una cosa molto importante.

Per ripartire bisogna lasciare andare anche le immagini forti, belle, del nostro passato “i pomeriggi al fiume con mia madre da bambina” per intenderci, perchè alla fine dobbiamo mettere altre cose che ci fanno stare bene e non ancorarci solo al passato. 9

Bellissimo intervento di Fiorella Mannoia, che presenta un nuovo brano “Il peso del coraggio” scritto ancora da Amara, la stessa di “Che sia benedetta”.

Una forza espressiva che non permette a nessuno di spodestarla da signora assoluta della musica italiana. Duetto con Baglioni,”Quello che le donne non dicono”.

Nek – Mi farò trovare pronto –

Scomodare Borges mi sembra un pò eccessivo, ma la poesia è libertà ed è di tutti.

Lui ha preso una suggestione bella e l’ha proposa,”sono pronto a non essere pronto mai”, ma sembra che il valore dell’idea poetica sia un pò sminuito. 6

Daniele Silvestri – Argento vivo-

Genitori in grosse difficoltà. Anche io ne so qualcosa. Un bello schiaffo che purtroppo serve, e molto.

Fa paura ma è necessario. Che mondo percepiscono i nostri figli, se per placare la loro energia vitale, li piazziamo di fronte ad un qualsiasi schermo?

Parla di prigioni mentali Silvestri, non è il solito aut-aut ad internet. Attenti, ci dice, c’è di più. C’è rancore. 10

Passa un bel pò prima dell’esibizione successiva. Baudo, Bisio, Baglioni e Virginia omaggiano il quartetto Cetra; Bisio e la Hunzinker cantano “la lega dell’amore” diretta direi, e poi uno straordinario Marco Mengoni con Tom Walker in ” Hola (I say)” e poi in “Emozioni” di Battisti con Baglioni

Ex-Otago – Solo una canzone –

E’ strano, se ci si pensa, ma le canzoni d’amore parlano sempre di una storia appena iniziata, travolgente, o di uno struggente addio. Gli ex-Otago parlano di ciò che c’è in mezzo. La vita di una coppia, che ne ha viste “cento casini, cento grandi scene”, e sta ancora insieme.

Quindi di tutto rispetto e devo dire che al secondo ascolto il pezzo mi è piaciuto di più. 7

Ghemon – Rose viola –

Ho sentito il brano inciso, l’orchestra stranamente disturba. Continua comunque a non piacermi, il testo è un pò allusivo ma niente di che.

Il fatto però è che il pezzo c’è, e non mi era sembrato.

Al dopofestival una bellissima interpretazione di “Anna verrà” insieme ad Anna Foglietta mostra le sue notevolissime doti canore. 6

Loredana Bertè – Cosa ti aspetti da me –

Standing ovation per la Bertè. nonostante abbia cantato male.

Ma se lo merita, perchè la sua forza sul palco fa dimenticare le stonature. “Cosa vuoi da me. Ti aspetti tutta una vita per essere un attimo” e forse il suo attimo si è composto.

E’ la Bertè, e rischia il podio. 8

Paola Turci – L’ultimo ostacolo –

La Turci dimostra cosa significa comunicare emozioni con classe e padronanza. Il brano cresce, ma resto dell’opinione che l’arrangiamento lo indebolisce. Eppure sarà un disco che comprerò, perchè la nuova Paola continua a rinascere, e ne ha cose da dire. 9

Negrita – I ragazzi stanno bene –

Non avere più paura e combattere. I ragazzi stanno bene, sono forti, siamo noi che dobbiamo prendere posizioni coraggiose. 6 1/2

Federica Carta e Shade – Senza farlo apposta –

Il gioco è un dialogo. Non un condividere. E funziona. lui non ci crede, lei comunque è li ad attendere. La canzone andrà alla grande. 7

Si chiude con Cocciante che ripropone il successo mondiale di “Bella”da Notre dame de Paris, e poi in duetto con Baglioni “Margherita”, e il premio alla carriera a Pino Daniele che viene consegnato alle emozionatissime figlie.

Lo spettacolo è andato bene, gli interventi dei presentatori anche (particolarmente divertente Virginia Raffaele che canta la “Carmen” a modo suo, ma con voce lirica degnissima).

Classifica Sala Stampa

“blu” (più alta) troviamo Daniele Silvestri, Arisa, Achille Lauro e Loredana Bertè. Nella parte “gialla” gli Ex-Otago, Il Volo, Ghemon e Paola Turci. Giù tra i “rossi” Federica Carta e Shade, Nek, Negrita ed Einar.

Italo Zeus

7 Febbraio 2019

Autore:

redazione


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