
Il 18 maggio del 1968 a mezzogiorno un’esplosione si portò via la “casamatta” – il deposito laboratorio di fuochi d’artificio della famiglia Castorino – . Nello scoppio morirono in tre. Sabato una messa ne ha rammentato il dramma che allora sconvolse l’intero paese.

Era la prima domenica dove il sole davvero anticipava l’estate e molti erano scesi in spiaggia a prendere la prima tintarella.
Al bar di Don Tindaro, alla fine della via Marina, si parlava di calcio e dei gol di Roberto Boninsegna e Gigi Riva che con il Cagliari si aggiudicava il suo secondo titolo di capocannoniere.
Lo scoppio fu avvertito da tutti, anche da Gliaca e fino a Testa di Monaco.
Era mezzogiorno.
Si pensò ad una bombola, quelle che “Girardenco” teneva a deposito da Frassica, ma poi il filo di fumo sulla collina “dei Murtidda” disegnò subito la realtà.
Era saltata in aria la fabbrica dei fuochi d’artificio dei Castorino.

Una famiglia che aveva fatto dell’arte di preparare i fuochi d’artificio un lavoro stabile, importante e che li aveva resi noti in tutta l’isola.
Infatti Natale Castorino stava preparando gli ultimi “botti” che avrebbe sparato la sera a Petralia Soprana, nel palermitano, per la festa.

Non si seppe mai perchè brillò l’innesco, ma poco importò, fu subito chiaro che era avvenuta una strage.
Inuzza, che lì non doveva esserci, che aveva portato da mangiare, che era solita rimanere alla bottega di casalinghi da poco aperta lungo la via Trieste, sempre allegra, morì subito.
Volò in cielo.
Una stella a brillare con il suo sorriso su tutti. Poi in serata in ospedale spirò Paola Materia ed il giorno dopo anche Natale Castorino, che nonostante le ferite e le ustioni che l’esplosione gli aveva causato, riuscì, percorrendo i ripidi sentieri che dalla spianata dove c’era il deposito conducevano lungo la provinciale per Ficarra, a raggiungere la strada nel vano tentativo di chieder aiuto.
Tra i primi ad arrivare sul posto Bruno Vizzari, Turi Campo e Vito Castorino, insieme a Nino Materiale e Paolo “Bacina”. Per loro uno spettacolo terribile con brandelli di corpi dispersi in tutta l’area della fabbrica.
Il paese pianse quei morti, unendosi a chi era rimasto, la famiglia Materia ed ai figli – ora orfani – Vito, Biagio, Antonia e Angela che divenne la mamma di tutti insieme a donna Teresa Materia.
Una strage che non sopì in chi era rimasto la voglia di continuare quel “maledetto” lavoro, quasi impresso nel DNA che trovava radici nei Pisani di Barcellona, tra le famiglie storiche della pirotecnia isolana, che Biagio Materia, sposato con Caterina, negli anni quaranta, aveva portato a Brolo dove si erano imparentati con i Castorino.

Una famiglia un tempo unita e tutta dedita alla pirotecnia e che poi dividendosi ha visto allargarsi ad altri parenti, come i Riturante (Rodolfo il figlio di Angela e Cesare) e poi Biagio e Pippo Materia (i figli di Nino Materia) ed ancora i Castorino con Natale e Roberto (i figli di Biagio).

Una vera e proprio arte, quella di costruire magie di fuoco in cielo, che a Brolo ha fatto da sempre scuola.

Che disegna ricami di luci in cielo che suscitano emozioni anche intrise di dolore come in quel maggio del ’69.
Volarono in cielo come gli astronauti che da Houston quel giorno portarono l’Apollo 10 a completare gli ultimi test in vista dello sbarco sulla Luna.
Ina, Paolo e Natale era già lì.

Giusto per dare un senso ai “fuochi”.
Questi si sparavano durante ed al termine delle processioni sacre che hanno sempre rappresentato momento spirituale collettivo (tra i pochi che a Brolo ancora davvero unisce trasversalmente la comunità sopra le parti e senza le fazioni).
Le processioni si snodavano per le vie cittadine, vedevano la “giunta” di San Giuseppe con la Madonna, con dietro Sant’Antonino o il mesto incedere dell’Addolorata, quando già era sera, in quella che certamente rimane la processione più suggestiva dell’anno.
Momenti in cui si raccoglieva l’animus della gente che assisteva al passaggio di Santi e Patrone.
La spiritualità collettiva anche a Brolo, quindi, si manifestava come anelito collettivo.
Si chiedevano grazie e perdono e quella protezione che serviva per poter continuare a lavorare tra magazzini di limone e quelli del sale dove c’erano sarde e acciughe da conservare, per la famiglia, per mandare i figli a scuola, per non aver la malaria.
Insomma un rapporto diretto tra uomo-natura- sacralità.

E così le processioni si snodavano fra canti e preghiere, con molte donne vestite con gli abiti del Santo o della Santa (Santa Rita e Sant’Antonino e far da padroni tra le preferenze delle donne, che vestivano così, anche per un mese o per un anno, a seconda dell’importanza del voto fatto, anche i bambini di casa salvati dalla tisi o dalla polmonite, e prima ancora dalla “spagnola”).
Processione tutte partecipate delle quali si potevano cogliere vibrazioni intense o raccogliere altri “segnali” con le coperte ai balconi per le figlie da maritare, i ceri accesi, le lampadine illuminanti i vicoli.
Ed i mortaretti?
Avevano una funzione ben precisa.
Oltre a scandire il transito della processione, l’uscita della Chiesa, il passaggio sul ponte del torrente Brolo, l’arrivo alla Marina, oppure gli spari all’alba , le “castagnole” sul sagrato, le “bombe”, sia al rientro della processione in Chiesa che alla fine della serata che si levavano in cielo col preciso significato di “spaventare” il demonio che infuriato, inseguiva le Statue Sacre per carpirle la Spiritualità collettiva, della quale era inseminato il Popolo di Dio che seguiva la celebrazione religiosa.

I mortaretti diffondevano il rumore ovunque, con fracasso continuo, e si concludevano sempre con una “cassa infernale”, cioè con il fendente definitivo.
Il diavolo terrorizzato, fuggiva all’inferno (cassa “infernale”) e se ne stava accucciato.
La Vergine Annunziata, l’Addolorata, San Pietro, Santa Lucia o Santa Rita, e le altre Statue sacre presenti nella Chiesa di Brolo allora avevano vinto!
L’antropologia culturale ha studiato queste forme che risalgono alle ere precristiane e si possono osservare ancora oggi in alcune ritualità orientali (quando la luna viene oscurata da una nube, si leva altro il rumore di tamburelli, campanelli e quant’altro, nel tentativo di spaventare la nuvola e farla così andar via), ma ancor più indietro, e così il rito del fuoco alla fine dell’inverno sulle campagne del Sud, per spaventare gli spiriti maligni e purificare la famiglia contadina, potremmo giungere perfino al cospetto dei Sacri Misteri Eleusini: la vittoria della vita sulla morte attraverso la scoperta dell’Anima.
Quindi Festa, Spiritualità e Tradizione.
Forse ora elementi lontani dagli spari del ferragosto, ma questo poco importa..

Noi ci godiamo ugualmente lo spettacolo… torniamo un pò bambini, battiamo le mani e dedichiamo quei giochi di fuoco in cielo ad una tradizione, di lavoro e d’arte, tutta brolese.
Brolo infatti vanta una vera scuola di jocufucari.
Una tradizione con forti vincoli di parentela familiare, fatta anche di contrasti e amicizia, di patti e di rabbie, ma anche di morti.
Ad un mestiere pericoloso ma affascinate, dove un tempo l’innesco elettronico si sconosceva, la sicurezza era un lusso, il botto più forte era fatto dai miscugli di polvere pirica e tritolo, gli effetti colorati, scaturivano non da tecnologie made un cina, ma da alchimie di sapienti di dosaggi di polveri da sparo, ossidanti, sale e cloruri, dove micce e spolette venivano misurate al centimetro e l’elettronica – quella di oggi – degli inneschi data dalla cicca della sigaretta.

Ultima chiosa.
Le tradizioni bisogna conoscerle bene nel loro significato, prima di pensare di buttarle via o declassarle a procedure fredde e senza significato, o semplici tavoli zeppi di litigiosità.
La festa aveva anche questo compito.

E quando manca la spiritualità collettiva, dove bisogna trovar l’”Amor di Dio” invece del “Timor di Dio” – sotto l’aspetto religioso – e dove serve recuperare il senso della civitas sociale, perchè serve dare un senso alla Città Laica per distruggere la malignità degli odiatori, dei vendicativi, dei presuntuosi al comando o dietro una tastiera, degli arroganti…
Ed i fuochi diventano simbolo e ingredienti per una recuperata felicità di una Città Aperta, non timorosa nè servile, senza tessitori occulti… libera e pronta a guardare al futuro, a nuove Feste, a nuovi punti d’incontro.
per leggere di Brolo e dei Brolesi

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VALERIO SPEZIALE – … sognando le Olimpiadi, ed intanto vince ai Giochi Nazionali Estivi Special Olympics di Montecatini Terme
41 ANNI – a Brolo la ” Classe 1970″ festeggia con i due maestri
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TRA MEMORIE & FUTURO – A BROLO SI FESTEGGIANO GLI OTTANT’ANNI DELL’AZIONE CATTOLICA
DON CONO “U SARTU”- Le sue mani si muovevano con disinvoltura, sulle stoffe “incimate” e ricordavano l’abilità dei chirurghi
NINO RICCIARDELLO – Il Piccolo “Principe”
“FEMMINELLO DI BROLO” – Una specialità di limone pressochè scomparsa … e non si può non ricordare Pippo Salvatore Gentile
RICORDANDOLO – Cono Bruno
MARIA MANERI – E’ stata la maestra di chi ha oggi sett’annni. Ma a Brolo in tanti la ricordano ancora
L’ADDIO A TURI ZIINO – Forse l’ultimo socialista storico di Brolo
BROLO, L’ULTIMO MAGAZZINO – “Il paese che non c’è più”
UOMINI & BETTOLE – TEPOROSI BARATRI DI VAPORI E DI GENTE, CONFINI VERSO LA TERRA DI MEZZO, SONO STATE UN “PEZZO” DI BROLO
PESCATORI – Attraverso alcuni scatti il “ti vogghiu cuntari…” dei pescatori
MEMORIA & RICORDO – Nei giorni dedicati a Paolo Borsellino pochi ricordano che Piera Aiello è cittadina onoraria di Brolo
DON CICCIO – IL POSTINO CHE SUONAVA SEMPRE DUE VOLTE!
DON NINO “CIURIDDU” – L’ultimo Sacrestano di Brolo
POETI BROLESI – Linda Scaffidi: “Quando la profondità vive nascosta nella superficie”
INCONTRI BROLESI – CARMELO E SALVATORE IN MARTINICA
OGGI E’ SANTA RITA – A Brolo era la Santa dei Reduci
BROLO – Quando il Paese fece un Processo alla storia, riabilitando i 15 operai condannati nei moti del ‘21
PROVOCAZIONI – A PARLAR DI CIMITERI SI PUÒ ANCHE MORIRE… OPPURE SOFFERMARSI A RIFLETTERE
SUCCESSI – Un pezzo di “cuore” brolese batte nella Ferrari. Il sogno di Peppe Agnello diventa realtà
BROLO – Amarcord, la V A geometri si ritrova dopo 25 anni
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“Amarcord” Brolesi – Le Moto e i Vitelloni
DONNA CARMELA – Non negò mai un bicchier d’acqua a nessuno, dagli operai ai bagnanti e visse per decenni nel “casello” di Brolo
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BROLESI IN “EQUILBRIO”- CONO BARNÀ E NATALE CALDERARO, INSIEME , IN CIMA AL GOTHA DEL MONDO SCIENTIFICO MONDIALE
Ricordando il Vajont – E Brolo, quella mattina, pianse un suo “figlio”
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Brolesi – Vincenzo Stancampiano, l’arte dell’intarsio e il serio lavoro di artigianoBrolesi –
STORIE BROLESI – LA MAESTRA LETIZIA
Nuovi Poveri – L’onorevole non arriva a fine mese
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SBARCHI & GUERRA – 72 ANNI ANNI FA GLI AMERICANI A MALPERTUSO
RICORDI BROLESI – Vent’anni. Quando la Tiger li festeggiò al Gattopardo
Poeti Brolesi – Vittorio Ballato
Personaggi – Brolo: l’ultimo saluto a “don Nunzio” Giuffrè
NINO SPEZIALE – “Le piene del torrente … e della mia vita”
Mangiar Bene – A Brolo c’è, da sempre, “La Quercia”
LUTTI BROLESI – E’ morto uno dei “padri” del sindacalismo sui Nebrodi.
LA STAZIONE & BROLO – L’ULTIMO TRENO
DON SABBATURI – A BROLO, LA MORTE DELL’ULTIMO ARTIGIANO
DOLCEZZE BROLESI – Armando finisce tra i quaranta pasticceri fotografati da Giò Martorana
CINEMA E UOMINI – I Vitelloni “Brolesi”
CIAO VINCENZO – Ieri i suoi funerali a Brolo
CAMERA DEL LAVORO – QUELLA DI BROLO È “UNA FUCINA DI FORMAZIONE”
BROLO, BROLESI E IL CARNEVALE – Ettore Salpietro, uno scienziato nella tradizione della “festa”
Brolo e la Guerra – A 70 anni dallo sbarco
BROLO AMARCORD – Ecco la “Scuola”
BROLO “GELATO EXPO” – CHI CI SARÀ! ( storia dei bar di Brolo)
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BROLO & LA GRANDE GUERRA -“CHI DIEDE LA VITA EBBE IN CAMBIO UNA CROCE”
BROLO – SI CELEBRA, TRA ANTIMILITARISMO E COMMEMORAZIONI STORICHE, LO SBARCO AMERICANO DEL 1943
BROLO – Si celebra, tra antimilitarismo e commemorazioni storiche, lo sbarco americano del 1943
BROLO – Ordigno bellico rinvenuto in mare a Malpertuso, ultimo testimone dello sbarco degli alleati
Brolesi: Joe Ziino – Un “pezzo” di paese che va via… in America
Brolesi: A “Puntidda” – L’oste di Lacco, che ha attraversato un secolo … va via.
Brolesi, Pippo Cipriano – Pescatore, “bandito & pentito”… è morto
BROLESI CHE VANNO VIA – Mariano Scarpaci il “compagno” imprenditore
BROLESI – Tra ironia e amarcord
Brolesi – Santa Lucia del ’41, quando “Ciccio” s’inabissò
BROLESI – Ricordando Carmelo Ricciardello, “inghiottito dal fango” nell’alluvione di Scaletta
BROLESI – Piccoli meccanici … era il 1955
BROLESI – Nino Capitti, “maestro pasticcere”
Brolesi – Morire per un lavoro.
BROLESI – MA QUALE SICUREZZA? I GO KART SI VEDEVANO COSÌ
BROLESI – La neve del ’62 in attesa del “Big Snow”
Brolesi – L’atto di eroismo di Basilio Napoli
BROLESI – Indaimo e gli altri in consiglio comunale
BROLESI – GIUSEPPE BELLANTONI UN GRANDE BARITONO “DIMENTICATO”
BROLESI – E piazza Nasi divenne piazza Mirenda
BROLESI – E loro andavano all’Università
BROLESI – Don Carmelo, il “primo” telefonista
BROLESI – 1 milione di kilometri con l’Onorevole.
Brolesi – “Pezzi di Scuola” che scompaiono.
Brolesi – “All’ombra dell’ultimo sole”
Arturo Caranna – Un brolese “sovversivo”
ANTICA BROLO – LA LEGGENDA DU SUGGHIU
AMARCORD BROLESI – La prima sagra del pesce, erano appena iniziati gli anni ottanta
A Proposito del Giro – Quando passava da Brolo, e Moser era testimonial delle gare che i brolesi organizzavano
PIPPO SOTTILE – ELOGIO AL GRANDE “PICCOLO” ATTORE
Don Cono “U Chiareddu” – Tra imprenditoria e turismo … un burbero sognatore, brolese doc, che va via
BROLESI – I 100 anni di “don Vasile”BROLESI – I 100 anni di “don Vasile”
Brolesi – Si “allunga” la via dedicata a Don Carmelo Pizzino
Rivedendolo – “Ogni giorno come se fosse l’ultimo”, quando i brolesi divennero tutti attori
Brolesi – Mimmo Caranna, a dieci anni dalla sua scomparsa
Contrasti – Quieto, irrequieto, inquieto, a Brolo “‘u Ploratu” mostra la sua suggestiva bellezza
Ritratti di Brolesi – Il paese che cambiava, era il 1957
Storie Brolesi – Luca Buonocore… la Cina è vicina ed il Futuro è già realtà, anche dentro uno spot televisivo
Brolo, Brolesi e la Chiesa – Dieci anni fa veniva ristrutturata
Maestri a Brolo, Domenico Siragusano – Improvvisamente mi torna in mente il mio maestro
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BROLESI – DON MICHELE IL “RAGIONIERE”. STAMANI I SUOI FUNERALI
Brolesi che vanno via – La morte di Don Vasile, centenario del paese
BROLESI – “Vossiabbinirica,” Don Saro
BROLESI DI SUCCESSO – DIANA ANDREOTTI AL VIRGIN AUSTRALIA MELBOURNE FASHION FESTIVAL
BROLESI TRICOLORI – AL CAMPIONATO MONDIALE DELLA PIZZA 2016 C’ERA ANCHE FRANCESCO BACINA IODICE
BROLESI – I vent’anni del “Central”
NINO CAMPOCHIARO – Quando un eterno sognatore, che non si arrende mai, va via
BROLESI – A Rossella Bruno il iMig2016
LEO CARANNA – “La gente aspettava il suo arrivo”, mentre sentiva il rombo della sua auto
PIPPO LIONE – E’ morto questa notte un “Signore” della politica brolese
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BROLO – Quando sbarcarono gli americani
DEDICHE E RICORDI – A Brolo tutti pronti per il Torneo dei Tornei di Tennis
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Storie Brolesi – Il “Barone” del mare
ANTICA BROLO – LA LEGGENDA DU SUGGHIU
FOTO E SIMBOLI – Il 4 novembre, Don Santo, a Brolo, la Festa dei Reduci
LA MORTE DI UN ANGELO – Ninuccio che va via. Il dolore di tutti che abbraccia la sua famiglia
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PER NINUCCIO – SCUOLE CHIUSE A BROLO, NEL POMERIGGIO, PER PARTECIPARE AI FUNERALI
BROLO SILENTE – PER NINUCCIO LACRIME E PALLONCINI BIANCHI
LUTTI – Brolo ha una “stella” in più
LA MORTE DI PIETRO MIRAGLIA – IL GIUDICE BROLESE SI È ACCASCIATO DURANTE UN’UDIENZA. INUTILI I SOCCORSI
STORIE BROLESI – Trent’anni che sembrano ieri. Nella mostra alla “Multimediale” scatti inusuali di come eravamo
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STORIE BROLESI- Foto che fissano brindisi e incontri aziendali di fine anno, ma che dicono molto di più
UN AMORE INABISSATO SUI FONDALI DELLO SCOGLIO DI BROLO. CORREVA L’ANNO 1964
GIULIA PINO – INSEGNÒ A BROLO. ANARCHICA, SOCIALISTA, AMAVA LE RECITE E LA CULTURA… LASCIÒ UN PIANOFORTE ALLA “SUA” SCUOLA
SUCCESSI – Un pezzo di “cuore” brolese batte nella Ferrari. Il sogno di Peppe Agnello diventa realtà
RICORDANDO – 23 anni fa moriva Padre Lo Presti
CIAO GIOVANNI – E’ morto a Milano, forse l’ultimo “guascone” brolese
FUTURI GIA’ SCRITTI PER BROLESI DI ALTRA GENERAZIONE – Giuseppe amava già da bimbo le macchine da corsa, come suo nonno. Oggi ne progetta i motori e non smette di ricordarlo
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EUGENIO FAVANO – “Brolo Giardinu all’orienti”
TRA MEMORIE & FUTURO – A BROLO SI FESTEGGIANO GLI OTTANT’ANNI DELL’AZIONE CATTOLICA
SANTI & SANTE – A Brolo, Santa Rita, una volta era, ma resta, al Festa dei Reduci
IL BELLO SEPOLCRALE – DI CERTO NON ABITA A BROLO
BROLO – LA POLEMICA DELL’ESTATE CORRE LUNGO LA PROCESSIONE DELLA BARCHE
FOTO, FEDE, ESTATE – LA PROCESSIONE DEL MARE.. A BROLO. QUANDO BASTANO DUE SCATTI PER RACCONTARLA
MAGIE IN CIELO – U JOCU DI FOCU. A BROLO, QUELLO DI FERRAGOSTO
OMAGGI – Don Lucio compie novant’anni… Auguri al più anziano dei pescatori brolesi
‘U GHIANCHERI” – Con la morte di Don Turi, autentico “artigiano della carne”, tra politica, tifo per la juve e storie d’amicizia va via un altro pezzo di Brolo