MONDIALI SCI MASCHILE – medaglia di Bronzo per Christof Innerhofer
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MONDIALI SCI MASCHILE – medaglia di Bronzo per Christof Innerhofer

Christopher_Innerhofer_00– di Saverio Albanese
Garmisch– Partenkirchen– Prosegue il “magic –moment” per Christof Innerhofer: lo sciatore altoatesino, infatti, conquista un’altra medaglia iridata nella discesa libera a Garmisch–Partenkirchen dopo l’oro in SuperG. Sceso con il pettorale numero 9, Innerhofer è andato molto forte, incrementando il vantaggio in ogni intertempo: ha chiuso in 1.59.17. Purtroppo per lui, il canadese Erik Guay, sceso col pettorale n.10, ha subito scalzato l’azzurro dal gradino più alto del podio, conquistando una medaglia d’oro sorprendente. 1.58.41 il crono del canadese, che ha preceduto di 76 centesimi Innerhofer. Tra i due si è infilato lo svizzero Didier Cuche, uno dei grandi favoriti della gara. 1.58.73 il tempo dell’elvetico, autore di una prova che ha rasentato la perfezione ma in cui è stato decisivo il deterioramento della neve. Cuche è infatti sceso col pettorale 18.
Indietro altri grandi nomi della specialità, dall’americano Bode Miller, 14esimo, all’austriaco Walchhofer, settimo, passando per il norvegese Svindal, quinto dietro Baumann, il migliore degli austriaci. Innerhofer è il primo italiano ad aggiudicarsi due medaglie in una rassegna iridata dal 2005: l’ultimo a riuscirci, nei Mondiali della Valtellina, era stato Giorgio Rocca capace di ottenere 2 bronzi in combinata e in slalom.
“Inner” ieri sui 3.330 metri della pista Kandahar2 è stato protagonista di una impresa eccezionale, perché si è gareggiato in condizioni completamente diverse rispetto a mercoledì scorso, quando vinse l’oro in SuperG: condizioni a lui solitamente non favorevoli, anzi ostiche. Tanto che alla vigilia, con una caldo primaverile regolarmente sopra gli 8 gradi, i tecnici azzurri avevano la faccia lunga e preoccupata. Ma quando un atleta è un vero campione, quando ha la mente sgombra per aver già vinto un oro, quando ha intelligenza tattica, è proprio allora che gli arriva un pizzico di necessaria fortuna e si superano pure i malanni fisici, come le due linee di febbre ed il principio di influenza che ieri pomeriggio avevano colpito Innerhofer.
Mi mancano le parole, sono contentissimo perché ho dato dimostrazione che la gara di mercoledì, quella della medaglia d’oro vinta, non era un caso – ha detto Christof Innerhofer appena giunto al traguardo ai microfoni di Raisport gara dando subito la chiave di lettura di questa discesa –Ho fatto vedere che non riesco a essere veloce solo sul ghiaccio– ho dimostrato che anche sulla neve molle sono competitivo. Il Mondiale non è ancora finita, ma questi sono i miei Mondiali, è un grande momento per me e per la nostra squadra. Abbiamo lavorato e migliorato tanto, è davvero incredibile”.
Mercoledì in Supergigante, infatti, la Kandahar era quasi ovunque un lastra di ghiaccio con un fondo massacrante pieno di dossi e su cu gli sci sbattevano all’impazzata. Il terreno ideale per Innerhofer, che ama questi fondi durissimi e queste curve spaccagambe, come sulla Stelvio di Bormio, dove vinse due stagioni fa (unico azzurro a riuscirci) ed è arrivato terzo alla fine dello scorso dicembre.
Una medaglia che arriva nonostante le linee di febbre che aveva accusato ieri. “Sono arrivato lungo in una curva, non riuscivo a tenere la linea. Ieri non stavo bene, ma non è una scusa– sorride ha Christof Innerhofer– per cui, mi sono curato e stamattina ero a posto. Il Mondiale non è ancora finito, ma questi sono i miei Mondiali, è un grande momento per me e per la nostra squadra– la chiosa finale del fuoriclasse altoatesino– perché abbiamo lavorato e migliorato tanto, è davvero incredibile”.

Entusiasmo alle stelle, naturalmente nel clan azzurro in casa Italia dopo la seconda medaglia in due gare di Christof Innerhofer, bronzo nella discesa libera a pochi giorni di distanza dalla medaglia più pregiata nel SuperG: “Oggi è nato un campione, ma non dico che questo bronzo sia più importante rispetto all’oro del super gigante –ha detto Claudio Ravetto, direttore tecnico della squadra di sci alpino– ma è davvero difficile ripetere una medaglia a pochi giorni dalla vittoria della prima. Avevo detto che il superg d’oro di Inner aveva fatto nascere un campione e oggi ne abbiamo avuto la conferma”.
Una prodezza che elegge l’altoatesino tra i grandi dello sci alpino azzurro: “E’ stato bravo, ma bisogna altresì riconoscere un pizzico di buona sorte scaturito dal numero di partenza, anche se per tutta la stagione la fortuna non l’aveva assistito – ha proseguito Claudio Ravetto– Rispetto a Giorgio Rocca, che vinse due medaglie ai Mondiali di Bormio, Inner ha maggiori chance perché fa più discipline: può fare ancora qualcosa nella supercombinata e dall’anno prossimo tornerà a fare gigante. Sono soddisfatto anche degli altri ragazzi che ci hanno provato e mi aspetto qualcosa di positivo anche dalle donne”.
Il resto della squadra azzurra è andato come doveva andare e come i tecnici temevano su una pista come questa: Peter Fill è giunto al traguardo 14esimo, Dominik Paris 20esimo e Werner Heel 22esimo. Hanno compiuto comunque il loro dovere. Miracoli non sono riusciti a farli: quelli li fa solo Innerhofer.
Oggi tocca alle ragazze–jet scendere in pista a Garmisch –Partenkirchen per la conquista del titolo mondiale di discesa. Le previsioni meteo annunciano ancora una giornata di clima primaverile e temperatura mite. Dunque, con un fondo della Kandahar 1 che sarà morbido soprattutto nel tratto centrale e finale, Bisognerà sciare in scioltezza, senza incidere troppo con gli sci. E saranno così finalmente contente le tante atlete che nei giorni scorsi avevano protestato per il fondo troppo duro, ghiacciato e mosso. L’Italia manda in pista un quartetto formato dalle bresciane Elena Fanchini e Nadia Merighetti e dalle altoatesine Johanna Schnarf e Verena Stuffer. L’azzurra da cui ci si può onestamente aspettare di più – se non altro per tentare di non lasciarsi completamente surclassare dai compagni maschi – è la prima. La Fanchini non viene da una grande stagione ma con una Kandahar più morbida – lei che ha difficoltà nel tenere le curve troppo dure –potrebbe avere una prestazione dignitosa. “In prova e nel Supergigante sono andata bene soprattutto nella parte alta –ha detto Elena– e spero di farci la differenza domani”.

17 Febbraio 2011

Autore:

admin


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