Lo scrittore-sociologo, nel salotto letterario – splendida location -, intervistato da Massimo Scaffidi – direttore di scomunicando.it – si è reso protagonista di un incontro interessante seguito da un pubblico attento e appassionato che ha attivato lo spazio culturale con domande e interventi.
Un applauso forte e sentito è andato alla memoria di Borsellino e Falcone, mentre si ricordavano le altre vittime di mafia, tra giudici, carabinieri e giornalisti. Uno spaccato di storia, ripercorso in maniere scientifica e documentata, dove c’è stato spazio anche per ricordare quella primavera orlandina con la sua lotta al racket.
L’incontro si è svolto nell’ambito della seconda edizione del Festival Letterario Notturno d’Autore “Memoria e Identità” organizzato dal Comune di Capo d’Orlando e dal Comune di Ficarra e diretto da Lucia Franchia, qui a far gli onori di casa ci hanno pensato il sindaco Gaetano Artale e l’assessore al turismo\cultura Mauro Cappotto.
Ad aprire il salotto letterario ci ha pensato Carlo Sapone, che ha introdotto l’argomento, per poi lasciare la parola a Pino Arlacchi intervistato da Massimo Scaffidi che partendo dal suo libro, all’ennesima ristampa “Addio Cosa nostra. La vita di Tommaso Buscetta”, l’ha condotto declinandolo in varie sezioni concatenate. Ovviamente partendo dalla personalità del “pentito” , anche visto nel recente film di Bellocchio, il Traditore, e prima descritto ne “il Boss è solo” da Enzo Biagi.
Ma sopratutto si è parlato del potere, dell’economia, della nuova mafia, quella scaturita dopo il maxi processo e dopo la scomparsa di Riina.
Arlacchi – partendo dall’assioma che “i mafiosi sono piccoli uomini dentro grandi storie”, non è stato avaro negli approfondimenti, nel raccontare anche aspetti ancora non pubblicati della sua esperienza, quelle maturate ai vertici delle organizzazioni internazionali dedicate alla lotta al crimine, dell’esperienza politica e di quella frutto del lavoro di attento ricercatore e analista, quale sociologo e intellettuale, del mondo delle mafie, vecchie e nuove, e del fenomeno dranghetista.
Lo scrittore, mai sottraendosi alle domane, e parlando con una logica dialettica stringente, ha quindi sciorinato nomi e fatti, e nella piazzetta che venne in passato attraversata dai “Gattopardi” di Tomasi di Lampedusa e dei Piccolo di Calanovella, sono affiorati altri nomi, tra iene e gattopardi della vecchia e nuova politica, da Scotti a Martelli, da Ciancimino ai Lima e ovviamente al “boss” Andreotti.
Interessante il dire di Arlacchi, tornando a don Masino Buscetta, quando l’ha definito un personaggio shakespeariano.
Tratteggiandone aspetti complessi e contraddittori, ma nel contempo umanissimi e intrisi del dolore delle scelte da lui stesso fatte, in quella che poi diviene l’altra faccia della medaglia dove su un fronte ci stava e ci sta lo stesso giudice Giovanni Falcone che aveva intuito l’aspetto dirompente che avrebbero avuto le parole di Buscetta.
L’incontro si è concluso con l’augurio, fatto da Pino Arlacchi – uomo condannato a morte direttamente da Totò Riina – all’Italia affinchè faccia tesoro degli errori della sua classe dirigente per crearne una migliore, e con la consapevolezza che oggi corruzione, potere, economia alimentata dai flussi illeciti del malaffare, le parti affioranti del fenomeno mafioso inabissatosi dopo le grandi sconfitte subite, non si vincono solo con l’azione repressiva dello Stato ma anche con la presa di coscienza, con la cultura e con la consapevolezza che le battaglie vanno vissute e combattute. Altrimenti chi si è immolato, o è stato immolato, in questa dura lotta diverrebbe protagonista di un gesto, anzi di un sacrificio, vano.
Lucia Franchina, grande anima del Festival alla fine ha commentato, visibilmente soddisfatta,- “è stata una serata straordinaria con uno strepitoso Pino Arlacchi, meraviglioso Massimo Scaffidi, un grande Carlo Sapone, una straordinaria Ficarra che ci accoglie nel segno dell’ospitalità e della cultura… grazie!”
Impeccabile l’organizzazione curata dal personale dell’Ufficio Turistico di Ficarra.
L’ospite del salotto letterario Pino Arlacchi:
Già professore associato di sociologia applicata presso l’Università della Calabria e la Cesare Alfieri dell’Università di Firenze, nonché visiting professor alla Columbia University di New York, è professore ordinario di Sociologia generale presso la Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Sassari.
È stato presidente onorario della Fondazione Falcone e tra gli ideatori della strategia antimafia italiana negli anni novanta del XX secolo. Come consigliere del Ministro degli Interni, ha redatto il progetto esecutivo della DIA, la Direzione Investigativa Antimafia, agenzia interforze coordinata a livello centrale.
Dal 1997 al 2002 ha ricoperto l’incarico di sottosegretario generale delle Nazioni Unite, direttore dell’UNDCCP (ufficio delle Nazioni Unite per il controllo delle droghe e la prevenzione del crimine e direttore generale dell’ufficio delle Nazioni Unite a Vienna
Si è inoltre fatto promotore della Convenzione delle Nazioni Unite contro la Criminalità Organizzata Transnazionale approvata a Palermo da 124 paesi nel dicembre 2000 e pienamente operativa dal 2003.
Pino Arlacchi ha ripetuto l’esperienza di creazione della DIA promuovendo la nascita di una agenzia speciale antidroga nel Tagikistan, paese collocato lungo la rotta nord della droga che parte dall’Afghanistan e raggiunge i mercati russo ed europeo.
Nel campo della lotta al riciclaggio del denaro sporco, Pino Arlacchi ha promosso la firma nel 2001 da parte di 34 paradisi fiscali di un accordo che li ha impegnati a lavorare assieme all’ONU per adeguare le loro legislazioni agli standard internazionali di trasparenza finanziaria e di contrasto del riciclaggio.
Nel 2004, su incarico della Commissione europea, ha redatto il progetto della agenzia antiriciclaggio del Kosovo.
.