TRÒTTU – Suggestioni da musica e immagini attraverso una tela
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TRÒTTU – Suggestioni da musica e immagini attraverso una tela

– di Corrado Speziale

 Per la sezione Accordiacorde, all’interno della 99.ma stagione della Filarmonica Laudamo, a Messina, è andato in scena “Tròttu”, performance multimediale di Crippled Symmetry, da una creazione musicale del pianista e compositore americano Morton Feldman. Un’anomalia, qualcosa di nuovo e particolarmente creativo e suggestivo ha accolto e intrattenuto il pubblico nella sala Sinopoli del teatro V.E.: un’installazione sonora, videomusicale, realizzata dal vivo da Alessandra Giura Longo, flauti; Francesco Ciminiello, vibrafono e percussioni; Silvia Corda, pianoforte e celesta. A dialogare con loro, attraverso la proiezione di immagini ispirate da una storia straordinaria, l’artista visiva Sofi Hémon, realizzatrice del video montato da Pierre Hémon. La struttura, in tela semitrasparente, all’interno della quale operavano i musicisti e sulla quale venivano proiettate le immagini, è stata realizzata da Pol Ka e dalla stessa Alessandra Giura Longo, flautista che vive a Parigi e che da anni collabora con il Cantiere dell’InCanto, associazione messinese che ha collaborato alla realizzazione dell’evento. 

 

Intanto, lo stupore: entrare nella sala Sinopoli, al 4° piano del teatro Vittorio Emanuele e trovarsi con luci di scena dinnanzi a un’installazione d’arte contemporanea. E non solo, perché alla fine dell’introduzione del direttore artistico della Filarmonica Laudamo, Luciano Troja e del saluto di Giovanna La Maestra, responsabile del Cantiere dell’InCanto, che collaborava all’evento, la scena si è tramutata in musiche dal vivo e immagini proiettate su due lati di un cubo in tela, all’interno del quale operavano i musicisti con i loro rispettivi strumenti: Alessandra Giura Longo, flauti; Francesco Ciminiello, vibrafono e percussioni; Silvia Corda, pianoforte e celesta. La platea, disposta in sala su due fronti opposti, osservava le immagini proiettate in perfetta sincronia con la musica sui due rispettivi lati. Dalla struttura, semitrasparente, apparivano in sintonia con la musica le proiezioni dei disegni di Sofi Hémon, artista visiva, realizzatrice del video montato da Pierre Hémon, mentre le sagome dei tre musicisti si muovevano lentamente come ombre sullo sfondo.

Così la scena era data da immagini proiettate e sagome che improntavano il tessuto e accompagnavano il suono, dalle musiche di Crippled Symmetry, composte dal pianista e compositore americano Morton Feldman, fra i più importanti del secondo Novecento. Insomma, una novità che sfugge alla consuetudine degli eventi musicali messinesi, una piacevole anomalia, per chi ha avuto voglia, una volta tanto, di liberarsi dagli stereotipi e vivere l’arte a 360 gradi: Tròttu è musica e immagini, note e disegni, luci, colori ed effetti, dove l’artista musicale è opera esso stesso e l’artista visivo disegna figure che emanano dalla musica. Un connubio straordinario per una performance multimediale originalissima. Una creazione da visionari, ma dal senso compiuto e quindi coinvolgente. Così, se per Luciano Troja, la sezione Accordiacorde, che di giovedì, infrasettimanalmente, “sfora” dal cartellone domenicale della Filarmonica proponendo nuovi linguaggi, qui siamo al culmine, tra arte musicale e visiva. 

Tròttu nasce da Crippled Symmetry, e la sua genialità è comprovata dalla provenienza da un ossimoro: simmetria asimmetrica. Nello specifico Tròttu, dal sardo si traduce in storto, zoppo, deviante. Siamo in un concerto, eppure, vai a scoprire che si parla di tessitura di tappeti. Protagoniste, due regioni straordinarie, ricche di arte e di storia, affascinanti: l’Anatolia e la Sardegna. Alla prima, all’opera delle sue popolazioni nomadi, si è ispirato Feldman, mentre alla seconda vengono destinate le interessanti ricerche artistiche su sfondo antropologico e dei linguaggi di Sofi Hémon e Sandra Giura Longo. Entrambe ricercano una corrispondenza, un collegamento tra le due popolazioni nella tessitura dei tappeti. Il disegno è simmetrico, regolare, ma la loro realizzazione, come tutto ciò che avviene in purezza, per mano dell’uomo, presenta asimmetrie, sbavature, distorsioni. In Anatolia come in Sardegna. Cosicché, avviene l’elaborazione e l’adattamento delle immagini, idiomatiche, sulla musica che Feldman compose nel 1983. Tròttu è stato rappresentato per la prima volta a febbraio di quest’anno alle Azzorre. I temi musicali sono lenti, lunghi e ripetitivi, ma mai monotoni, mentre inseguono, dialogano e assecondano le proiezioni. Appare come un viaggio circolare in cui sembra perdersi il controllo del tempo e dello spazio. Perché un tappeto si tesse così, con costanza, producendo suoni che ricorrono a lungo su disegni che variano in maniera talvolta armonica, simmetrica e regolare, talvolta irregolare. È la mano che muta, che improvvisa. Il progetto, fatto di ricerca e attenzione, è una rivoluzione dolce, data da un’installazione viva, interattiva. La novità sta nell’ascolto del suono e nel compenetrarsi nel linguaggio delle figure, delle forme che si susseguono sull’avvicendarsi dei colori della tela: bellissimo quello rosso.

Alla fine, non era certo serata per chi si aspettava un concerto normale. Così doveva essere. Qui sta la sorpresa, per una volta, di veder trasformata la sala convegni di un teatro in un luogo creativo, d’arte multidisciplinare e di rappresentazione di “nuovi” linguaggi… Possano provenire anche da “vecchi” tappeti, ricamati con arte e passione.

9 Dicembre 2019

Autore:

redazione


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