Le riflessioni di Giuseppe Iudicello, studente brolese, a margine della manifestazione di ieri
Prima non conoscevo nulla dell’unità d’Italia, ma dopo le spiegazioni della mia insegnante di storia ho capito quanti sacrifici sia costata. L’Italia agli inizi dell’ Ottocento era divisa in tanti piccoli stati, quasi tutti governati da stranieri, ma vivo era rimasto negli Italiani il desiderio e il senso di appartenenza ad una nazione.
Gli scrittori, i poeti, i musicisti e tutti gli uomini di cultura hanno sempre ricordato che siamo i discendenti di una grande popolo, di quell’Italia che con i Romani aveva governato il mondo, portando civiltà fra i popoli Barbari e che, fino al Rinascimento, era stata la guida culturale di tutta l’Europa.
E’ stato grazie agli uomini di cultura, a statisti competenti e ai giovani studenti, che si è diffuso il desiderio di ribellione allo straniero e di un’Italia indipendente. Sono state infatti le idee di tanti pensatori che contribuirono con la loro opera illuminata a rendere la nostra patria “una e libera”.Ricordiamo Silvio PELLICO, Federi, i fratelli BANDIERA,Carlo CATTANEO, GIOBERTI, Cesare BALBO, Giuseppe MAZZINI che infiammo’ i cuori di molti coraggiosi alla rivoltae fu detto “apostolo dell’unità d’italia” perché ebbe il merito di aver gettato il seme profondo dei più nobili ideali, a cui si ispirò la gioventù del Risorgimento.
Però è stata l’opera concreta di CAVOUR e di GARIBALDI che ha portato all’unità d’italia.
Cavour da grande statista ha saputo convincere Vittorio Emanuele, re del regno di Sardegna ad abbracciare la causa Italiana e nello stesso tempo ha creato un sistema di alleanza favorevoli. Garibaldi col suo coraggio e con l’epica “Spedizione dei Mille” ha combattuto per cacciare i Borboni dal sud d’Italia e dalla sicilia.
Molti giovani sono morti per l’unità, il rosso della nostra bandiera ricorda infatti il sangue versato, ma lo hanno fatto con coraggio,e con amore incondizionato per la patria. Oggi noi non ci rendiamo conto di quanto sacrificio sia costata l’ unità, ma penso che tutti proviamo una grande emozione quando viene innalzato il “Tricolore” e quando ascoltiamo l’inno Nazionale.
La professoressa Giuffrè ci ha proposto anche di leggere e riflettere sui concetti espressi dalla canzone “I NUOVI MILLE” (scritta da Lucariello, Sangiorgi e Cosma).
Essa racconta agli italiani, cosa significa combattere per il proprio paese al giorno d’oggi.
Presenta i giovani di oggi come dei Garibaldini che ogni giorno non solo si battono ma rischiano la vita per il proprio lavoro.
Sono trascorsi 150 anni dall’impresa dei Mille ma le differenze e le divisioni della nostra Italia sono ancora tante. Purtroppo la nostra ITALIA dopo tante lotte e il sangue versato dai nostri patriot,i deve ancora risolvere tanti problemi.
Però l’Italia non è solo il paese della malavita organizzata e della cattiva politica è anche il paese di tanti operai onesti, di tanti giovani che studiano per la ricerca, desiderosi di costruire una società migliore. E’ l’Italia dei giovani “i nuovi Mille” che devono affrontare numerose problematiche sociali, ma che non si arrendono.
“I nuovi Mille” per celebrare l’unita’ non guardano solo al passato ma al presente e soprattutto cercano di garantire un futuro migliore a chi verrà dopo di loro.