Il “frantoio” è un progetto attorno al quale è possibile costruire nuove comunità
A fine anno – con molto simbolismo – la prima molitura. Effettuata in una museo atipico, che segna la differenza tra le parole e la fattività. Un sogno che si realizza, ha detto Mauro Cappotto, artefice, non solo progettuale dell’iniziativa, alla quale hanno lavorato in tanti e che ha un “cuore antico”.
Il “frantoio” è ora un progetto attorno al quale è possibile costruire nuove comunità, realtà economiche, sociali, culturali che risorgono, si formano, si aggregano, sbocciano… intorno un progetto comune.
Ficarra, continua ad essere un bell’esempio per tanti di un paese in pieno “risorgimento”, umano, culturale, artistico e sociale.
Al “frantoio” per questa prima molitura c’era un spaccato di paese, tra amministratori, vecchi e nuovi, giovani agronomi, rappresentati di diverse etichette d’olio locale, e poi, politicamente parlando, pezzi di maggioranza e dell’opposizione politico-amministrativa.
E’ proprio vero che l’olio unisce, diventando simbolo di territorio
guardando con attenzione alle nuove forme di imprenditoria legati all’accoglienza
Ed il progetto si è riempito di un tassello importante.
La messa in funzione del Frantoio che ha “spremuto” il suo primo olio diventa un punto cardine di nuove iniziative che si declinano soprattutto sulla riscoperta dell’arenaria e dell’ulivo.
Un “festa”, negli antichi magazzini\frantoio del palazzo “Macalda Scaletta, che ha commosso chi c’era, con l’olio ancora “friggente”, alla fine, sparso sul pane caldo.
Un punto di arrivo di un lungo cammino che all’inizio sembrava un’utopia e che diventa il punto di partenza di nuove progettazioni.
Il Frantoio diventa un simbolo, il centro nevralgico della produzione locale, il rilancio della “minuta”, che punta alla sua valorizzazione e promozione.
Ficarra, nelle strategie dell’amministrazione locale, non vuole che “l’olio” sia solo lavoro e produzione, ma anche il luogo, un simbolo, un prodotto identificativo, intorno al quale la comunità si riunisce e individua strategie condivise, come la creazione di una rete di imprese. Un progetto dove si parli di nuove etichette, dove c’è spazio e supporto all’inclusione e alle famiglie più bisognose, che prevede la creazione di un centro culturale dove si faranno laboratori e tanto altro.
dall’olio all’energia elettrica sociale
Mauro Cappotto dice: Sogniamo un grande giardino botanico che racchiuda tutte le cultivar d’olio europee, per diventare un polo attrattivo anche per le facoltà d’agraria e le scuole professionali, ma anche a nuove star up per creare lavoro e progetti intorno all’olio legando alla beauty farm, all’alimentazione ricercata, al mondo medico e farmaceutico, a quelle della ristorazione di qualità. Poi – aggiunge – questi sono piccole tessere di un grande mandala dove vogliamo inserire anche l’energia elettrica sociale… ma questa è un’altra storia”.
da vedere
il museo dell’Olio