CAPO D’ORLANDO – Assolto per non aver commesso il fatto
Cronaca, Cronaca Provinciale, Fotonotizie, In evidenza

CAPO D’ORLANDO – Assolto per non aver commesso il fatto

Il Brigadiere Porzio Aniello era stato accusato di concussione ai danni di un commerciante di Capo d’Orlando

Era stato accusato e rinviato a giudizio nel 2012. A conclusione del processo d’Appello, Aniello Porzio, è stato assolto con formula piena, per non aver commesso il fatto.

Un lungo iter giudiziario quello che ha visto, suo malgrado, protagonista l’ex brigadiere della Guardia di Finanza. I fatti contestati risalivano al 2008, quando i due finanzieri  erano in servizio presso la tenenza di Capo d’Orlando. Secondo le indagini, condotte dalla Polizia di Stato del commissariato orlandino e scattate a seguito della denuncia sporta da una dipendente di una libreria, i due militari approfittando della loro posizione, avevano ottenuto gratuitamente, materiale didattico e articoli da regalo. Nel registro degli indagati – e poi a giudizio  – erano finiti oltre ai due militari anche il titolare della libreria insieme ad altri due dipendenti con l’accusa, nei loro confronti, di favoreggiamento personale per aver ostacolato le indagini, negando i fatti. Il processo di primo grado al Tribunale di Patti si era concluso soltanto nel 2021, con una sentenza di non luogo a procedere in quanto i reati si erano frattanto estinti per prescrizione. Una sentenza, però, contro la quale l’ex brigadiere, assistito dal suo legale Massimo Nicola Marchese, ha deciso di proporre appello e il 13 giugno scorso, la Corte d’Appello di Messina, ha decretato l’assoluzione con formula piena per l’imputato, per non aver commesso il fatto.

L’avvocato Massimo Nicola Marchese, difensore del Brigadiere Porzio Aniello: “Dieci anni di calvario giudiziario per ottenere giustizia. Il sig. Porzio Aniello, per trent’anni brigadiere della Guardia di Finanza, ha sempre operato con amore profondo per il proprio lavoro, con passione, con abnegazione e dedizione, nell’esclusivo interesse dello Stato e della funzione che degnamente ha cercato di rappresentare. Nel 2012 è stato accusato di concussione ai danni di un commerciante di Capo d’Orlando, città ove prestava servizio, subendo una vera e propria gogna mediatica – con tanto di nome e cognome – già dopo la notifica dell’avviso di conclusione delle indagini. Il brigadiere Porzio però, pur preso dallo sgomento e dalla sofferenza, colpito dal discredito per un fatto così grave e così infamante a pochi mesi dal congedo, in tutti questi anni non ha mai smesso di avere fiducia nella giustizia e nelle istituzioni che per anni ha rappresentato. Si è affidato all’avv. Massimo Nicola Marchese fin dall’inizio della sua vicenda processuale e nonostante il Tribunale di Patti, poco più di un anno fa, non avesse inteso accogliere la richiesta di assoluzione nel merito, ha impugnato innanzi la Corte d’Appello di Messina la sentenza di primo grado e con pronuncia dello scorso 13 Giugno ha finalmente ottenuto l’agognata assoluzione per non aver commesso il fatto. Il Brigadiere Porzio era completamente estraneo ai fatti e mentre questi, secondo l’accusa, venivano consumati, si trovava a decine di chilometri di distanza impegnato in una complessa operazione di verifica fiscale insieme a cinque commilitoni, compreso il comandante della Tenenza di appartenenza. Circostanza ampiamente documentata fin dall’inizio e che incredibilmente non è stata sufficiente al Tribunale di Patti per assolverlo con formula piena. È stato necessario giungere in Corte d’Appello per ottenere, finalmente, verità e giustizia per una persona per bene. Nulla e nessuno può riparare anni di sofferenze morali per un uomo che ha fatto dell’onestà e del rigore morale il segno distintivo della sua esperienza nel corpo della GdF. Per lui non ci sarà nessun risarcimento e nessuna riparazione, se non quella costituita dalla restituzione della verità e della onorabilità”.

15 Giugno 2022

Autore:

redazione


Ti preghiamo di disattivare AdBlock o aggiungere il sito in whitelist