Le minacce: la mafia vuole uccidere l’ex presidente del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci. Intorno a lui si stringono le maglie della sicurezza e la vicinanza di tanti. Vicinanza e piena solidarietà anche di scomunicando.it
Quanto riportato dalla stampa (dal corriere della sera alla gazzetta del sud alla vigilia di Natale) in queste ultime ore, in merito alle minacce di morte rivolte a Giuseppe Antoci, sono di una gravità assoluta e impongono a tutti una rinnovata e più forte presa di posizione contro le mafie e, soprattutto, quella che si è fatta protagonista di queste minacce.
Il nuovo progetto di morte per uccidere Giuseppe Antoci, che con il suo protocollo antimafia divenuto poi legge nazionale ha smantellato il sistema delle truffe sui fondi europei, con cui Cosa nostra siciliana e la ‘ndrangheta calabrese hanno incassato per anni miliardi di euro pubblici senza alcuna fatica giunta da una frase scambiatasi tra du carcerati: “A Peppe Antoci non l’hanno voluto ammazzare, però quando escono i miei parenti dal 41 bis lo ammazzano” dal significato inequivocabile, che nell’universo mafioso ha un solo significato, quello di un mandato chiaro ad uccidere, che può essere eseguito da chiunque si trovi sul territorio.
Già nei mesi scorsi sarebbero stati intercettati altri segnali, tra le pieghe di alcune organizzazioni calabresi, al punto che intorno ad Antoci si era stretta ancor di più la maglia della “sicurezza”.
In questi giorni i messaggi che giungono da parte delle organizzazioni malavitose calabresi sono il segnaleche in quell’ambito il Protocollo Antoci ha dispiegato i suoi effetti “deleteri” per le ‘ndrine, azzerando guadagni antichi per milioni di euro.
Il rafforzamento delle misure di sicurezza riguarda oltre Antoci anche i tutti i suoi familiari, con un monitoraggio costante e incrociato h24 da parte di più forze dell’ordine.
Il nuovo allarme scatta a distanza di sei anni dall’attentato sui Nebrodi del 2016 e subito dopo l’emissione della sentenza relativa al maxiprocesso sulla mafia dei nebrodi.
Per la Distrettuale antimafia di Messina e per la Procura di Patti, tra le carte criptate di alcune intercettazioni dal contenuto inequivocabile alcuni esponenti della famiglia mafiosa dei Batanesi rimasti ancora “in giro” hanno parlato apertamente: bisogna eliminare Antoci, e ci sarebbero stati anche segnali precisi da chi si trova ristretto al “41 bis”, segnali recapitati anche all’esterno del mondo carcerario.
Sos impresa – Rete per la legalità: “Fatto gravissimo”
Il comunicato
“Quanto riportato dalla stampa questa mattina in merito alle minacce di morte rivolte a Giuseppe Antoci sono di una gravità assoluta”, afferma Sos Impresa – Rete per la legalità Aps, “e impongono a tutti una rinnovata e più forte presa di posizione contro le mafie e, soprattutto, quella che si è fatta protagonista di queste minacce. Giuseppe Antoci è una persona onesta, giusta e coraggiosa che ha permesso allo Stato, con il suo impegno ed esponendosi in prima persona, di svelare la “mafia dei pascoli” che oggi è ravvisabile non solo sui monti Nebrodi ma in moltissime aree del Paese, non solo, quindi, in Sicilia. Il suo contributo alla giustizia e alla legalità è stato, ed è ancora oggi, importantissimo al fine di aiutare tanti agricoltori a sperare di liberarsi dal racket e dalle angherie della cosiddetta agromafia”.
“Esprimo la più totale vicinanza e solidarietà al nostro socio onorario Peppe Antoci e alla sua famiglia, ha dichiarato Luigi Cuomo, presidente nazionale di SOS IMPRESA Rete per la Legalità Aps, a nome mio personale e di tutta l’associazione che ho l’onore di rappresentare. Antoci rappresenta la parte sana di questo Paese e noi abbiamo l’orgoglio di stare, insieme a lui, dalla stessa parte nella quale Peppe testimonia quotidianamente il suo coraggio, il suo impegno civico e la lotta a tutte le mafie”.
Anche Pippo Scandurra, vice presidente vicario di SOS IMPRESA Rete per la Legalità Aps, ha espresso la sua solidarietà e vicinanza ad Antoci “esprimendo il proprio augurio che si stringa intorno a Peppe una rete di tutela e protezione, oltre quella dello Stato, anche popolare e di massa alla testa della quale certamente ci saranno le nostre associazioni siciliane e nazionali che conoscono il valore e l’importanza dell’impegno civico di Antoci che è fondamentale per liberare la nostra Sicilia, ed il nostro Paese, dalle mafie.” Il protocollo Antoci è un pilastro nuovo e fondamentale per contrastare l’agromafia in Sicilia, in Italia e in tutta Europa.
Vicinanza e solidarietà a Giuseppe Antoci anche di scomunicando.it. E gli auguri “speciali” che queste feste che possano, essere intrise di quel po’ di serenità che non guasta mai.