– di Corrado Speziale –
“Liberi di essere”. Attraverso la festa, dimostrare di essere fieri di se stessi e lottare per i diritti di tutte e tutti, al di là di ogni orientamento sessuale e identità di genere. La terza edizione del Pride dello Stretto non ha tradito le attese. Un corteo festoso e colorato ha attraversato le strade di Messina, nel segno dell’allegria, portando in sé segnali e desideri, passioni e voglia di libertà dagli stereotipi e dai pregiudizi. Ma anche e soprattutto istanze e rivendicazioni della comunità LGBTQI+. Annunciato il prossimo Pride a Taormina il 9 settembre. I commenti e la fotogallery di sabato pomeriggio.
“Ho visto lei che bacia lui, che bacia lei che bacia me, Mon amour, amour, ma chi baci tu?”, canta Annalisa in uno dei tormentoni che in questo momento animano le serate in discoteca. Questo e tanti altri brani hanno caratterizzato il dj set itinerante, a bordo del Tir che guidava il popolo del Pride, a Messina, sabato pomeriggio. Un’autentica festa, ormai consolidata, che raggruppa un fiume di partecipanti di qualunque “colore” sociale, sospinta da temi etici che in Italia ancora oggi richiedono dimostrazioni di massa, nel segno della libera espressione, a dimostrazione della propria condizione di genere, a 360 gradi. Con una prerogativa comune: solidarietà e vicinanza alla comunità LGBTQI+, soprattutto verso coloro che ancora oggi rincorrono i diritti universalmente riconosciuti, dai bambini nati in matrimoni omogenitoriali a chi è messo ai margini dalla società e persino estromesso dalla propria famiglia a causa della condizione di genere.
Il corteo è partito da Piazza Antonello, per articolarsi lungo corso Cavour, le vie T. Cannizzaro e Garibaldi, fino a Piazza Unione Europea. Tanti sorrisi, balli, movenze, cori che accompagnavano le canzoni in un contesto festoso e coloratissimo, hanno raccolto il consenso dei messinesi, molti dei quali hanno osservato la parata dai balconi o dai bordi delle strade. Persino il parroco di Santa Caterina ha osservato e salutato il popolo del Pride dal sagrato della chiesa, lungo via Garibaldi: graditi segnali di simpatia e apertura da parte di chi, per vocazione, deve considerare prioritarie dignità e uguaglianza.
Una festa per tutte e tutti, dunque, ma dietro i baci e i messaggi lanciati dalle drag queen, tra cui come sempre spiccava Doretta, e lo spettacolo di animatori e animatrici sul mezzo che apriva il corteo, non è mancato qualche cartello riportante temi d’attualità che oggi più che mai dividono l’Italia e il Parlamento: “Un Paese democratico riconosce i valori delle minoranze! Vogliamo ddl Zan, Gestazione per altri, Ius scholae, Fine vita”. Non è mancato neppure l’argomento più scottante del momento con implicazioni locali rispetto all’uso del territorio. Una sorta di “antipasto” per il mega corteo di sabato prossimo a Torre Faro: “Non saranno i ponti a unire l’Italia, ma l’amore”.
Alla partenza abbiamo raccolto qualche commento da chi era presente al Pride anche in forma di rappresentanza sociale e politica.
Rosario Duca, presidente Arcigay Makwan Messina, interpellato sul titolo della manifestazione: “Liberi sta per il plurale di liber, libera, liberum, ma non rappresenta un momento di festa, perché ancora il Pride non è una festa. Lo sarà quando non ci sarà più nessun diritto da rivendicare. Parliamo dei diritti LGBTQI+, di quelli dei migranti, dei lavoratori, delle donne, di chi non ha una casa. Del diritto collettivo di avere un ambiente sano. Non tolleriamo speculazioni sul nostro bellissimo contesto siciliano e italiano, nel nostro caso, di Messina.Vogliamo che le istituzioni si preoccupino di questo. Innanzitutto – prosegue Duca – non accettiamo nessuna discriminazione in nessun senso e per nessun motivo. Siamo giunti alla terza edizione del Pride, di cui prevediamo una riedizione a Taormina il prossimo 9 settembre. Ancora oggi è necessario rivendicare quei diritti che sembrano essere assodati, ma un diritto non è mai per sempre”. I segnali nell’ambito politico: “Dal governo ci inducono a tornare nelle piazze più motivati e con più forza, a rivendicare i diritti che intendono togliere, ed affermare quelli che mancano, in particolare nei confronti dei bambini”.
Nello specifico: “Rivendichiamo il diritto a dire che il provvedimento fatto dal governo contro i figli delle famiglie arcobaleno fa schifo e non abbiamo paura di dirlo. Contro tali provvedimenti noi scenderemo sempre in piazza a urlare il nostro sdegno e la nostra rabbia, perché i diritti o sono di tutti o sono privilegi”. I passi avanti fatti a Messina negli ultimi anni: “Tantissimi, grazie anche al lavoro di chi mi ha preceduto. Ciascuno ha messo un mattone sul quale si è continuato a costruire. Chi verrà dopo farà il seguito, spero faccia sempre meglio”.
Palmira Mancuso, del direttivo nazionale di Più Europa: “I diritti che crediamo acquisiti bisogna sempre difenderli, lo dimostra quanto accaduto alla vigilia del Pride di Roma con la Regione Lazio che ha revocato il patrocinio. Noi siamo qui perché i diritti non hanno bisogno di permessi, tanto meno di scuse. Continuiamo a sostenere battaglie. Soprattutto quest’anno continuiamo a dire Caro sindaco trascrivi, (campagna parlamentare e amministrativa per la registrazione dei figli di coppie omogenitoriali, ndr). Lo abbiamo chiesto anche a Federico Basile e stiamo ancora aspettando un appuntamento. Ha fatto bene, invece, il sindaco di Roma, Gualtieri, che ha continuato a sostenere che i figli sono figli e basta”. Sul Pride come festa e strumento di lotta: “È la più grande manifestazione di massa per i diritti. Per questo, quando pensiamo che non valga più la pena organizzarlo, bisogna continuare”. Un esempio: “Guardate cosa scrivono ancora sui social ogni volta che si parla di diritti degli omosessuali…”
Tra coloro che hanno aperto il corteo, sorreggendo lo striscione, l’assessora alle Politiche sociali Alessandra Calafiore e la collega con delega alle Pari opportunità, Liana Cannata.
Sull’argomento, quanto alle aspettative della comunità LGBTQI+, abbiamo interpellato quest’ultima: “Da quando ci siamo insediati – ha detto l’assessora Cannata – abbiamo avviato un percorso affinché potessimo garantire pari opportunità all’interno di ogni settore della vita quotidiana. Per quanto possa fare un’Amministrazione comunale, abbiamo avviato in sinergia con tutte le realtà locali che si occupano di pari opportunità a 360 gradi, in particolare con Arcigay e sportello LGBTQI+, un dialogo costante e continuo per garantire pari opportunità a tutti coloro che si sentono discriminati”. Nello specifico: “L’attivazione, soprattutto nell’ambito lavorativo, delle cosiddette gender policy”. E a proposito di trascrizioni dei figli delle famiglie arcobaleno: “Ci stiamo occupando anche di questo”, ha promesso l’assessora.
A proposito di lavoro e discriminazioni, il commento del segretario provinciale della CGIL, Pietro Patti: “I diritti sono nel DNA della CGIL, sono di tutte le persone, non solo di una parte. Noi da poco abbiamo stilato un protocollo con Arcigay per difendere queste persone nei luoghi di lavoro, in quanto continuamente discriminate. A noi interessano l’intelligenza e il cuore delle persone, non certo come si vestono. Su questo tema la CGIL è in campo da tempo e ancora oggi siamo per i diritti di tutte le persone, a fianco della comunità LGBTQI+ affinché finiscano le discriminazioni sia nei luoghi di lavoro che per strada. I diritti sono fondamentali, la Costituzione sancisce il diritto al lavoro, alla salute, all’istruzione. La CGIL è oggi qui con tutte le sue componenti e categorie per stare a fianco di queste persone, soprattutto dei ragazzi che si avvicinano a questo mondo”.
Ragazzi, appunto. Su questo delicato argomento risalta la preziosa opera della psicologa Maria Catena Silvestri, tra le responsabili dello Sportello di consulenza legale e psicologica per soggetti e familiari LGBTQI+, in convenzione con Arcigay Messina. Il punto della situazione: “Devo riconoscere che rispetto al problema la città si è dimostrata più sensibile e più aperta. Anche in occasione di questa manifestazione – dice la psicologa – abbiamo trovato tante persone che ci hanno supportato e lasciato le porte aperte. Ma ne abbiamo trovato altrettante che ancora non riconoscono i diritti delle persone LGBTQI+. Io mi occupo del supporto psicologico con ragazzi, adolescenti e adulti che vengono allo sportello, portando spesso problematiche legate alla discriminazione nelle relazioni, sul lavoro, a scuola. Perché molte volte, ancora oggi, queste vengono discriminate a causa dell’orientamento sessuale o dell’identità di genere. Questo chiaramente è impensabile, perché ciascuno di noi deve avere la libertà di essere chi vuole, nel rispetto dell’altro. Quindi siamo ancora un po’ indietro, ma stiamo lavorando tanto. Con lo sportello siamo andati nelle scuole, facciamo prevenzione, formazione, un insieme di tante attività che ci permettono di gettare un sassolino nello stagno”. La speranza per il futuro. “Siamo fiduciosi, possiamo farcela…”.
Allo sportello, l’aspetto legale è curato dalle avvocate Serena Valentina Mormino e Annamaria Mormino. Il commento sull’attività: “Noi ci occupiamo di tutte le possibili richieste di cambio sesso e in questo senso il nostro Tribunale è avanti rispetto al resto d’Italia. Lo è stato già nel 2014 e lo è ancora oggi, venendo incontro a tutte le esigenze dei ragazzi che chiedono di cambiare sesso. Un altro importante aspetto che riguarda l’argomento legale è quello delle discriminazioni nel mondo del lavoro. Anche qui c’è stata una grande apertura. Siamo riuscite ad aprire uno sportello antidiscriminazione sul posto di lavoro presso la CGIL, la quale ci ha dato questa opportunità. Quindi, andiamo avanti anche sotto questo aspetto, cercando di creare le condizioni migliori per le persone LGBTQI+ affinché si riconoscano tutti i loro diritti nel mondo del lavoro”. Impegno e ottimismo: “Le esigenze sono tante, ma andremo avanti”.
La dimostrazione che dietro tanti colori e suoni, accompagnati da un’apparente spensieratezza, ad illuminare un pomeriggio di primavera sta innanzitutto l’impegno di chi si adopera realmente e quotidianamente per i diritti e l’uguaglianza tra le persone.