All’interno della scuola interessata è emerso che vi erano due classi fantasma nelle quali erano iscritti degli alunni residenti in svariati comuni d’Italia che risultavano presenti nei registri di classe pur non frequentando.
Dalle prime indagini emergeva che gli alunni sostenevano un’interrogazione per concludere l’intero quadrimestre senza aver partecipato alle lezioni tenutesi nell’arco dei quattro mesi.
Si è accertato che gli studenti provenivano da ogni parte d’Italia (Castrovillari, Sibari, Cosenza, San Giovanni Rotondo, Brindisi, Taranto, Monza, Trento, solo per fare qualche esempio) e che gli insegnanti lavoravano presso la scuola interessata al sol scopo di acquisire punteggio spendibile nelle graduatorie scolastiche, senza percepire stipendio.
I reati contestati vanno dall’associazione a delinquere costituita al fine di conseguire un ingiusto profitto mediante la falsificazione di documenti per il conseguimento di diplomi al concorso nel reato di falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, alla falsità ideologica commessa dal privato.
Nel corso delle attività di Polizia Giudiziaria sono stati rinvenuti i registri di classe attestanti la fittizia frequenza degli studenti e le dichiarazioni sostitutive dell’atto di notorietà falsificate in ordine all’effettiva residenza degli studenti nel territorio di competenza.
Questi ed altri atti sono stati manomessi per consentire agli alunni l’ammissione e la partecipazione all’esame di stato con successivo conseguimento del diploma di scuola superiore in assenza dei requisiti previsti dalla legge.
Le notifiche agli indagati e relativi difensori sono iniziate sul finire di luglio e si sono concluse nella settimana in corso.

Cronaca Provinciale