Per un futuro “eccellente”
Per valutare un’occasione, un evento pubblico, il primo elemento che va tenuto in considerazione è la partecipazione. Il secondo, le sensazioni di chi ha partecipat
Che la presentazione del libro “Le vene violate”, dialogo con l’urologo Attilio Manca, sia stato un incontro riuscito, lo testimoniano il numero di partecipanti ed il susseguirsi di interventi che hanno emozionato ogni singola persona intervenuta.
L’incontro tenutosi domenica a Brolo è stato, innanzitutto, un messaggio per la società civile: “Che non ci siano altri Attilio Manca”. Ciò vuol dire, che è compito della società, in tutte le sue articolazioni, informare e far conoscere.
Compito che diventa un dovere se solo si considera che l’informazione è un diritto spettante a ciascuno e se ciò di cui si informa riguarda il nostro passato, il nostro presente e, soprattutto, il nostro futuro.
Far in modo che non ci siano più “altri Attilio Manca” vuol dire, infatti, far in modo che le nuove generazioni abbiano la possibilità di poter crescere, studiare, raggiungere i livelli più alti della formazione ed, infine, poter svolgere il proprio lavoro nel territorio in cui sono nati.
Far in modo che non ci siano più “altri Attilio Manca”, vuol dire saper essere eccellenze della propria terra e nella propria terra.
Non si tratta del compito di un singolo, di una sola parte politica, di un solo pezzo di società.
Si tratta della realizzazione di un progetto comune, che sia in grado di pervadere davvero ogni sfaccettatura della vita politica e sociale di questa nostra Italia “in stato di abbandono”.
Portare avanti iniziative culturali e d’impegno come la presentazione del libro di Luciano Armeli, vuol dire essere realmente attenti alle problematiche reali del nostro tempo.
Significa dimostrare attenzione e saper, al contempo, attirare l’attenzione altrui.
E’ un modo di combattere la crisi.
Vuol dire risvegliare le coscienze imbonite dal silenzio.
Farsi promotori di iniziative simili è rendere un servizio alla cittadinanza.
La politica, a tutti i livelli, ha il non semplice compito di incentivare la realizzazione di momenti di aggregazione culturale, di scambio di testimonianze e conoscenze.
Il cambiamento è possibile se si vincono l’immobilità delle idee e la stasi di una vita che cresce nel disinteresse.
L’auspicio è che esperienze simili si ripetano, che ognuno possa scegliere di dedicare il proprio tempo ai proprio interessi, alla proprie conoscenze ed al crearsene ulteriori. In altri termini: ad “arricchirsi” ed “arricchire”.
L’elogio va a quelle piccole realtà che ci riescono, a quelle che si impegnano e, piano, costruiscono.
L’incoraggiamento a spronarsi va a chi è ancora fermo, ma ha il dovere di creare le alternative al disinteresse.
Questo, in un territorio come il nostro, vuol dire “formare” le nuove generazioni.
Questo vuol dire far in modo che non ci siano “altri Attilio Manca”.
Sara Marino Merlo