CONCERTO PER LA LAUDAMO – Il dialogo intenso e raffinato nell’incontro tra Daniele di Bonaventura e Giovanni Renzo
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CONCERTO PER LA LAUDAMO – Il dialogo intenso e raffinato nell’incontro tra Daniele di Bonaventura e Giovanni Renzo

Il concerto di domenica scorsa, al Palacultura Antonello, era uno degli appuntamenti più attesi della 104.ma stagione concertistica della Filarmonica Laudamo di Messina. Daniele di Bonaventura al bandoneon e Giovanni Renzo al piano, insieme per la prima volta, hanno dimostrato quanto tante storie personali nella musica siano destinate ad incontrarsi grazie all’esperienza e al talento. Il duo, attraverso un dialogo intenso e raffinato, costruito su brani di entrambi i protagonisti, ha dato prova di grande maturità artistica e spirito di collaborazione.      

Incontrarsi sul palco per la prima volta non è mai stata un’operazione semplice. Eppure, in tanti grandi concerti della storia del jazz, e non solo, si ricorda la circostanza “for the first time”. Non è un fatto di latitudini, di etichette, né tantomeno di percorsi predestinati. Bensì, di serietà e talento, disponibilità al dialogo, voglia di accompagnare e farsi accompagnare, scambiarsi i ruoli, incrociare il pensiero attraverso le note, far distendere le rispettive tastiere una sull’altra, alternativamente. Il tutto, unito dalla storia e da tanta fiducia. Così, Daniele di Bonaventura, bandoneonista di fama internazionale, marchigiano di Fermo, e Giovanni Renzo, pianista compositore messinese, con questa loro prima volta insieme sul palco, riaccenderanno per sempre il sentimento del pubblico presente domenica scorsa al Pala-Antonello, allorquando ciascuno potrà dire: “io c’ero…”.

Qui, il merito va al direttore artistico della Filarmonica Laudamo, Antonino Cicero, per aver creduto fermamente ed aver inserito in cartellone questa coppia inedita. Che non è un fatto scontato: non c’era alcun titolo, progetto o album. Non si conosceva la scaletta dei brani che avrebbero proposto. Ma si conoscevano i protagonisti, le loro storie, le affinità e il taglio artistico che li contraddistingue. Il risultato è stato quello di un concerto straordinario, per cultori, ma anche no, che ha esaltato il senso dell’incontro: veder crescere di brano in brano il loro affiatamento è un’esperienza da raccontare. Con una speranza di cui Daniele di Bonaventura non ha fatto mistero: il duo potrebbe proseguire il percorso avviato a Messina. Lo chiedono gli appassionati, ma soprattutto lo chiede la musica. Sarebbe un ulteriore passo avanti rispetto alla loro amicizia iniziata nel 2015, quando Giovanni Renzo, da direttore artistico del Teatro V.E., invitò per un’indimenticabile tre giorni Paolo Fresu e Daniele di Bonaventura a proporre “Vinodentro” con l’orchestra, cui seguì, nel 2016, l’altro super concerto di Daniele di Bonaventura, “Suite per bandoneon e orchestra”.

Ma adesso la storia si è trasformata. Giovanni Renzo è sul palco a far parlare il suo pianoforte. Daniele di Bonaventura non avrà l’orchestra che ebbe allora, ma il suo splendido bandoneon datato 1926, avvicinandosi al secolo di vita, vorrà onorare ancora al meglio i suoi momenti magici.

L’effetto immediato è che i due non tardano ad entrare in sintonia.

Vento di terra di Giovanni Renzo, dà la sensazione di un ottimo approccio prima di entrare nel vivo della serata. Al fianco di chi al bandoneon è considerato tra gli eredi di Astor Piazzolla e Dino Saluzzi, Giovanni Renzo non vedeva l’ora di proporre a di Bonaventura la sua Tango. Quest’ultimo, approccia il brano su note alte. Poi, magnificamente, il respiro del suo mantice si estende e decolla regalando emozioni degne del calore che il brano richiama, ricordando il mitico compositore argentino.

Lullaby for Gaia è una narrazione piacevole e delicata con passaggi di pianoforte tecnicamente notevoli e fortemente ispirati. Il bandoneon asseconda magnificamente il tema arricchendolo di colori e suggestioni.

Il terzo brano è un assolo – suite del bandoneonista marchigiano. Litania è un canto liturgico, profondo, che avvicina a dimensioni superiori. Poi tocca a Oh che sarà, l’omaggio a Chico Buarque, ritoccato da effetti elettronici che danno eco ed estensione al suono. Stessi effetti per L’Adagio di Albinoni, in un’articolazione complessa e creativa.

Quando le note si trasformano in poesia è il momento di Antonio Carlos Jobim & Vinicius de Moraes. Eu sei que vou te amar ha meritato un’interpretazione intensa, come una lettera d’amore trasposta in un raffinato dialogo musicale tra piano e bandoneon, che ha coinvolto sentimentalmente l’intero auditorium. Brano bellissimo.   

La distanza della luna, ispirato ad un racconto di Calvino, è uno dei progetti di successo, artisticamente più completi di Giovanni Renzo.

Il secondo movimento dell’album, proposto per l’occasione, dà l’opportunità a di Bonaventura di esplorare con le note del suo bandoneon un pezzo di storia del pianista messinese.

Dopodiché, è stato il momento piano solo di Renzo con le sue ultime tre composizioni scritte nella stessa tonalità.

Whenever We Waltz, dalla grande atmosfera, apre la suite che approda in Restless nights, uscito cinque giorni fa su tutte le piattaforme digitali, con migliaia di ascolti già in tutto il mondo. Il brano è una carezza che accompagna l’ascoltatore, come quella che all’ultima nota Renzo riserva alla sua tastiera.

L’ultima proposta, assolutamente consona alla storia e alle peculiarità di entrambi i protagonisti, è la Variazione sul tema della Carmen di Bizet dal repertorio di Giovanni Renzo, che dopo la straordinaria introduzione in assolo col bandoneon del compagno di palco, ha potuto esternare la sua passione sulla tastiera mentre di Bonaventura manteneva tempo e ritmo. Davvero una grande interpretazione.

Il rientro è segnato dal momento più tradizionalmente jazz con The Nearness of You, fluido e raffinato, frutto di una eccellente narrazione corale del duo.

Finisce qui la migliore prima che si potesse immaginare del duo Renzo – di Bonaventura, con i presupposti che questa esperienza abbia un seguito. Il lungo applauso dalla platea è il riconoscimento più sentito, il segnale chiaro di un successo, unito al messaggio di un sentito “arrivederci”.

Corrado Speziale

 

5 Marzo 2025

Autore:

redazione


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