ANDARE OLTRE – “Mai più terrorismo: informazione e dialogo verso la riconciliazione e la pacificazione nazionale”
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ANDARE OLTRE – “Mai più terrorismo: informazione e dialogo verso la riconciliazione e la pacificazione nazionale”

Polemiche su D’Elia: il sostegno a Mambro e Fioravanti non viene dimenticato

L’ex Prima linea Sergio D’Elia al convegno sul terrorismo: bufera all’Università di Foggia

L’Università di Foggia ha organizzato un convegno dal titolo “Mai più terrorismo: informazione e dialogo verso la riconciliazione e la pacificazione nazionale”, con l’obiettivo di promuovere una riflessione sul terrorismo in Italia.

Tuttavia, la scelta degli ospiti e il formato dell’evento, previsto per il 24 marzo, hanno scatenato numerose polemiche.

Le critiche si concentrano sul racconto parallelo di due vittime: Benedetto Petrone, militante comunista ucciso nel 1977, e Sergio Ramelli, militante del Fronte della Gioventù ucciso nel 1975.

Secondo alcuni, pur trattandosi di due vittime innocenti, le loro storie hanno radici e contesti differenti e accostarli rischia di generare confusione.

A infiammare ulteriormente la discussione è l’invito a Sergio D’Elia, segretario dell’associazione Nessuno tocchi Caino ed ex membro del gruppo armato Prima Linea. D’Elia è stato condannato a 25 anni di reclusione per concorso nel tentativo di evasione dal carcere delle Murate, in cui perse la vita il poliziotto Fausto Dionisi nel 1978. Da allora, ha intrapreso un percorso di revisione, arrivando a ricoprire anche incarichi istituzionali.

La presenza di D’Elia è stata duramente contestata da alcuni docenti dell’Ateneo foggiano e dagli studenti, tra cui Gregorio Carmone di Link-Udu, che esprime preoccupazione per la natura del convegno: “Non possiamo accettare la presenza di ospiti con posizioni revisioniste come D’Elia. Inoltre, l’accostamento delle due vicende non tiene conto delle differenze storiche e politiche. Petrone non fu vittima del terrorismo, bensì di militanti del Fronte della Gioventù, una formazione legata al MSI”.

Anche la Cgil di Foggia ha criticato l’evento, in particolare la partecipazione di D’Elia e del direttore del Tg1, Gian Marco Chiocci, in qualità di moderatore.

Il segretario Gianni Palma ha sottolineato: “Chiocci e D’Elia hanno espresso posizioni negazioniste sull’implicazione di Mambro e Fioravanti nella strage di Bologna, nonostante le sentenze definitive. Inoltre, l’accostamento tra le storie di Ramelli e Petrone rimuove le differenze giudiziarie e politiche di quei contesti”.

Sergio D’Elia, contattato da Repubblica, si è detto sorpreso dalle polemiche: “Sergio D’Elia terrorista? Dev’essere un errore. Io sono una persona diversa da quella che descrivono. Per quanto riguarda Mambro e Fioravanti, continuo a credere nella loro innocenza. Le sentenze non sempre corrispondono alla verità storica: se così fosse, Enzo Tortora sarebbe stato colpevole”.

D’Elia ha poi ribadito il suo sostegno alla revisione delle sentenze sulla strage di Bologna, sostenendo che vi siano ancora troppi atti secretati.

Le controversie su D’Elia non sono nuove.

Già nell’agosto 2023, aveva difeso Marcello De Angelis, responsabile della comunicazione della Regione Lazio, criticato per aver espresso dubbi sulla colpevolezza di Mambro e Fioravanti. “Esiste un vero e proprio tabù sulla strage di Bologna – dichiarò D’Elia – chiunque metta in discussione la versione ufficiale viene etichettato come depistatore. Io non sostengo una tesi alternativa, ma sono certo che loro siano innocenti”.

Il dibattito rimane acceso, con divisioni profonde tra chi chiede di non riscrivere la storia e chi ritiene necessaria una riflessione più ampia sulle verità processuali e storiche degli anni di piombo.

22 Marzo 2025

Autore:

redazione


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